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Agevolazione prima casa: immobile locato e inidoneità

La Corte di Cassazione analizza un caso di revoca dell’agevolazione prima casa a contribuenti che possedevano già altri immobili locati a terzi nello stesso comune. La Corte stabilisce un importante principio: la locazione, essendo una scelta volontaria del proprietario, non rende l’immobile “oggettivamente inidoneo” a soddisfare le esigenze abitative. Pertanto, la mera indisponibilità giuridica dovuta a un contratto di affitto non giustifica l’accesso al beneficio per un nuovo acquisto. Tuttavia, nel caso specifico, il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato respinto perché i giudici di merito avevano accertato, in via di fatto, che gli immobili erano comunque inidonei per dimensioni e caratteristiche, una valutazione non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione Prima Casa: l’Immobile Locato non è Causa di Inidoneità

L’agevolazione prima casa rappresenta una delle misure fiscali più importanti per i cittadini che desiderano acquistare la propria abitazione. Tuttavia, i requisiti per accedervi sono stringenti e spesso oggetto di interpretazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la pre-possidenza di un immobile locato a terzi. La Corte ha chiarito che l’indisponibilità di una casa, dovuta a una scelta volontaria come la locazione, non la rende “inidonea” ai fini del beneficio fiscale per un nuovo acquisto.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un avviso di liquidazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a due contribuenti. L’Amministrazione Finanziaria aveva revocato l’agevolazione “prima casa” ottenuta per l’acquisto di un nuovo immobile, contestando il fatto che i due fossero già proprietari di altre unità immobiliari nello stesso Comune.

I contribuenti si erano difesi sostenendo che tali immobili, essendo locati a terzi con contratti regolarmente registrati, non erano nella loro disponibilità e, pertanto, non potevano soddisfare le loro esigenze abitative. Le Commissioni Tributarie, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione ai contribuenti, ritenendo che il beneficio fiscale spettasse anche a chi è già proprietario di un altro immobile se quest’ultimo è inidoneo a sopperire ai bisogni abitativi del nucleo familiare. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per Cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Il Principio di Diritto sull’Agevolazione Prima Casa

La Corte di Cassazione, pur rigettando il ricorso dell’Agenzia per una ragione procedurale, ha colto l’occasione per enunciare un principio di diritto di fondamentale importanza. I giudici hanno stabilito che la nozione di “inidoneità oggettiva” di un immobile, che consente di accedere all’agevolazione prima casa per un nuovo acquisto, non può includere l’indisponibilità giuridica derivante da una scelta volontaria e discrezionale del proprietario.

La Distinzione tra Inidoneità Oggettiva e Indisponibilità Volontaria

La Corte ha chiarito che un immobile può essere considerato inidoneo per due categorie di motivi:
1. Circostanze di natura oggettiva: Riguardano le caratteristiche intrinseche dell’immobile, come l’inabitabilità effettiva a causa di danni strutturali, impianti non funzionanti o altre problematiche che lo rendono materialmente non utilizzabile come abitazione.
2. Circostanze di natura soggettiva: Si riferiscono all’inadeguatezza dell’immobile rispetto alle esigenze del nucleo familiare, ad esempio per dimensioni eccessivamente ridotte.

La locazione a terzi non rientra in nessuna di queste categorie. Si tratta, infatti, di una scelta del proprietario che decide di destinare l’immobile a fonte di reddito anziché a propria abitazione. Questa indisponibilità non è legata a una caratteristica intrinseca del bene, ma a un atto di disposizione del proprietario. Pertanto, chi loca il proprio immobile non può invocare tale situazione per richiedere nuovamente i benefici fiscali su un altro acquisto.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione ripercorrendo l’evoluzione normativa e giurisprudenziale in materia. L’obiettivo della legge sull’agevolazione prima casa è quello di favorire l’acquisto di un’abitazione da destinare a residenza familiare, non di agevolare investimenti immobiliari. Consentire il beneficio a chi già possiede un immobile idoneo, ma sceglie di locarlo, snaturerebbe la finalità della norma.

I giudici hanno affermato che il concetto di “casa di abitazione” presuppone implicitamente quello di “idoneità”. Se un immobile è oggettivamente idoneo, la sua presenza nel patrimonio dell’acquirente osta alla concessione del beneficio per un secondo acquisto nello stesso Comune. L’indisponibilità giuridica temporanea, come quella derivante da un contratto di locazione, non può essere equiparata a un’inidoneità oggettiva, poiché dipende unicamente dalla volontà del soggetto.

Le conclusioni

Nonostante l’enunciazione di questo principio, che era favorevole alla tesi dell’Agenzia delle Entrate, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La ragione risiede nel fatto che la Corte d’Appello, nella sua sentenza, non si era limitata a considerare la locazione, ma aveva anche accertato in via di fatto che gli immobili pre-posseduti “non erano idonei a soddisfare le esigenze abitative del nucleo familiare degli odierni appellati per dimensioni e caratteristiche oggettive”.

Questa valutazione, essendo un accertamento di merito basato sui fatti specifici del caso, non può essere riesaminata dalla Corte di Cassazione, il cui compito è limitato alla verifica della corretta applicazione del diritto. Di conseguenza, la decisione dei giudici di secondo grado è stata confermata, e i contribuenti hanno mantenuto il beneficio fiscale, ma non in virtù della locazione, bensì a causa dell’accertata inadeguatezza strutturale e dimensionale delle loro precedenti proprietà.

Posso usufruire dell’agevolazione prima casa se possiedo già un altro immobile locato a terzi nello stesso Comune?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la locazione è una scelta volontaria del proprietario e non rende l’immobile oggettivamente inidoneo. L’indisponibilità giuridica che ne deriva non giustifica la concessione del beneficio per un nuovo acquisto.

Cosa si intende per “immobile inidoneo” ai fini del beneficio prima casa?
Un immobile è considerato inidoneo quando, per caratteristiche oggettive (es. inabitabilità, danni strutturali) o soggettive intrinseche (es. dimensioni troppo ridotte per le esigenze del nucleo familiare), non è concretamente in grado di sopperire ai bisogni abitativi del contribuente. Non rientra in questa categoria l’indisponibilità derivante da una scelta del proprietario, come la locazione.

Perché in questo caso specifico il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato comunque respinto?
Nonostante la Corte abbia affermato il principio per cui la locazione non rileva, ha respinto il ricorso perché il giudice di secondo grado aveva anche accertato, in fatto, che gli immobili pre-posseduti erano comunque inidonei per altre ragioni oggettive (dimensioni e caratteristiche). Questa valutazione di fatto non può essere riesaminata dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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