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Accordo conciliativo: estinzione del giudizio fiscale

Un contenzioso fiscale, relativo a redditi di partecipazione non dichiarati da una socia di una S.A.S., è giunto fino in Cassazione. Tuttavia, le parti hanno raggiunto un accordo conciliativo, spingendo la Corte a dichiarare la cessata materia del contendere e l’estinzione del giudizio, con compensazione delle spese legali come pattuito nell’accordo stesso.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accordo Conciliativo: Come Chiudere una Lite Fiscale e Ottenere l’Estinzione del Giudizio

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un accordo conciliativo possa rappresentare la chiave di volta per risolvere complesse controversie fiscali, portando all’estinzione del giudizio anche quando questo è pendente dinanzi alla Corte di Cassazione. Analizziamo come un’intesa tra le parti abbia prevalso sulla continuazione di una lunga battaglia legale.

I Fatti del Caso: Dall’Accertamento sulla Società al Socio

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una contribuente per l’anno d’imposta 2014. L’Ufficio contestava l’omessa dichiarazione di redditi derivanti dalla sua partecipazione, per una quota del 20%, in una società in accomandita semplice (S.A.S.).

L’azione del Fisco era una diretta conseguenza di un precedente accertamento mosso direttamente alla società, con cui era stato determinato un maggior reddito imponibile di circa 31.000 euro. In base al principio di trasparenza fiscale, tipico delle società di persone, tale reddito è stato imputato pro-quota ai soci. Di conseguenza, alla contribuente è stato attribuito un reddito di partecipazione non dichiarato di oltre 6.200 euro, su cui l’Agenzia ha richiesto le imposte dovute.

Il Percorso Giudiziario e l’Accordo Conciliativo

La contribuente ha impugnato l’atto impositivo dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, sollevando diverse eccezioni di natura procedurale e sostanziale. I giudici di primo grado hanno accolto il suo ricorso. L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato appello, ma anche la Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado ha confermato la decisione favorevole alla contribuente.

Non arrendendosi, l’Amministrazione finanziaria ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, proprio mentre il giudizio era pendente di fronte alla Suprema Corte, è intervenuto l’elemento risolutivo: le parti hanno stipulato un accordo conciliativo ai sensi dell’art. 48 del D.Lgs. 546/1992, definendo la controversia in via stragiudiziale.

La Decisione della Corte di Cassazione

A seguito della comunicazione dell’avvenuto accordo, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito delle questioni legali sollevate dall’Agenzia delle Entrate. Ha invece preso atto della nuova situazione e ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato:

1. Cessata la materia del contendere: L’oggetto della disputa non esisteva più, poiché risolto consensualmente tra le parti.
2. Estinto il giudizio: Di conseguenza, il processo si è concluso definitivamente.
3. Compensazione delle spese: Le spese legali del giudizio di Cassazione sono state compensate tra le parti, come previsto dall’accordo stesso.

Le Motivazioni: L’impatto decisivo dell’accordo conciliativo

La motivazione della Corte è puramente processuale e si fonda su un principio cardine: il venir meno dell’interesse ad agire. L’Agenzia delle Entrate, avendo raggiunto un accordo conciliativo con la contribuente sulle somme oggetto dell’accertamento, ha perso qualsiasi interesse a ottenere una pronuncia favorevole dalla Cassazione. L’accordo, infatti, ha soddisfatto la pretesa del Fisco in una misura concordata, rendendo superflua la prosecuzione del contenzioso.

La Corte, pertanto, non ha fatto altro che formalizzare l’esito della volontà delle parti. La cessazione della materia del contendere è la conseguenza diretta del fatto che la lite è stata risolta al di fuori delle aule di giustizia, e l’estinzione del giudizio ne è il logico corollario processuale. La decisione sulla compensazione delle spese, inoltre, rispetta e ratifica quanto pattuito dalle parti nell’ambito del loro accordo complessivo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza conferma l’importanza e l’efficacia dell’accordo conciliativo come strumento deflattivo del contenzioso tributario. Per i contribuenti, rappresenta una via concreta per chiudere una lite in modo certo e definitivo, evitando i costi, i tempi e le incertezze di un processo che può durare anni e attraversare tre gradi di giudizio.

L’aspetto più rilevante è che la conciliazione è possibile in ogni stato e grado del processo. Anche quando la questione è approdata al massimo livello della giurisdizione, come in questo caso, la porta per un accordo rimane aperta. La decisione della Corte evidenzia come la volontà delle parti di porre fine alla controversia prevalga sulla necessità di una pronuncia giurisdizionale, portando a una rapida e definitiva chiusura del caso.

Cosa succede a un processo fiscale se le parti raggiungono un accordo conciliativo?
Il processo si estingue. Come stabilito dalla Corte, il raggiungimento di un accordo fa venire meno l’interesse delle parti a proseguire il giudizio, portando alla dichiarazione di cessata materia del contendere e alla conseguente estinzione del procedimento.

Perché l’Agenzia delle Entrate ha rinunciato a proseguire il ricorso in Cassazione?
Perché, avendo stipulato un accordo conciliativo avente ad oggetto le somme richieste nell’avviso di accertamento, è venuto meno il suo interesse a ottenere una sentenza di cassazione. L’accordo ha di fatto risolto la controversia, rendendo inutile una decisione della Corte.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per accordo conciliativo?
In questo caso, la Corte ha disposto la compensazione delle spese. Ciò significa che ogni parte si è fatta carico delle proprie. Questa decisione è stata presa perché la compensazione delle spese era uno dei patti inclusi nell’accordo conciliativo complessivo raggiunto tra la contribuente e l’Agenzia delle Entrate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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