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Accise base imponibile IVA: quando sono escluse?

Una società di gestione aeroportuale forniva servizi, inclusa l’energia elettrica, ai propri locatari a fronte di un corrispettivo forfetario. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato la mancata inclusione delle accise sull’energia nella base imponibile IVA. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Ufficio, stabilendo un principio chiave: le accise entrano nella base imponibile IVA solo se l’Amministrazione Finanziaria prova che il fornitore le ha effettivamente addebitate (rivalsa) al consumatore finale. Poiché la rivalsa è facoltativa e in questo caso non è stata dimostrata, le accise restano escluse.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accise nella Base Imponibile IVA: Solo se la Rivalsa è Provata

La questione dell’inclusione delle accise nella base imponibile IVA è un tema complesso che tocca molti operatori economici, specialmente coloro che forniscono servizi comprensivi di beni soggetti a questa imposta, come l’energia elettrica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che le accise concorrono a formare la base imponibile dell’IVA solo a una condizione precisa: che siano state effettivamente e provatamente trasferite sul consumatore finale. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società di gestione aeroportuale forniva ai locatari dei propri spazi una serie di servizi accessori, tra cui la fornitura di energia elettrica. Per tali servizi, veniva pattuito un corrispettivo forfetario e onnicomprensivo, regolarmente assoggettato a IVA. L’Amministrazione Finanziaria, in seguito a un controllo, ha emesso un avviso di accertamento con cui recuperava a tassazione una maggiore IVA, sostenendo che le accise sull’energia elettrica, pagate a monte dalla società, dovessero essere incluse nella base imponibile del servizio offerto ai clienti.

La società contribuente si è opposta, argomentando che la rivalsa delle accise sul consumatore finale è meramente facoltativa e che, avendo pattuito un importo forfetario, non vi era alcun addebito specifico relativo alle accise. Dopo un esito altalenante nei primi due gradi di giudizio, la questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

Il Principio della Rivalsa e le Accise nella Base Imponibile IVA

Il cuore della controversia risiede nella natura delle accise e nel meccanismo della rivalsa. Le accise sono imposte monofase: vengono pagate una sola volta, tipicamente dal produttore o dal primo distributore. La legge consente a chi ha pagato l’accisa di addebitarne l’importo al cliente finale, un’azione nota come “rivalsa”.

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: questa rivalsa è facoltativa, non obbligatoria. Di conseguenza, le accise entrano a far parte della base imponibile IVA solo se e quando tale rivalsa viene concretamente esercitata. In altre parole, se il fornitore decide di non addebitare separatamente le accise e si limita a incassare un corrispettivo generico, quelle accise non costituiscono un elemento del prezzo pagato dal cliente e, pertanto, non possono essere incluse nella base imponibile su cui si calcola l’IVA.

L’Onere della Prova a Carico dell’Amministrazione Finanziaria

La Corte ha inoltre chiarito un aspetto processuale di cruciale importanza: l’onere della prova. Poiché l’inclusione delle accise nella base imponibile IVA è subordinata all’effettivo esercizio della rivalsa, spetta all’Amministrazione Finanziaria dimostrare che tale addebito sia avvenuto.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano accertato che la società contribuente aveva pattuito un corrispettivo forfetario “disancorato dai costi e dagli oneri sostenuti”. Questo significa che il prezzo pagato dai locatari non era in alcun modo collegato al costo specifico dell’accisa. In assenza di una prova contraria da parte dell’Ufficio, la Corte ha concluso che non si poteva presumere l’avvenuta rivalsa.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria sulla base di una corretta applicazione dei principi che regolano IVA e accise. La motivazione principale risiede nel fatto che l’inclusione delle accise nella base imponibile IVA non è automatica ma condizionata. La condizione è l’esercizio effettivo del diritto (facoltativo) di rivalsa sul consumatore finale.

La Corte ha ritenuto che il giudice di appello avesse correttamente valutato i fatti, concludendo per la mancata rivalsa. Poiché l’Amministrazione Finanziaria non ha fornito prove sufficienti a dimostrare il contrario, la sua pretesa è stata giudicata infondata. Il tentativo dell’Ufficio di invertire l’onere della prova o di chiedere alla Corte una nuova valutazione dei fatti è stato dichiarato inammissibile, poiché il giudizio di legittimità non può sostituirsi all’accertamento fattuale compiuto nei gradi di merito.

Conclusioni

Questa ordinanza offre preziose indicazioni per le imprese. Si conferma che il rapporto tra accise e base imponibile IVA è strettamente legato alla prova dell’effettiva traslazione dell’onere fiscale. Le aziende che forniscono beni o servizi soggetti ad accise all’interno di un pacchetto con corrispettivo forfetario devono essere consapevoli che, in caso di accertamento, l’onere di dimostrare l’avvenuta rivalsa spetterà all’Amministrazione Finanziaria. Se tale prova manca, le accise pagate non possono incrementare la base imponibile IVA dei servizi prestati, con importanti conseguenze sulla determinazione del tributo dovuto.

Le accise sull’energia elettrica devono essere sempre incluse nella base imponibile dell’IVA?
No, sono incluse solo se il fornitore esercita concretamente il diritto di rivalsa, addebitandole al consumatore finale. L’onere di provare l’avvenuta rivalsa spetta all’Amministrazione Finanziaria.

Il diritto di rivalsa per le accise è obbligatorio?
No, la rivalsa delle accise sul consumatore finale è una facoltà e non un obbligo per il fornitore del servizio.

Cosa succede se viene pattuito un corrispettivo forfetario per un servizio che include la fornitura di energia?
Se il corrispettivo è forfetario e “disancorato” dai costi specifici, come le accise, e l’Amministrazione Finanziaria non prova che le accise sono state di fatto traslate sul cliente, queste non entrano a far parte della base imponibile IVA di quel corrispettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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