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Agevolazioni fiscali cooperative: quando si perdono?

Una società cooperativa si è vista negare le agevolazioni fiscali cooperative dall’Agenzia delle Entrate, che l’ha riqualificata come una normale società commerciale. La Corte di Cassazione ha confermato il potere dell’Amministrazione Finanziaria di disconoscere i benefici fiscali quando la forma cooperativa maschera una reale attività imprenditoriale a scopo di lucro. I ricorsi principali della società sono stati dichiarati inammissibili, mentre quelli incidentali dell’Agenzia sono stati accolti, rinviando la causa al giudice di merito per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni fiscali cooperative: la forma non basta, conta la sostanza

Le società cooperative godono di un regime fiscale di favore, ma cosa succede se la loro gestione assomiglia più a quella di un’impresa commerciale che a un ente mutualistico? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per ottenere le agevolazioni fiscali cooperative, non è sufficiente la veste giuridica, ma è necessario che l’attività svolta sia concretamente improntata ai principi di mutualità. In caso contrario, l’Amministrazione Finanziaria ha il pieno potere di disconoscere i benefici.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda una società cooperativa operante nel settore editoriale che ha ricevuto diversi avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per più annualità fiscali. L’Amministrazione Finanziaria contestava tre aspetti principali:
1. La perdita dei requisiti di società cooperativa a mutualità prevalente, con la conseguente riqualificazione in società a responsabilità limitata (SRL) di natura commerciale.
2. L’indeducibilità di alcuni costi e la relativa indetraibilità dell’IVA, poiché ritenuti afferenti a operazioni oggettivamente inesistenti.
3. L’errata applicazione dell’aliquota IVA agevolata del 4% su alcune operazioni, che avrebbero dovuto essere assoggettate all’aliquota ordinaria.

Nei primi gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie avevano emesso decisioni contrastanti. In alcuni casi, avevano parzialmente annullato gli accertamenti per mancanza di prova da parte dell’Agenzia sulla natura commerciale della società; in altri, avevano confermato in toto gli atti impositivi. La questione è quindi approdata dinanzi alla Corte di Cassazione con una serie di ricorsi principali da parte della cooperativa e ricorsi incidentali da parte dell’Agenzia delle Entrate.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle agevolazioni fiscali cooperative

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi principali presentati dalla società contribuente. Al contempo, ha accolto i ricorsi incidentali proposti dall’Agenzia delle Entrate, cassando le sentenze impugnate e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame.

La decisione si fonda su principi consolidati in materia di diritto tributario e societario, distinguendo nettamente tra la valutazione di merito delle prove (preclusa in sede di legittimità) e la corretta interpretazione e applicazione delle norme di legge.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte offrono chiarimenti cruciali sul potere dell’Amministrazione Finanziaria e sui limiti del sindacato di legittimità.

Il Potere dell’Amministrazione Finanziaria di Disconoscere le Agevolazioni Fiscali Cooperative

Il punto centrale della sentenza è la riaffermazione del potere dell’Agenzia delle Entrate di disconoscere le agevolazioni fiscali, anche in presenza di una società formalmente costituita come cooperativa. La Corte ha chiarito che la conformità dello statuto ai principi legislativi in materia di mutualità crea solo una presunzione relativa (iuris tantum) della spettanza dei benefici.

Questa presunzione può essere superata dall’Amministrazione Finanziaria se, sulla base di dati concreti, dimostra che la veste “mutualistica” è solo una copertura per una normale attività imprenditoriale con scopo di lucro. Questo potere di accertamento è autonomo e distinto dai poteri di vigilanza amministrativa spettanti ad altri organi, come il Ministero dello Sviluppo Economico. In sostanza, il Fisco ha il diritto di guardare oltre la forma giuridica per analizzare la sostanza economica dell’attività svolta.

Inammissibilità dei Ricorsi Basati sulla Valutazione dei Fatti

I ricorsi della cooperativa sono stati giudicati inammissibili perché, di fatto, chiedevano alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e le valutazioni di fatto già compiute dai giudici di merito. La Suprema Corte ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio, ma di garante dell’esatta osservanza della legge. Le censure relative a una presunta erronea valutazione del materiale istruttorio non sono ammissibili, a meno che non si denunci una violazione di legge specifica, come l’uso di prove non ammesse o la mancata considerazione di prove legali, circostanze non verificatesi nel caso di specie.

Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Le società cooperative non possono considerare le agevolazioni fiscali come un diritto acquisito automaticamente con la loro costituzione. È indispensabile che la gestione aziendale sia coerente con lo scopo mutualistico dichiarato. L’Agenzia delle Entrate ha il pieno potere di verificare nel concreto il rispetto di tali principi e, in caso di abuso, di revocare i benefici fiscali. Per le imprese, ciò significa che la forma deve sempre essere supportata dalla sostanza, poiché un’attenta analisi da parte del Fisco può portare a conseguenze fiscali significative. La causa torna ora al giudice di merito, che dovrà decidere nuovamente tenendo conto dei principi inderogabili stabiliti dalla Cassazione.

Una società formalmente cooperativa ha sempre diritto alle agevolazioni fiscali?
No. La forma cooperativa fa sorgere solo una presunzione relativa del diritto ai benefici. L’Amministrazione Finanziaria può superare tale presunzione dimostrando, con dati concreti, che la società opera di fatto come un’impresa commerciale con scopo di lucro.

L’Agenzia delle Entrate può contestare lo status di cooperativa a una società?
Sì. Ai fini fiscali, l’Agenzia delle Entrate ha un potere autonomo di accertamento che le consente di disconoscere la spettanza delle agevolazioni se rileva che la veste mutualistica funge da copertura per una normale attività imprenditoriale. Questo potere è distinto e indipendente da quello di vigilanza di altri ministeri.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione contesta la valutazione delle prove fatta dal giudice precedente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di legge, non riesaminare le prove o rivalutare i fatti della causa, attività che spetta esclusivamente ai giudici dei primi due gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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