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Agevolazione prima casa: vale se l’altro immobile è studio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24701/2024, ha stabilito che un contribuente ha diritto all’agevolazione prima casa anche se possiede un altro immobile, precedentemente acquistato con lo stesso beneficio, qualora quest’ultimo sia stato trasformato in studio professionale (categoria A/10). La Corte ha chiarito che il requisito fondamentale è non possedere un altro immobile ‘idoneo ad abitazione’ al momento del nuovo acquisto. La modifica della destinazione d’uso del primo immobile non preclude il diritto al beneficio sul secondo.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione prima casa: Sì al beneficio se l’altro immobile è diventato uno studio professionale

L’acquisto di un’abitazione è un passo fondamentale, e l’agevolazione prima casa rappresenta un supporto cruciale per molti cittadini. Tuttavia, i requisiti per accedervi possono generare dubbi, specialmente per chi è già proprietario di un altro immobile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 24701 del 13 settembre 2024) ha fatto chiarezza su un caso specifico e molto comune: cosa succede se l’immobile pre-posseduto, anch’esso acquistato con i benefici, è stato nel frattempo trasformato in uno studio professionale?

I fatti di causa

Un contribuente acquistava un nuovo immobile richiedendo l’applicazione delle agevolazioni fiscali per la prima casa. L’Agenzia delle Entrate, però, emetteva un avviso di liquidazione per revocare il beneficio. La motivazione? Il contribuente risultava già proprietario di un altro immobile, acquistato anni prima usufruendo delle medesime agevolazioni.

Il contribuente si opponeva, sostenendo che, al momento del nuovo acquisto, il primo immobile non era più un’abitazione, essendo stato accatastato come studio professionale (categoria A/10) e quindi non più ‘idoneo ad uso abitativo’.

Dopo una vittoria in primo grado, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate. Il caso giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

L’agevolazione prima casa e la decisione della Corte

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza d’appello e annullando l’avviso di liquidazione. Il principio affermato è di fondamentale importanza: per stabilire se si ha diritto all’agevolazione prima casa, il requisito da verificare è l’assenza di possesso di un altro ‘fabbricato o porzione di fabbricato idoneo ad abitazione’ al momento del rogito del nuovo immobile.

La classificazione catastale come A/10 (uffici e studi privati) rende un immobile, di fatto e di diritto, non idoneo all’uso abitativo. Pertanto, il possesso di un tale immobile non osta alla concessione del beneficio per l’acquisto di una nuova abitazione principale.

Le motivazioni della sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un’interpretazione rigorosa della normativa (nota II-bis dell’art. 1 della Tariffa allegata al d.P.R. 131/1986). Il legislatore richiede una valutazione della situazione del compratore ‘ratione temporis’, ovvero al momento esatto della stipula del nuovo atto di acquisto.

I giudici hanno specificato che il fatto che il contribuente avesse già goduto in passato del beneficio per l’immobile poi trasformato in studio è una questione separata. L’Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto, semmai, agire al momento del cambio di destinazione d’uso del primo immobile, dichiarando la decadenza dal beneficio originario e recuperando le maggiori imposte. Non può, invece, utilizzare quella circostanza per negare il diritto a una nuova agevolazione, se al momento della richiesta tutti i requisiti di legge sono soddisfatti.

In altre parole, la modifica della destinazione d’uso del primo immobile determina la revoca dei benefici su quell’acquisto, ma non impedisce di accedere legittimamente ai benefici su un nuovo acquisto, a patto che il primo immobile non sia più abitativo.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole al contribuente e offre una guida chiara. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Conta lo stato attuale: Ai fini dell’agevolazione, ciò che rileva è la situazione immobiliare del contribuente al momento del nuovo acquisto, non la sua storia fiscale pregressa.
2. L’inidoneità abitativa è oggettiva: Un immobile accatastato come A/10 è considerato per definizione non idoneo ad uso abitativo, indipendentemente dal suo utilizzo passato.
3. Correttezza dell’azione fiscale: L’Agenzia delle Entrate deve agire in modo tempestivo e corretto. La decadenza da un’agevolazione va contestata in relazione all’immobile specifico e al momento in cui sono venuti meno i requisiti, non può essere usata come pretesto per negare un diritto sorto successivamente.

Posso usufruire dell’agevolazione prima casa se sono già proprietario di un altro immobile?
Sì, a condizione che l’immobile pre-posseduto non sia ‘idoneo ad uso abitativo’ al momento del nuovo acquisto. Se, ad esempio, è accatastato come ufficio o studio professionale (A/10), non impedisce l’accesso al beneficio.

Cosa succede se l’immobile che già possiedo era stato acquistato con l’agevolazione prima casa ma ora è accatastato come ufficio (A/10)?
Secondo la Corte, hai comunque diritto a richiedere l’agevolazione sul nuovo acquisto. La trasformazione del primo immobile in studio lo rende non più idoneo ad abitazione, soddisfacendo così il requisito richiesto dalla legge per il nuovo acquisto. L’Agenzia potrebbe però agire per recuperare il beneficio originariamente concesso sul primo immobile.

L’Agenzia delle Entrate può negare il beneficio sulla nuova casa perché non ha revocato quello sulla vecchia casa trasformata in studio?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che si tratta di due questioni distinte. L’eventuale mancata revoca del primo beneficio non può essere usata come motivo per negare il diritto al secondo, se al momento della richiesta i requisiti per quest’ultimo sono pienamente soddisfatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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