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Adesione verbale constatazione: quando è impugnabile?

Una società, dopo aver aderito a un verbale di constatazione fiscale, ha impugnato il successivo atto di definizione sostenendo che fosse stato notificato oltre il termine di 60 giorni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l’adesione verbale constatazione preclude la possibilità di contestare il merito della pretesa fiscale. L’impugnazione è ammessa solo per vizi propri dell’atto, come la non corrispondenza tra quanto concordato e quanto liquidato. Inoltre, il termine di 60 giorni per la notifica è stato definito acceleratorio e non perentorio, la cui violazione non determina la nullità dell’atto.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Adesione Verbale Constatazione: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Impugnazione

L’istituto dell’adesione verbale constatazione rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso tributario, consentendo a Fisco e contribuente di raggiungere un accordo prima dell’emissione di un avviso di accertamento. Ma cosa succede se, dopo aver aderito, il contribuente vuole contestare l’atto che ne formalizza gli effetti? Con l’ordinanza n. 5541/2025, la Corte di Cassazione torna sul tema, delineando con precisione i confini dell’impugnabilità dell’atto di definizione e la natura del termine di 60 giorni per la sua notifica.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore della produzione e commercializzazione di generi alimentari riceveva alcuni avvisi di definizione per maggiori imposte Ires, Iva e Irap, a seguito di un’adesione a un processo verbale di constatazione che aveva rilevato un maggior volume d’affari. La società decideva di impugnare tali atti, lamentando in particolare che la notifica fosse avvenuta oltre il termine di 60 giorni previsto dall’art. 5-bis del D.Lgs. 218/1997, ritenendo tale termine perentorio e la sua violazione causa di nullità.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) accoglieva inizialmente il ricorso della contribuente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ribaltava la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sull’Adesione Verbale Constatazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando la decisione della CTR. I giudici hanno trattato congiuntamente i tre motivi di ricorso, in quanto strettamente connessi, e hanno ribadito un principio fondamentale: l’adesione al verbale di constatazione cristallizza la pretesa fiscale e limita drasticamente le successive possibilità di contestazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che l’adesione è un atto con cui il contribuente accetta il contenuto integrale del verbale, scegliendo la via del contraddittorio semplificato per ottenere una riduzione delle sanzioni. Questa scelta comporta una conseguenza logica e giuridica ineludibile: la rinuncia a contestare nel merito i rilievi fiscali oggetto dell’accordo.

L’impugnazione del successivo atto di definizione, pertanto, non può essere utilizzata per riaprire una discussione sulla legittimità della pretesa fiscale. È consentita solo in casi molto specifici, riconducibili a vizi propri dell’atto di definizione stesso. Il perimetro dell’impugnazione è ristretto alla cosiddetta “non corrispondenza”, ovvero quando vi sia una discrepanza tra gli importi concordati nel verbale e quelli liquidati nell’atto finale. Nel caso di specie, la società non lamentava errori di calcolo, ma tentava di rimettere in discussione la legittimità della pretesa, un’azione preclusa dalla sua stessa adesione.

In merito al secondo motivo di ricorso, cruciale nella vicenda, la Cassazione ha stabilito che il termine di 60 giorni per la notifica dell’atto di definizione non ha natura perentoria. Si tratta, invece, di un termine acceleratorio, posto per dare stabilità e certezza al rapporto fiscale in tempi ragionevoli. Il suo superamento, tuttavia, non determina la decadenza del potere dell’amministrazione finanziaria né la nullità dell’atto, proprio perché quest’ultimo trae la sua sostanza dall’accordo già raggiunto tra le parti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in commento rafforza la natura pattizia e vincolante dell’adesione al verbale di constatazione. Per i contribuenti e i professionisti, il messaggio è chiaro: la scelta di aderire è una decisione ponderata che chiude la porta a future contestazioni di merito. L’eventuale impugnazione successiva deve fondarsi su prove di errori materiali o di calcolo nell’atto di definizione, non su un ripensamento riguardo alla fondatezza dei rilievi originari. Questa pronuncia conferma che, una volta siglato l’accordo, la pretesa fiscale diventa intangibile, e i tentativi di rimetterla in discussione attraverso vizi procedurali, come il superamento di un termine non perentorio, sono destinati a fallire.

Dopo aver aderito a un verbale di constatazione, posso impugnare l’atto di definizione per contestare nel merito la pretesa fiscale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’adesione comporta l’accettazione dei contenuti del verbale e preclude la possibilità di impugnare il successivo atto di definizione per contestare la legittimità sostanziale della pretesa fiscale.

Il termine di 60 giorni che l’Agenzia delle Entrate ha per notificare l’atto di definizione è perentorio?
No, il termine di 60 giorni previsto dall’art. 5-bis D.Lgs. n. 218/1997 ha carattere acceleratorio. Il suo scopo è dare stabilità al rapporto fiscale in tempi ragionevoli, ma il suo superamento non causa la nullità o l’inefficacia dell’atto.

In quali casi è possibile impugnare l’atto di definizione emesso a seguito di adesione?
L’impugnazione è ammessa solo per vizi propri dell’atto e, in particolare, per far valere la “non corrispondenza” tra gli importi concordati nel verbale a cui si è aderito e quelli effettivamente liquidati e richiesti nell’atto di definizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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