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Agevolazione fondi immobiliari: prova della prevalenza

Una società di gestione del risparmio ha perso l’appello per l’ottenimento di una agevolazione fiscale sul conferimento di immobili a un fondo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che la società non ha fornito una prova adeguata per l’agevolazione fondi immobiliari, specificamente sul requisito della prevalenza di immobili locati, e non ha contestato correttamente in sede di legittimità la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione Fondi Immobiliari: Prova Rigorosa e Limiti del Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2904 del 31 gennaio 2024, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti necessari per ottenere l’agevolazione fondi immobiliari in caso di conferimento di immobili. La decisione sottolinea il rigoroso onere della prova a carico del contribuente e i limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione dei fatti operata dai giudici di merito. La vicenda, che vedeva contrapposte una Società di Gestione del Risparmio (SGR) e l’Agenzia delle Entrate, si è conclusa con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, consolidando principi fondamentali in materia tributaria.

Il Contesto del Caso

Una SGR gestore di un fondo comune di investimento immobiliare chiuso aveva ricevuto in conferimento da una società consortile il diritto di superficie su un vasto complesso immobiliare. L’operazione riguardava degli stand concessi in uso a operatori del settore ortofrutticolo. La SGR intendeva avvalersi del regime fiscale di favore previsto dall’art. 8, comma 1-bis, del d.l. 351/2001, che prevede un trattamento vantaggioso ai fini delle imposte di registro, ipotecaria e catastale.

Il presupposto chiave per accedere a tale beneficio è che il conferimento riguardi “una pluralità di immobili prevalentemente locati al momento dell’apporto”. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, aveva negato l’agevolazione, ritenendo che tale requisito non fosse stato soddisfatto.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’Amministrazione Finanziaria. La decisione dei giudici di appello si fondava su una motivazione centrale: la SGR non aveva fornito la prova, a suo carico, della prevalenza del valore degli immobili locati rispetto a quelli non locati.

In particolare, i giudici avevano ritenuto inattendibile la perizia di stima prodotta dalla società, basata su un metodo finanziario che valorizzava i flussi di cassa derivanti dai canoni. Tale valutazione era stata giudicata inaffidabile a causa della presenza, in molti contratti, di clausole di rilascio anticipato che ne minavano la stabilità. Secondo la Commissione Regionale, la valutazione avrebbe dovuto basarsi sul valore effettivo dei beni e non solo su quello finanziario.

L’Agevolazione Fondi Immobiliari e i Motivi del Ricorso in Cassazione

La SGR ha impugnato la sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, articolando tre motivi di ricorso. In sintesi, la società lamentava:

1. Nullità della sentenza per motivazione carente o apparente.
2. Violazione di legge, per aver erroneamente escluso la sussistenza del requisito della prevalente locazione degli immobili.
3. Ancora nullità della sentenza per motivazione carente riguardo alla prova della prevalenza locativa.

Tutti i motivi, pur con sfumature diverse, miravano a contestare la valutazione operata dal giudice di merito sulla prova del requisito necessario per l’agevolazione fondi immobiliari.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i motivi inammissibili. La ratio decidendi della sentenza si basa su un principio cardine del processo di legittimità: la Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della controversia, ma solo verificare la corretta applicazione del diritto e la logicità della motivazione.

I giudici hanno osservato che il ricorrente non aveva adeguatamente censurato il fulcro della decisione di appello, ovvero la carenza probatoria. Le critiche mosse dalla SGR si concentravano sull’erronea interpretazione della norma e sulla presunta inadeguatezza della motivazione, ma non contestavano la valutazione delle prove secondo lo specifico strumento previsto dall’art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c. (omesso esame di un fatto decisivo).

La valutazione delle prove, incluse le perizie e le presunzioni, è un’attività riservata esclusivamente al giudice di merito. Criticare il “convincimento” del giudice, contrapponendo una diversa interpretazione delle risultanze processuali, non è ammissibile in sede di legittimità. La SGR, in sostanza, chiedeva alla Corte una nuova valutazione dei fatti, compito che esula dalle sue funzioni.

Poiché la SGR non ha efficacemente scalfito la ratio decidendi della sentenza impugnata (cioè la mancata dimostrazione del requisito della prevalenza), tale motivazione è passata in giudicato, rendendo l’intero ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce due principi fondamentali per i contribuenti che intendono beneficiare di regimi fiscali di favore. Primo, l’onere di provare la sussistenza di tutti i requisiti di legge grava interamente su chi richiede l’agevolazione. Tale prova deve essere rigorosa, completa e convincente. Secondo, il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio. Non è possibile utilizzarlo per ottenere un riesame delle prove, ma solo per denunciare specifici vizi di legittimità, come la violazione di norme di diritto o un’omessa valutazione di un fatto storico decisivo, che deve essere adeguatamente dedotto.

Quando si applica l’agevolazione fiscale per il conferimento di immobili a un fondo di investimento?
L’agevolazione, ai sensi dell’art. 8, comma 1-bis, del d.l. 351/2001, si applica quando il conferimento a un fondo immobiliare chiuso riguarda una pluralità di immobili che, al momento dell’apporto, sono prevalentemente concessi in locazione a terzi.

Chi deve provare la sussistenza dei requisiti per ottenere l’agevolazione fondi immobiliari?
L’onere della prova grava interamente sul contribuente che intende beneficiare dell’agevolazione. Deve dimostrare in modo rigoroso che il valore degli immobili locati è prevalente rispetto al valore di quelli non locati.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito?
No, la valutazione delle prove è un’attività riservata all’apprezzamento discrezionale del giudice di merito (primo e secondo grado). In Cassazione non è possibile chiedere un riesame dei fatti o criticare il “convincimento” del giudice, a meno che non si denunci, nei modi previsti dalla legge, l’omesso esame di un fatto storico specifico e decisivo per il giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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