LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Agevolazione fiscale fondi: onere della prova decisivo

Una società di gestione del risparmio ha richiesto una agevolazione fiscale per il conferimento di immobili a un fondo, sostenendo che fossero prevalentemente locati. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la società non ha adempiuto al proprio onere della prova riguardo alla prevalenza delle locazioni, un requisito essenziale per il beneficio. La sentenza sottolinea che omettere di contestare la ragione principale della decisione di un grado inferiore rende l’impugnazione inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazione fiscale fondi: la prova della prevalenza è un requisito non superabile

L’accesso a un’agevolazione fiscale non è mai automatico. Richiede il rispetto rigoroso di specifici requisiti previsti dalla legge. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce l’importanza cruciale dell’onere della prova a carico del contribuente, specialmente nel contesto dell’agevolazione fiscale fondi immobiliari. Il caso analizzato riguarda una società di gestione del risparmio che si è vista negare un beneficio fiscale per non aver dimostrato un presupposto di fatto essenziale: la prevalenza degli immobili locati al momento del conferimento.

I Fatti del Caso: Il Conferimento al Fondo Immobiliare

Una società di gestione del risparmio conferiva il diritto di superficie su un complesso immobiliare, costituito da stand per operatori ortofrutticoli, a un fondo comune di investimento immobiliare chiuso. L’atto di conferimento era sottoposto a una condizione sospensiva legata alla sussistenza dei presupposti per un regime fiscale agevolato.

Una volta avveratasi la condizione, l’Agenzia delle Entrate liquidava l’imposta di registro in misura ordinaria, negando l’applicazione del beneficio richiesto dalla società. La contribuente impugnava l’avviso di liquidazione, ma sia la Commissione tributaria provinciale che quella regionale respingevano le sue ragioni, sostenendo che non fosse stata fornita la prova del requisito chiave per l’agevolazione.

La questione dell’agevolazione fiscale fondi e la prova della prevalenza

La normativa di riferimento (art. 8, comma 1-bis, del d.l. n. 351/2001) prevede un’importante agevolazione fiscale per i fondi immobiliari. Questa si applica agli apporti costituiti da una “pluralità di immobili prevalentemente locati al momento dell’apporto”. Il termine “prevalentemente” impone un requisito quantitativo: la maggior parte degli immobili conferiti deve essere oggetto di un contratto di locazione con terzi.

Nel caso di specie, il giudice di secondo grado aveva sottolineato una carenza probatoria fondamentale. Nonostante la società avesse prodotto una notevole mole di contratti, non era riuscita a dimostrare in modo chiaro e inequivocabile che, al momento del conferimento, la maggior parte degli stand fosse effettivamente locata. Lo stesso atto notarile menzionava solo una “parziale” occupazione, senza specificare il rapporto tra stand occupati e non. L’onere della prova di tale prevalenza, essendo un elemento costitutivo del beneficio fiscale, gravava interamente sulla società.

La Decisione della Corte di Cassazione: Inammissibilità per Carenza del Motivo di Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della società inammissibile. La decisione non entra nel merito della qualificazione dei contratti o dell’interpretazione estensiva della norma, questioni sollevate dalla ricorrente, ma si ferma a un livello procedurale precedente e dirimente.

Il punto centrale è che la sentenza della Commissione tributaria regionale si basava su una ragione principale, chiara e autonoma: la mancata prova della prevalenza degli immobili locati. I motivi di ricorso presentati dalla società, invece, si concentravano su questioni diverse, senza contestare in modo specifico ed efficace questa fondamentale ratio decidendi. Di conseguenza, su quel punto si è formato il giudicato, rendendo inutile l’esame delle altre censure.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: quando una sentenza si fonda su diverse rationes decidendi, ciascuna delle quali è di per sé sufficiente a sorreggere la decisione, il ricorrente ha l’onere di impugnarle tutte. Se anche una sola di queste ragioni non viene contestata, essa passa in giudicato e il ricorso diventa inammissibile per carenza di interesse, poiché l’eventuale accoglimento delle altre censure non potrebbe comunque portare all’annullamento della sentenza.

Nel caso specifico, la ragione non adeguatamente contestata era l’accertamento di fatto del giudice di merito sulla carenza di prova. La Corte ha precisato che la valutazione delle prove è un’attività riservata al giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, se non attraverso la denuncia di un vizio specifico, come l’omesso esame di un fatto decisivo, che però non è stato correttamente dedotto dalla ricorrente. La società si è limitata a criticare il convincimento del giudice, proponendo una diversa interpretazione delle risultanze processuali, attività non consentita in Cassazione.

Le conclusioni

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica per tutti i contribuenti che intendono beneficiare di regimi fiscali agevolati. Non è sufficiente ritenere di avere diritto a un beneficio; è indispensabile essere in grado di dimostrarlo con prove chiare, complete e inequivocabili. L’onere della prova è un pilastro del diritto tributario e il suo mancato assolvimento ha conseguenze fatali. Inoltre, la sentenza evidenzia l’importanza di una corretta strategia processuale: nell’impugnare una decisione, è essenziale attaccare tutte le autonome ragioni che la sostengono, specialmente quelle basate su accertamenti di fatto, per evitare una declaratoria di inammissibilità che preclude ogni ulteriore discussione.

Qual è il requisito fondamentale per ottenere l’agevolazione fiscale per i conferimenti a fondi immobiliari prevista dall’art. 8, comma 1-bis, del d.l. 351/2001?
Il requisito fondamentale è che il conferimento riguardi una “pluralità di immobili prevalentemente locati al momento dell’apporto”. Questo significa che il contribuente deve dimostrare che la maggior parte degli immobili conferiti era concessa in locazione a terzi in quel preciso momento.

Su chi ricade l’onere di provare la sussistenza dei requisiti per un’agevolazione fiscale?
L’onere della prova ricade interamente sul contribuente che intende beneficiare dell’agevolazione. È la parte privata che deve dimostrare in modo adeguato e completo la sussistenza di tutti i presupposti di fatto richiesti dalla norma per accedere al trattamento fiscale di favore.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione non contesta una delle ragioni autonome e sufficienti su cui si fonda la sentenza impugnata?
Se il ricorso non contesta una delle diverse rationes decidendi (ragioni della decisione) che da sola è sufficiente a giustificare la statuizione del giudice, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo accade perché sulla ragione non contestata si forma il giudicato, rendendo irrilevante l’esame delle altre censure.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati