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Agevolazione prima casa: quando richiederla in sentenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di agevolazione prima casa, in caso di acquisto di un diritto immobiliare tramite sentenza, deve essere presentata prima della registrazione dell’atto. Se l’Agenzia delle Entrate procede con una registrazione d’ufficio, il termine ultimo per la richiesta coincide con la notifica dell’avviso di liquidazione. Una dichiarazione successiva è considerata tardiva e inefficace, comportando l’applicazione dell’imposta di registro in misura ordinaria.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione Prima Casa su Sentenza: Fino a Quando si Può Chiedere?

L’acquisto di un immobile è un passo importante, e l’agevolazione prima casa rappresenta un aiuto fondamentale per ridurre il carico fiscale. Ma cosa succede quando il trasferimento di proprietà non avviene tramite un classico rogito notarile, bensì per effetto di una sentenza del tribunale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui termini perentori entro cui il contribuente deve manifestare la volontà di usufruire del beneficio, pena la sua decadenza.

I Fatti del Caso: Dalla Sentenza all’Avviso Fiscale

Una contribuente otteneva, tramite una sentenza del Tribunale, il diritto reale d’uso su alcune aree destinate a parcheggio, pertinenziali alla propria abitazione principale. Come ogni atto che trasferisce diritti immobiliari, anche la sentenza è soggetta a imposta di registro. L’Agenzia delle Entrate, non avendo ricevuto alcuna richiesta specifica, procedeva alla registrazione d’ufficio dell’atto e notificava alla contribuente un avviso di liquidazione, calcolando l’imposta con l’aliquota ordinaria del 9%.

La contribuente impugnava l’avviso, sostenendo di avere diritto all’applicazione dell’aliquota ridotta al 2% prevista per l’acquisto della prima casa e delle sue pertinenze. La sua richiesta di avvalersi dell’agevolazione, tuttavia, era stata formalizzata solo nel corso del giudizio tributario, ben dopo la notifica dell’avviso di liquidazione. Mentre la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado le dava ragione, l’Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’agevolazione prima casa

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione precedente e affermando un principio di diritto molto chiaro: la dichiarazione per usufruire dell’agevolazione prima casa deve essere resa prima che il processo di registrazione dell’atto diventi definitivo.

Nel caso specifico di un trasferimento immobiliare disposto da una sentenza, il contribuente deve attivarsi tempestivamente. Se la registrazione avviene su iniziativa del contribuente, la dichiarazione va fatta in quella sede. Se, invece, interviene una registrazione d’ufficio da parte dell’Agenzia, la notifica dell’avviso di liquidazione segna il termine ultimo e invalicabile. Qualsiasi dichiarazione successiva è da considerarsi tardiva.

Le Motivazioni della Corte

I giudici hanno spiegato che il sistema tributario si basa su un equilibrio tra i diritti del contribuente e le esigenze di certezza dell’amministrazione finanziaria. L’agevolazione prima casa è un diritto, ma il suo esercizio è subordinato a una precisa manifestazione di volontà da parte dell’interessato. Questa dichiarazione è un elemento costitutivo della fattispecie agevolativa.

Quando il trasferimento avviene tramite sentenza, manca l’atto notarile in cui solitamente si inseriscono tali dichiarazioni. Pertanto, il contribuente ha l’onere di manifestare la sua volontà nel primo momento utile in cui può far valere il suo diritto verso l’amministrazione finanziaria, ovvero al momento della richiesta di registrazione della sentenza.

Se il contribuente rimane inerte e l’Agenzia procede d’ufficio, l’avviso di liquidazione cristallizza la situazione fiscale. Permettere una richiesta successiva minerebbe la definitività e la certezza dell’azione amministrativa. La Corte ha sottolineato che, una volta avviata la procedura di riscossione coattiva, non è più possibile rimettere in discussione l’imposta dovuta introducendo tardivamente i presupposti per un’agevolazione.

Conclusioni

La decisione della Cassazione offre un’importante lezione pratica: la tempestività è cruciale. Chi acquista un diritto immobiliare attraverso una pronuncia giudiziale e intende beneficiare dell’agevolazione prima casa deve agire senza indugio. È necessario presentare la dichiarazione di possesso dei requisiti all’Agenzia delle Entrate prima della registrazione della sentenza o, al più tardi, prima che l’Ufficio stesso si attivi con la notifica di un avviso di liquidazione. Attendere l’avvio del contenzioso tributario per avanzare la richiesta significa perdere irrimediabilmente il diritto al beneficio fiscale.

Quando si acquista un diritto immobiliare tramite sentenza, è possibile richiedere l’agevolazione prima casa?
Sì, è possibile richiedere l’agevolazione prima casa anche quando il trasferimento di un diritto immobiliare avviene per effetto di una sentenza costitutiva emessa da un giudice.

Qual è il termine ultimo per presentare la dichiarazione per l’agevolazione prima casa in questo caso?
Il termine ultimo è la richiesta di registrazione della sentenza. Se il contribuente non vi provvede e l’Agenzia delle Entrate avvia una registrazione d’ufficio, il limite temporale invalicabile per presentare la dichiarazione coincide con la notifica dell’avviso di liquidazione dell’imposta.

Cosa succede se la dichiarazione per l’agevolazione viene presentata dopo aver ricevuto l’avviso di liquidazione dall’Agenzia delle Entrate?
Secondo la Corte di Cassazione, una dichiarazione presentata dopo la notifica dell’avviso di liquidazione è considerata tardiva e inefficace. Di conseguenza, il contribuente perde il diritto al beneficio e sarà tenuto a pagare l’imposta di registro nella misura ordinaria (9%) anziché quella ridotta (2%).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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