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Agevolazioni fiscali ASD: la motivazione è essenziale

Un’associazione sportiva dilettantistica si è vista annullare un accertamento fiscale dalla Commissione Tributaria Regionale, che aveva ritenuto sufficiente il riconoscimento delle attività da parte del CONI per beneficiare delle agevolazioni fiscali ASD. L’Agenzia delle Entrate ha fatto ricorso in Cassazione, lamentando una motivazione apparente. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando il caso. Ha stabilito che la mera iscrizione al CONI non basta se la motivazione della sentenza di merito non affronta le contestazioni specifiche sulla natura commerciale dell’attività.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni fiscali ASD: perché il riconoscimento CONI non basta?

Le agevolazioni fiscali per le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) rappresentano un pilastro per il sostegno dello sport di base. Tuttavia, un’ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda che il rispetto dei requisiti formali, come l’iscrizione al registro CONI, non è una garanzia assoluta contro gli accertamenti fiscali. Se la gestione dell’ente assume connotati commerciali, i benefici possono essere revocati. Diventa cruciale, inoltre, che il giudice tributario fornisca una motivazione completa e non apparente per la propria decisione.

I Fatti di Causa

Una società sportiva dilettantistica si era vista notificare un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2013. L’Agenzia delle Entrate aveva riqualificato l’ente da non commerciale a commerciale, contestando diversi aspetti:
– Criticità nella gestione democratica della vita associativa.
– Svolgimento di attività (come fitness e ballo) ritenute non finalizzate alla promozione sportiva.
– Natura dei corrispettivi versati dai soci, considerati veri e propri prezzi di mercato anziché contributi associativi.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva annullato l’accertamento, ritenendo sufficiente che tutte le attività svolte dall’associazione fossero ricomprese in quelle riconosciute dal CONI. L’Agenzia delle Entrate, insoddisfatta, ha proposto ricorso in Cassazione.

I motivi del ricorso e le contestate agevolazioni fiscali ASD

L’Amministrazione finanziaria ha basato il proprio ricorso su due motivi principali.
1. Violazione di legge: Ha sostenuto che per beneficiare delle agevolazioni fiscali ASD, non è sufficiente l’iscrizione al registro CONI. È necessario che l’associazione dimostri di operare concretamente secondo i principi di democraticità, trasparenza e assenza di scopo di lucro previsti dalla normativa di settore. Secondo l’Agenzia, l’ente operava in tutto e per tutto come una palestra commerciale.
2. Motivazione apparente: Ha censurato la sentenza della CTR per essere sostanzialmente priva di una vera motivazione. I giudici regionali si erano limitati ad affermare che le attività erano riconosciute dal CONI, ignorando completamente le specifiche e puntuali contestazioni sollevate dall’ufficio sulla gestione commerciale dell’ente e sulla natura dei corrispettivi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il secondo motivo, assorbendo il primo. Gli Ermellini hanno confermato un principio consolidato: una sentenza è nulla quando la sua motivazione è solo apparente. Questo vizio si verifica quando il ragionamento del giudice, sebbene graficamente esistente, è talmente laconico, contraddittorio o slegato dai fatti da non rendere comprensibile l’iter logico che ha portato alla decisione.

Nel caso specifico, la CTR non aveva adempiuto al suo dovere di motivazione. Di fronte a contestazioni precise da parte dell’Agenzia delle Entrate – relative al carattere commerciale delle attività di fitness, alla funzionalità dei contributi come corrispettivi di mercato e alla gestione non democratica – il giudice non può limitarsi a una generica affermazione sul riconoscimento delle discipline da parte del CONI. Questo tipo di motivazione non permette di capire perché le obiezioni dell’ufficio siano state ritenute irrilevanti. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un concetto fondamentale per tutte le associazioni sportive dilettantistiche: le agevolazioni fiscali ASD non sono un diritto acquisito solo con l’iscrizione al CONI. È la gestione sostanziale e quotidiana dell’ente a determinare la sua natura non commerciale. L’associazione deve operare nel rispetto dei principi di democraticità e senza scopo di lucro. Inoltre, la pronuncia sottolinea l’importanza del dovere di motivazione per i giudici tributari. Essi devono analizzare e rispondere a tutte le specifiche contestazioni delle parti, fornendo un percorso logico-giuridico chiaro e comprensibile a fondamento della loro decisione. Una motivazione sbrigativa o generica espone la sentenza al rischio di annullamento in Cassazione.

Per ottenere le agevolazioni fiscali è sufficiente che un’associazione sportiva sia iscritta al registro del CONI?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’iscrizione al registro CONI è una condizione necessaria ma non sufficiente. L’associazione deve dimostrare di rispettare concretamente e nella sua gestione quotidiana i principi di democraticità, trasparenza e assenza di scopo di lucro previsti dalla legge.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ di una sentenza?
Si ha una ‘motivazione apparente’ quando il ragionamento del giudice, pur essendo scritto, è talmente generico, contraddittorio o slegato dai fatti specifici della causa da non rendere comprensibile il percorso logico che ha portato alla decisione. In questo caso, affermare solo che le attività erano riconosciute dal CONI, senza rispondere alle precise contestazioni sulla gestione commerciale, è stato considerato un vizio di motivazione.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza per vizio di motivazione?
La Corte di Cassazione ‘cassa’ (annulla) la sentenza impugnata e ‘rinvia’ la causa a un altro giudice dello stesso grado di quello che ha emesso la sentenza viziata (in questo caso, alla Commissione Tributaria Regionale in diversa composizione). Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso, tenendo conto dei principi stabiliti dalla Cassazione e fornendo una motivazione completa e corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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