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Addizionale bonus dirigenti: la Cassazione chiarisce

Un dirigente del settore finanziario ha impugnato il diniego al rimborso dell’addizionale bonus dirigenti, sostenendo che non fosse dovuta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che, a seguito delle modifiche legislative del 2011, l’imposta si applica sulla parte variabile della retribuzione che eccede quella fissa, a prescindere dal superamento del triplo dello stipendio base.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Addizionale Bonus Dirigenti: Quando si Applica? La Cassazione Fa Chiarezza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla controversa questione dell’addizionale bonus dirigenti nel settore finanziario. La decisione offre un chiarimento fondamentale sui presupposti di applicazione di questa imposta, specificando come le modifiche normative del 2011 abbiano ridefinito la base imponibile, con importanti conseguenze per i contribuenti e i sostituti d’imposta. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Rimborso Respinta

Il caso ha origine dal ricorso di un dirigente di una società operante nel settore finanziario. Per l’anno 2014, la società, in qualità di sostituto d’imposta, aveva applicato e versato l’addizionale del 10% prevista dall’art. 33 del d.l. n. 78/2010 sulla parte variabile della sua retribuzione, costituita da bonus e stock option.

Ritenendo tale prelievo indebito, il dirigente aveva presentato un’istanza di rimborso all’Agenzia delle Entrate. A seguito del silenzio-rifiuto dell’amministrazione, il contribuente si era rivolto alla giustizia tributaria. La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva respinto le sue ragioni, accogliendo l’appello dell’Agenzia delle Entrate e sostenendo che il contribuente non avesse provato la tempestività della sua richiesta.

Le Doglianze del Ricorrente e l’Appello in Cassazione

Il dirigente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Omesso esame di un fatto decisivo: secondo il ricorrente, i giudici di secondo grado non avrebbero considerato i documenti che provavano la tempestività della sua istanza di rimborso.
2. Violazione di legge: il ricorrente sosteneva che l’addizionale del 10% non fosse dovuta, in quanto il suo premio annuale non aveva superato il triplo dello stipendio base percepito nello stesso anno, condizione che riteneva necessaria per l’applicazione dell’imposta.

L’Applicazione dell’Addizionale Bonus Dirigenti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, ritenendolo infondato. In particolare, gli Ermellini hanno deciso di esaminare con priorità il secondo motivo, relativo alla violazione di legge, applicando il cosiddetto principio della “ragione più liquida”. Questo principio permette al giudice di risolvere la controversia basandosi sulla questione che, pur essendo logicamente subordinata ad altre, è di più facile soluzione e sufficiente a definire l’esito del giudizio. Poiché il prelievo fiscale è stato ritenuto legittimo nel merito, la questione sulla tempestività della richiesta di rimborso è diventata irrilevante.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su un orientamento ormai consolidato (richiamando la sentenza n. 15861/2023), chiarendo l’impatto delle modifiche introdotte dall’art. 23 del d.l. n. 98/2011. Questa norma ha aggiunto il comma 2-bis all’art. 33 del d.l. n. 78/2010, modificando radicalmente i presupposti per l’applicazione dell’addizionale.

Secondo la nuova formulazione, in vigore dal 17 luglio 2011, l’addizionale si applica “sull’ammontare che eccede l’importo corrispondente alla parte fissa della retribuzione”. La Corte ha specificato che il richiamo al primo comma della norma serve solo a identificare i destinatari (dirigenti del settore finanziario) e l’oggetto dell’imposta (bonus e stock option), ma non le condizioni di applicazione.

Di conseguenza, la Cassazione ha stabilito che non è più necessario che la retribuzione variabile superi il triplo di quella fissa. L’unico requisito per l’applicazione dell’imposta è che l’ammontare dei bonus e delle stock option ecceda l’importo della retribuzione fissa. Nella specie, il sostituto d’imposta aveva quindi agito correttamente applicando l’addizionale sull’eccedenza della retribuzione variabile rispetto a quella fissa.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio interpretativo di grande importanza per il settore finanziario. La decisione della Cassazione conferma che l’addizionale del 10% su bonus e stock option è dovuta sulla parte di tali emolumenti che eccede la retribuzione fissa, indipendentemente da qualsiasi altra soglia. Per i dirigenti e le società del settore, ciò significa che la base imponibile per questa specifica imposta è più ampia di quanto precedentemente ritenuto da alcuni, eliminando ogni dubbio sulla non applicabilità del limite del triplo dello stipendio base. Il ricorso è stato quindi rigettato, stabilendo un punto fermo sull’interpretazione della normativa vigente.

L’addizionale del 10% sui bonus e stock option per i dirigenti del settore finanziario si applica solo se la retribuzione variabile supera il triplo di quella fissa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, a seguito delle modifiche introdotte nel 2011, è sufficiente che l’ammontare dei bonus e delle stock option ecceda la parte fissa della retribuzione. Il requisito del superamento del triplo della parte fissa non è più necessario.

Come viene calcolata la base imponibile per questa addizionale?
La base imponibile è costituita dall’intero ammontare dei compensi variabili (bonus e stock option) che eccede l’importo della retribuzione fissa corrisposta nello stesso periodo d’imposta.

Perché la Corte non ha esaminato la questione sulla tempestività della richiesta di rimborso?
La Corte ha applicato il principio della “ragione più liquida”, decidendo la causa sulla base del motivo ritenuto infondato ma decisivo. Poiché l’imposta era comunque dovuta nel merito, esaminare se la richiesta di rimborso fosse stata presentata in tempo era diventato irrilevante ai fini della decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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