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Agevolazione prima casa ruderi: Sì dalla Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3913/2025, ha stabilito che l’agevolazione prima casa per ruderi è applicabile anche all’acquisto di immobili collabenti, iscritti in categoria catastale F/2. Secondo la Corte, non è necessario che l’immobile sia già abitabile al momento dell’acquisto, ma è sufficiente che sia suscettibile di essere destinato ad abitazione a seguito di interventi edilizi. La decisione respinge la tesi restrittiva dell’Agenzia delle Entrate, affermando che la finalità della norma è favorire l’acquisto della prima abitazione, includendo anche immobili da recuperare.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione Prima Casa Ruderi: La Cassazione Apre le Porte ai Benefici Fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha portato chiarezza su una questione di grande interesse per chi desidera acquistare e ristrutturare un immobile: è possibile usufruire dell’agevolazione prima casa per ruderi? La risposta è affermativa. Con la pronuncia n. 3913 del 2025, la Suprema Corte ha stabilito che i benefici fiscali per l’acquisto della prima abitazione si estendono anche agli immobili ‘collabenti’, ovvero quei fabbricati in stato di degrado, iscritti in catasto nella categoria F/2. Questa decisione rappresenta una svolta importante, allineando la disciplina a quella già prevista per gli immobili in costruzione.

I Fatti del Caso: L’Acquisto di un Rudere e il Contenzioso Fiscale

La vicenda trae origine dalla compravendita di un rudere sito a Cesenatico, qualificato nell’atto come ‘inidoneo ad utilizzazione produttiva di reddito’ e censito come unità collabente (F/2). L’acquirente, intendendo farne la propria abitazione principale dopo la ristrutturazione, aveva richiesto e ottenuto l’applicazione dell’imposta di registro in misura ridotta al 2%, come previsto dall’agevolazione ‘prima casa’.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di accertamento, con cui revocava il beneficio e liquidava la maggiore imposta al 9%. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, un immobile collabente non poteva essere qualificato come ‘casa di abitazione’, requisito oggettivo indispensabile per accedere all’agevolazione. I giudici di primo e secondo grado, tuttavia, davano ragione al contribuente, assimilando il rudere a un immobile in costruzione e ritenendo applicabile il beneficio.

La Decisione della Corte: Sì all’Agevolazione Prima Casa per Ruderi

L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che un rudere, privo di qualsiasi potenzialità abitativa, non potesse rientrare nel campo di applicazione della norma agevolativa. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito e affermando un principio di diritto di notevole importanza pratica.

La Corte ha chiarito che l’agevolazione ‘prima casa’ può essere riconosciuta anche all’acquirente di un immobile collabente. La classificazione catastale F/2 non rappresenta un ostacolo, poiché ciò che rileva è la suscettibilità dell’immobile, una volta effettuati i necessari interventi edilizi, a essere destinato a uso abitativo.

Le Motivazioni della Sentenza

Il ragionamento della Corte si basa su alcuni punti cardine:

1. La Destinazione d’Uso è l’Elemento Chiave: La legge non richiede che l’immobile sia già idoneo ad essere abitato al momento dell’acquisto. Ciò che conta è la finalità dichiarata dall’acquirente nell’atto di compravendita, ovvero quella di destinare il bene a propria abitazione principale. L’espressione ‘destinato ad abitazione’ può riferirsi sia a un immobile già adibito a tale uso, sia a uno che lo diventerà in futuro.

2. La Potenzialità e non l’Attualità: Per ottenere il beneficio, è sufficiente che l’immobile sia ‘strutturalmente adeguato’ a diventare un’abitazione, anche se necessita di una completa ristrutturazione o persino di una demolizione e ricostruzione. L’inagibilità attuale non preclude il beneficio se esiste una ‘astratta’ potenzialità abitativa.

3. Coerenza con la Ratio Legis: Un’interpretazione restrittiva, come quella proposta dall’Agenzia delle Entrate, sarebbe in contrasto con lo scopo della norma (la ratio legis), che è quello di favorire l’acquisizione di un’abitazione da parte di chi ne è sprovvisto. Escludere i ruderi significherebbe limitare ingiustificatamente le opportunità di accesso alla proprietà, specialmente per chi intende investire nel recupero del patrimonio edilizio esistente.

4. Assenza di Ostacoli Normativi: La normativa esclude esplicitamente dall’agevolazione solo le abitazioni di lusso (categorie A/1, A/8 e A/9). Non esistono altre limitazioni basate sulla categoria catastale. Pertanto, sia gli immobili in costruzione (F/3) che quelli collabenti (F/2) possono accedere al beneficio, a condizione che l’acquirente realizzi la finalità abitativa entro il termine di decadenza previsto dalla legge (tre anni dalla registrazione dell’atto).

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un orientamento favorevole ai contribuenti, chiarendo che l’agevolazione prima casa per ruderi è un diritto pienamente riconosciuto. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: amplia il mercato immobiliare per chi cerca una prima casa, incentivando il recupero di edifici degradati e offrendo maggiori possibilità a chi dispone di budget iniziali più contenuti ma è disposto a intraprendere un percorso di ristrutturazione. Gli acquirenti possono quindi procedere con maggiore serenità all’acquisto di immobili collabenti, certi che, rispettando l’impegno di trasformarli in abitazione, potranno beneficiare delle stesse agevolazioni fiscali previste per gli immobili già abitabili.

È possibile ottenere l’agevolazione ‘prima casa’ se si acquista un rudere o un immobile collabente (categoria F/2)?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il beneficio fiscale è riconosciuto anche per l’acquisto di un immobile collabente, a condizione che l’acquirente si impegni a trasformarlo in un’abitazione non di lusso e a stabilirvi la residenza nei termini di legge.

Cosa rileva ai fini fiscali per ottenere il beneficio: lo stato attuale dell’immobile o la sua destinazione futura?
Rileva la destinazione futura. La norma non richiede che l’immobile sia già abitabile al momento del rogito, ma che sia suscettibile di essere destinato ad abitazione. La dichiarazione di intenti dell’acquirente nell’atto di acquisto è sufficiente per accedere al beneficio, purché l’impegno venga poi mantenuto.

La classificazione catastale F/2 (unità collabente) è un ostacolo per accedere all’agevolazione ‘prima casa’?
No. Secondo la Corte, la classificazione catastale F/2 non rappresenta un ostacolo, così come non lo è la categoria F/3 (immobili in costruzione). L’unico limite oggettivo previsto dalla legge riguarda gli immobili di lusso (categorie A/1, A/8 e A/9).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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