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Accertamento sintetico: vale anche con anno prescritto

Un contribuente ha contestato un accertamento sintetico per il 2008, sostenendo l’illegittimità dell’atto poiché l’anno di riferimento precedente (2007) era prescritto. La Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, stabilendo che la decadenza dei poteri impositivi per un’annualità non inficia la legittimità dell’accertamento sintetico, a condizione che l’atto motivi la non congruità del reddito per entrambi gli anni. La Corte ha anche censurato la motivazione del giudice d’appello sulla prova fornita dal contribuente, ritenendola apparente.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento Sintetico: Legittimo Anche se un Anno di Riferimento è Prescritto

L’accertamento sintetico basato sul cosiddetto redditometro è uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per contrastare l’evasione fiscale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su un aspetto procedurale molto dibattuto: la validità dell’atto quando uno degli anni presi a riferimento per lo scostamento del reddito è ormai “scaduto” per i poteri di accertamento del Fisco. La Corte ha stabilito che la decadenza non invalida l’atto, a patto che vengano rispettate precise condizioni a garanzia del diritto di difesa del contribuente.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate rettificava, con metodo sintetico, il reddito dichiarato da un contribuente per l’anno d’imposta 2008. Il contribuente impugnava l’atto, lamentando la violazione delle norme sull’accertamento sintetico. In particolare, sosteneva che mancasse il requisito del cosiddetto “scostamento biennale”, poiché l’altro anno di riferimento utilizzato dal Fisco, il 2007, non era più accertabile a causa della decorrenza dei termini (decadenza).

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado accoglievano le ragioni del contribuente, ritenendo che l’utilizzo di un’annualità per la quale si era consumato il potere di accertamento rendesse illegittimo l’intero impianto presuntivo, ledendo il diritto di difesa. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, non si arrendeva e ricorreva in Cassazione.

Il Requisito del Biennio nell’Accertamento Sintetico: L’Irrilevanza della Decadenza

Il primo motivo di ricorso dell’Agenzia si concentrava sulla presunta violazione degli artt. 38 e 43 del D.P.R. 600/1973. La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, ribaltando la visione dei giudici di merito.

I giudici hanno chiarito che la normativa sull’accertamento sintetico (nella versione applicabile al caso) richiede che il reddito dichiarato risulti incongruo rispetto agli elementi di capacità contributiva “per due o più periodi di imposta”. Questo requisito, spiegano, si fonda su un principio logico: la disponibilità di certi beni (come auto di lusso o immobili) comporta spese di mantenimento che non sono occasionali, ma continuative, e presuppongono quindi redditi capienti su un arco temporale pluriennale.

Tuttavia, la norma non impone all’Ufficio di emettere un avviso di accertamento per ciascuno degli anni considerati. Ciò che è fondamentale, e sufficiente, è che l’atto di accertamento relativo a un determinato anno contenga una motivazione, anche sommaria, delle ragioni per cui la dichiarazione si ritiene incongrua anche per gli altri periodi di imposta. Questo permette al contribuente di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa contestando la circostanza.

La Decadenza non è un Ostacolo

La conseguenza diretta di questo principio è che il fatto storico della decadenza dal potere di accertamento per l’altra annualità (il 2007, nel caso di specie) non è decisivo. La legittimità dell’accertamento sintetico per il 2008 dipende unicamente dal fatto che l’atto impositivo motivi adeguatamente la non congruità dei redditi dichiarati per entrambi gli anni. La CTR ha quindi errato nel ritenere che la mancata emissione di un avviso per il 2007 inficiasse di per sé il potere di accertare il 2008.

L’Onere della Prova e la Motivazione Apparente

La Corte ha poi esaminato congiuntamente gli altri due motivi di ricorso dell’Agenzia, relativi alla motivazione della sentenza d’appello e all’onere della prova. La CTR aveva affermato che “il contribuente aveva fornito elementi di prova della disponibilità di mezzi sufficienti”, senza però specificare quali fossero tali prove e come fossero state valutate.

La Prova Contraria a Carico del Contribuente

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i confini della prova contraria che il contribuente deve fornire per superare la presunzione legale del redditometro. Non è sufficiente dimostrare la mera disponibilità di ulteriori redditi (esenti o già tassati). Il contribuente ha l’onere di fornire una prova documentale idonea a dimostrare:
1. L’entità di tali eventuali ulteriori redditi.
2. La “durata” del loro possesso.

In altre parole, deve ancorare a fatti oggettivi (quantitativi e temporali) la disponibilità di somme extra, per poterle riferire alle spese contestate. L’esibizione di estratti conto bancari, ad esempio, può essere una prova idonea a dimostrare la durata del possesso dei fondi.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto la motivazione della Commissione Tributaria Regionale meramente apparente. Affermare genericamente che il contribuente ha fornito la prova, senza dar conto di quali elementi probatori siano stati offerti e di come questi dimostrino che le somme disponibili siano state effettivamente utilizzate per coprire le spese, equivale a una mancata motivazione.

La sentenza impugnata è stata quindi giudicata errata in diritto per due ragioni:
1. Per aver considerato illegittimo l’accertamento a causa della decadenza dei poteri per l’anno di riferimento.
2. Per aver limitato l’onere probatorio del contribuente alla sola dimostrazione della disponibilità di mezzi economici, senza verificare la prova documentale del loro effettivo impiego per le spese contestate, e fornendo al riguardo una motivazione apparente.

Conclusioni

In conclusione, la Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà attenersi ai principi enunciati: la decadenza dei poteri di accertamento per un’annualità di riferimento non invalida di per sé l’accertamento sintetico per un’altra, e la prova a carico del contribuente deve essere rigorosa, documentale e specifica, non potendo il giudice limitarsi ad affermazioni generiche. Una decisione che rafforza gli strumenti di accertamento, ma al contempo traccia confini precisi per la motivazione degli atti e l’onere della prova, a tutela di un corretto contraddittorio.

Un accertamento sintetico è valido se uno dei due anni di riferimento è prescritto?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la decadenza del potere di accertamento per una delle annualità non invalida l’atto, a condizione che la motivazione dell’avviso di accertamento indichi le ragioni della non congruità del reddito per entrambi i periodi, consentendo così al contribuente un’adeguata difesa.

Cosa deve dimostrare il contribuente per superare la presunzione del redditometro?
Il contribuente non deve solo dimostrare la mera disponibilità di ulteriori redditi (esenti o già tassati), ma deve fornire una prova documentale specifica su circostanze sintomatiche del fatto che tali redditi siano stati effettivamente utilizzati per coprire le spese contestate. La prova deve riguardare l’entità di tali redditi e la durata del loro possesso.

Può un giudice rigettare un accertamento sintetico affermando genericamente che il contribuente ha fornito prove sufficienti?
No. Una simile affermazione, priva di un’analisi concreta degli elementi probatori offerti e della loro idoneità a dimostrare l’utilizzo dei fondi, costituisce una “motivazione apparente”, che rende la sentenza nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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