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Agevolazione IRES enti ecclesiastici: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2884/2024, ha stabilito principi fondamentali sull’agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici. La Corte ha chiarito che la riduzione d’imposta non è automatica solo per la natura dell’ente, ma richiede una valutazione oggettiva dell’attività svolta, che non deve configurarsi come un’impresa commerciale in concorrenza sul mercato. Inoltre, ha confermato la tassabilità delle plusvalenze derivanti dalla vendita di terreni edificabili, anche se acquisiti per successione tra enti (ope legis), poiché la tassazione è legata alla caratteristica intrinseca del bene e non alla modalità di acquisto.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione IRES Enti Ecclesiastici: I Chiarimenti della Cassazione

L’agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici è un tema di grande rilevanza che si colloca al confine tra diritto tributario e disciplina degli enti del terzo settore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 2884 del 31 gennaio 2024, ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che il beneficio fiscale non dipende unicamente dalla natura religiosa dell’ente, ma richiede un’attenta analisi dell’attività concretamente svolta. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli enti che operano senza scopo di lucro.

Il Caso: Un Ente Ecclesiastico e la Contestazione Fiscale

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di un Istituto diocesano per il sostentamento del clero. L’autorità fiscale contestava all’ente il diritto alla riduzione dell’IRES per i redditi derivanti dalla locazione di un cospicuo patrimonio immobiliare. Inoltre, recuperava a tassazione le plusvalenze generate dalla cessione di alcuni immobili, che l’ente riteneva non imponibili.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’Istituto, annullando l’avviso di accertamento. I giudici di merito avevano ritenuto che l’attività dell’ente, essendo strumentale al fine di religione e culto (il sostentamento del clero), non potesse essere considerata commerciale e avesse quindi diritto all’agevolazione. Per le plusvalenze, avevano escluso la tassabilità in quanto l’ente era subentrato nella proprietà dei beni per legge (ope legis) a seguito della soppressione di benefici ecclesiastici precedenti, rendendo impossibile determinare un costo di acquisto iniziale.

L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta della decisione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte sull’agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici

La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassando con rinvio la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. I giudici supremi hanno delineato due principi fondamentali:

1. Requisito Oggettivo per l’Agevolazione: La riduzione dell’IRES non è un diritto automatico basato sulla sola qualifica soggettiva di ‘ente ecclesiastico’. È necessario un accertamento oggettivo per verificare che l’attività svolta, pur se finalizzata a reperire fondi per scopi istituzionali, non sia condotta con modalità commerciali e imprenditoriali, ovvero in concorrenza con altri operatori di mercato.
2. Tassabilità delle Plusvalenze: La plusvalenza derivante dalla cessione di terreni edificabili è sempre tassabile, secondo la previsione ‘in ogni caso’ della normativa (t.u.i.r.). La modalità di acquisizione, anche se ope legis e senza un costo iniziale esplicito, non esclude l’imponibilità del guadagno, che deriva dall’incremento di valore intrinseco del bene.

Le Motivazioni della Sentenza: Oltre la Natura dell’Ente

La Corte ha costruito il proprio ragionamento su una consolidata giurisprudenza, ribadendo che le norme agevolative, essendo eccezionali, devono essere interpretate restrittivamente.

L’agevolazione IRES per gli enti ecclesiastici non è automatica

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra la finalità dell’ente e le modalità con cui essa viene perseguita. Non basta che i proventi di un’attività (come la locazione di immobili) siano destinati al fine istituzionale di religione o culto. È indispensabile verificare se tale attività si configuri come ‘mero godimento’ del patrimonio o se, al contrario, assuma i contorni di un’attività d’impresa.

La Corte ha indicato alcuni indici di commercialità da valutare caso per caso:

* L’impiego di strutture e mezzi organizzati con fini di concorrenzialità.
* La stipula sistematica di contratti a breve durata.
* La gestione di un patrimonio immobiliare di notevole consistenza.
* L’adozione di tecniche di marketing per attirare clientela.

In sostanza, se l’ente agisce sul mercato come un qualsiasi operatore economico, l’attività è commerciale e i relativi redditi non possono beneficiare dell’aliquota IRES ridotta. L’onere di dimostrare la natura non commerciale dell’attività ricade sull’ente che richiede il beneficio.

La Tassabilità delle Plusvalenze Immobiliari

Per quanto riguarda le plusvalenze, la Cassazione ha sottolineato che la tassazione della cessione di terreni edificabili ha una ratio precisa: colpire un ‘arricchimento’ che deriva non da un’attività produttiva del proprietario, ma da una caratteristica intrinseca del bene, spesso legata a decisioni della pubblica amministrazione (pianificazione urbanistica).

L’espressione ‘in ogni caso’, utilizzata dal legislatore, svincola la tassabilità dalla presenza di un intento speculativo e dalla modalità di acquisto (compravendita, donazione o, come nel caso di specie, successione ope legis). Pertanto, la difficoltà nel determinare un costo storico di acquisto non può essere un motivo per escludere la tassazione del reddito generato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Enti del Terzo Settore

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un monito importante per tutti gli enti ecclesiastici e, per estensione, per gli enti del terzo settore. La qualifica soggettiva non è uno scudo fiscale automatico. Per ottenere l’agevolazione IRES, gli enti devono essere in grado di dimostrare che le loro attività di raccolta fondi, in particolare la gestione di patrimoni immobiliari, sono condotte in modo da non configurare un’attività d’impresa. È fondamentale che la gestione sia meramente conservativa e finalizzata al reperimento dei mezzi necessari per gli scopi istituzionali, senza entrare in diretta concorrenza con gli operatori commerciali. Inoltre, la sentenza riafferma un principio cardine del diritto tributario: l’incremento di valore di un terreno divenuto edificabile costituisce una forma di ricchezza tassabile, a prescindere da come l’ente ne sia venuto in possesso.

Un ente ecclesiastico ha sempre diritto alla riduzione dell’IRES?
No, la qualifica di ente ecclesiastico è una condizione necessaria ma non sufficiente. L’agevolazione IRES spetta solo se l’attività concretamente svolta non ha carattere commerciale e non è condotta con metodi imprenditoriali in concorrenza con il mercato, anche se i proventi sono destinati a fini istituzionali.

L’attività di locazione di immobili da parte di un ente ecclesiastico è considerata commerciale?
Dipende dalle modalità concrete di gestione. Se si risolve nella mera riscossione dei canoni per un godimento passivo del patrimonio (gestione conservativa), non è commerciale. Se invece l’ente impiega una struttura organizzata, adotta tecniche di marketing, stipula contratti brevi sistematicamente e agisce come un operatore di mercato, l’attività viene considerata commerciale e i relativi redditi non beneficiano dell’agevolazione.

La plusvalenza dalla vendita di un terreno edificabile è tassabile se il terreno è stato acquisito per legge (ope legis) e non tramite un acquisto oneroso?
Sì, è tassabile. La normativa fiscale prevede che le plusvalenze realizzate dalla cessione a titolo oneroso di terreni edificabili siano tassate ‘in ogni caso’. Questa dicitura rende irrilevante la modalità di acquisto del bene. La tassazione si fonda sull’incremento di valore intrinseco del terreno, che costituisce una forma di ricchezza imponibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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