LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Agevolazione IMU terreni agricoli: il requisito

Un comune ha negato l’agevolazione IMU a un coltivatore diretto poiché il suo reddito da pensione superava quello agricolo. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che per l’agevolazione IMU per terreni agricoli è sufficiente la sola iscrizione del soggetto alla previdenza agricola, senza che sia necessario verificare la prevalenza del reddito agrario su altre fonti di reddito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione IMU terreni agricoli: sufficiente l’iscrizione alla previdenza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di agevolazione IMU per terreni agricoli, specificando i requisiti necessari per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. La decisione stabilisce un principio di semplificazione di grande importanza: l’iscrizione alla previdenza agricola è condizione sufficiente per accedere al beneficio, anche per i soggetti pensionati.

I Fatti di Causa: La Controversia sull’IMU

Il caso trae origine da un avviso di accertamento con cui un Comune richiedeva il pagamento di una maggiore IMU per l’anno 2013. L’ente locale aveva negato a un contribuente, coltivatore diretto, il diritto all’agevolazione fiscale prevista per i terreni agricoli. La motivazione del diniego risiedeva nel fatto che il reddito da pensione del contribuente risultava prevalente rispetto a quello derivante dall’attività agricola.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al Comune, confermando che la prevalenza del reddito da pensione ostacolava la fruizione del beneficio fiscale. Gli eredi del contribuente, non condividendo tale interpretazione, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e l’Agevolazione IMU per terreni agricoli

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando completamente le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno affermato che, ai fini dell’applicazione dell’agevolazione IMU per terreni agricoli, il giudice non deve più effettuare una valutazione comparativa tra il reddito agricolo e altri redditi, come quello da pensione.

Il requisito chiave, secondo la Corte, è l’iscrizione del soggetto nella gestione previdenziale e assistenziale agricola. Tale iscrizione, di per sé, certifica la continuità dell’attività agricola e costituisce l’unica condizione richiesta dalla normativa più recente per beneficiare delle agevolazioni fiscali sull’IMU.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi dell’evoluzione normativa in materia. Mentre in passato, sotto il regime ICI, era richiesta una verifica sulla prevalenza del reddito agricolo, la disciplina IMU, specialmente a seguito di interventi normativi successivi come l’art. 78-bis del D.L. n. 104/2020 (norma di interpretazione autentica), ha modificato radicalmente i presupposti.

La legislazione attuale, ispirata dalla volontà di sostenere l’imprenditoria agricola, ha stabilito che l’iscrizione alla previdenza agricola è sufficiente a qualificare un soggetto come coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale ai fini fiscali. Questo vale anche se il soggetto è già pensionato, a condizione che continui a svolgere attività agricola con modalità idonee a mantenere tale iscrizione.

L’iscrizione previdenziale, quindi, crea una presunzione legale (sebbene relativa e quindi superabile con prova contraria) dello svolgimento di un’attività di coltivazione diretta e abituale del fondo. Di conseguenza, è venuta meno la necessità di accertare la prevalenza del reddito agrario sui redditi provenienti da altre fonti. La decisione del giudice di merito, basata su un criterio ormai superato, è stata pertanto ritenuta errata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Innanzitutto, semplifica notevolmente l’accesso alle agevolazioni IMU per coltivatori diretti e imprenditori agricoli, eliminando un complesso onere probatorio. In secondo luogo, offre una tutela significativa ai pensionati che continuano a dedicarsi all’agricoltura, riconoscendo il valore della loro attività a prescindere dall’entità del loro reddito da pensione.

In sintesi, per i contribuenti che possiedono i requisiti per l’iscrizione alla previdenza agricola e la mantengono attiva, il diritto all’agevolazione IMU sui terreni agricoli è garantito, senza che l’amministrazione finanziaria possa contestarlo sulla base della prevalenza di altre fonti di reddito.

Un agricoltore pensionato ha diritto all’agevolazione IMU sui terreni agricoli anche se il suo reddito da pensione è superiore a quello agricolo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa attuale non richiede più la prevalenza del reddito agricolo su altre fonti di reddito. È sufficiente che il soggetto, anche se pensionato, continui a svolgere l’attività agricola e mantenga l’iscrizione nella relativa gestione previdenziale.

Qual è il requisito fondamentale per ottenere l’agevolazione IMU come coltivatore diretto?
Il requisito fondamentale e sufficiente è l’iscrizione del soggetto alla previdenza agricola. Tale iscrizione certifica di per sé lo status di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale ai fini del beneficio fiscale, senza necessità di ulteriori accertamenti sul reddito.

L’iscrizione alla previdenza agricola è una prova assoluta dell’attività agricola ai fini fiscali?
No, costituisce una presunzione legale relativa (iuris tantum). Questo significa che si presume che il soggetto svolga effettivamente l’attività agricola, ma è possibile fornire una prova contraria per dimostrare che, nonostante l’iscrizione, tale attività non viene svolta nei modi e nei termini richiesti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati