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Agevolazione prima casa: quando è casa di lusso?

Una contribuente perde l’agevolazione prima casa dopo che l’Agenzia delle Entrate ha classificato il suo immobile come “di lusso”. La Corte di Cassazione conferma la revoca del beneficio, stabilendo che nel calcolo della superficie utile complessiva, che non deve superare i 240 mq, rientrano anche i locali allo stato grezzo (seminterrati e sottotetti) se dotati di una semplice “potenzialità abitativa”, come la predisposizione per impianti elettrici e di riscaldamento. Ciò che conta non è l’abitabilità effettiva al momento dell’acquisto, ma l’idoneità potenziale dell’ambiente.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione prima casa: quando seminterrato e sottotetto la fanno perdere

L’acquisto di un immobile può nascondere insidie fiscali, specialmente quando si tratta dell’agevolazione prima casa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per determinare se un’abitazione è ‘di lusso’ e quindi esclusa dal beneficio, conta la ‘potenzialità abitativa’ dei locali, non la loro effettiva abitabilità al momento del rogito. Questo significa che anche vani allo stato grezzo, come seminterrati e sottotetti, possono contribuire a superare la soglia di superficie che fa scattare la revoca delle agevolazioni.

I Fatti di Causa

Una contribuente acquistava un immobile usufruendo dell’agevolazione prima casa, che comporta un significativo risparmio sulle imposte. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate le notificava due avvisi di liquidazione: il primo revocava l’aliquota ridotta su un mutuo collegato all’acquisto, il secondo richiedeva il pagamento di una maggiore IVA. La motivazione era la stessa per entrambi gli atti: l’immobile, secondo l’Amministrazione finanziaria, era da considerarsi ‘di lusso’ perché la sua superficie utile superava i 240 mq, limite stabilito dal D.M. 2 agosto 1969. Nel calcolo erano stati inclusi un piano seminterrato di 96 mq e due locali nel sottotetto di 31 mq, che la proprietaria sosteneva essere allo stato grezzo e non utilizzabili al momento dell’acquisto. Inizialmente, la Commissione tributaria provinciale dava ragione alla contribuente, ma la decisione veniva ribaltata in appello.

Il nodo della superficie utile per l’agevolazione prima casa

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, con la contribuente che lamentava l’errata inclusione dei locali non rifiniti nel computo della superficie utile. Secondo la sua difesa, questi spazi, essendo ‘a grezzo’, non potevano essere considerati parte dell’abitazione ai fini del godimento dei benefici fiscali. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva sposato la tesi dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui la presenza della predisposizione per gli impianti elettrici e di riscaldamento in quei locali era sufficiente a dimostrarne la ‘potenzialità abitativa’, rendendoli rilevanti per il calcolo della superficie totale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della contribuente, confermando la linea dura della giurisprudenza in materia. I giudici hanno chiarito che, per stabilire se un’abitazione sia di lusso, si deve fare riferimento alla nozione di ‘superficie utile complessiva’, intesa come la mera utilizzabilità potenziale degli ambienti. Non rileva, quindi, la loro effettiva e immediata abitabilità.

Il principio cardine, espresso dalla Corte, è che rientra nel concetto di ‘alloggio padronale’ tutto ciò che fa parte del complesso costruttivo e che è ‘utile’ a costituire l’abitazione stessa. L’utilità va intesa in senso fattuale, come idoneità di uno spazio a consentire lo svolgimento delle funzioni proprie della vita quotidiana. La presenza di predisposizioni per gli impianti, anche in locali non rifiniti, è stata considerata un sintomo inequivocabile di questa ‘potenzialità abitativa’.

La Corte ha inoltre specificato che la contribuente aveva contestato lo stato grezzo solo per il piano seminterrato e non per il sottotetto, legittimando quindi l’inclusione anche di quest’ultimo nel calcolo. Tutti gli altri motivi di ricorso sono stati dichiarati inammissibili per ragioni tecniche e procedurali, senza entrare nel merito.

Conclusioni

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale molto importante per chiunque si appresti ad acquistare un immobile beneficiando dell’agevolazione prima casa. Il messaggio è chiaro: la valutazione sulla natura ‘di lusso’ di un’abitazione non si basa solo su ciò che è immediatamente visibile e utilizzabile, ma anche sul potenziale futuro degli spazi. Prima di firmare il rogito, è essenziale effettuare una verifica tecnica accurata della superficie utile, includendo nel calcolo anche soffitte, mansarde e seminterrati che, seppur da ristrutturare, abbiano già la predisposizione per diventare ambienti abitabili. Una valutazione errata può costare cara, portando alla revoca del beneficio fiscale e al pagamento di imposte, sanzioni e interessi.

I locali allo stato grezzo, come seminterrati o sottotetti, rientrano nel calcolo della superficie utile per l’agevolazione prima casa?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, anche i locali allo stato grezzo rientrano nel calcolo se possiedono una ‘potenzialità abitativa’. La semplice predisposizione per gli impianti elettrici e di riscaldamento è sufficiente a dimostrare tale potenzialità, rendendoli rilevanti ai fini del superamento della soglia di 240 mq che definisce un’abitazione ‘di lusso’.

Cosa si intende per ‘potenzialità abitativa’ ai fini fiscali?
Per ‘potenzialità abitativa’ si intende l’idoneità di fatto di un ambiente a essere utilizzato per le normali attività della vita quotidiana, a prescindere dalla sua effettiva abitabilità al momento dell’acquisto. È un concetto di idoneità potenziale, non di utilizzo immediato.

L’effettiva abitabilità di un locale al momento del rogito è un criterio per escluderlo dal calcolo della superficie?
No. La sentenza chiarisce che l’effettiva abitabilità al momento dell’atto di acquisto è irrilevante. Ciò che conta è la potenziale utilizzabilità degli ambienti. Pertanto, anche un locale non rifinito ma con predisposizioni per impianti viene incluso nel computo della superficie utile complessiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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