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Accertamento sintetico: prova contraria del donativo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato l’annullamento di un avviso di accertamento basato su un accertamento sintetico (cd. redditometro). La Corte ha ritenuto che il contribuente avesse fornito un’adeguata prova contraria dimostrando che la sua maggiore capacità di spesa derivava da un cospicuo bonifico ricevuto dalla madre. Questa donazione è stata considerata una giustificazione sufficiente per superare la presunzione di maggior reddito avanzata dall’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento Sintetico Annullato: Basta la Donazione del Genitore come Prova Contraria

L’accertamento sintetico, noto ai più come ‘redditometro’, è uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale. Tuttavia, la sua applicazione non è assoluta e il contribuente ha il diritto di fornire una prova contraria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito come una semplice donazione ricevuta da un genitore possa essere sufficiente a smontare la presunzione di maggior reddito del Fisco, annullando di fatto la pretesa tributaria.

I Fatti del Caso: la Presunzione del Fisco

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente per l’anno d’imposta 2014. L’Agenzia delle Entrate, utilizzando il metodo sintetico, aveva rilevato uno scostamento significativo tra il reddito dichiarato dal cittadino e la sua presunta capacità di spesa. Di conseguenza, l’Ufficio aveva accertato un maggior reddito di oltre 100.000 euro, con conseguente richiesta di maggiori imposte IRPEF e addizionali.

Il contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che lo scostamento fosse pienamente giustificato dalla ricezione di una somma di 90.000 euro tramite bonifico bancario da parte della propria madre. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente, annullando l’accertamento. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ha proposto ricorso in Cassazione.

L’Onere della Prova nell’Accertamento Sintetico

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i principi fondamentali che regolano l’onere della prova in materia di accertamento sintetico. La legge dispensa l’Amministrazione Finanziaria dal dover provare l’origine del maggior reddito; è sufficiente che dimostri l’esistenza di ‘fattori-indice’ di capacità contributiva (es. spese per immobili, auto di lusso, etc.) sproporzionati rispetto al reddito dichiarato.

A questo punto, la palla passa al contribuente. Spetta a lui, per difendersi, dimostrare che il reddito presunto dal Fisco in realtà non esiste o è inferiore. Per farlo, deve provare di aver sostenuto le spese contestate utilizzando risorse non reddituali o redditi esenti.

La Decisione della Cassazione: Legittimità della Donazione come Prova

Nel caso specifico, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici di merito. La Corte ha ritenuto che la prova fornita dal contribuente – un bonifico di 90.000 euro ricevuto dalla madre – fosse ‘ampiamente idonea’ a giustificare la differenza di reddito.

Le motivazioni

I giudici hanno sottolineato che l’accertamento dei fatti, compiuto dalla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, è insindacabile in sede di legittimità. La Corte di merito aveva correttamente applicato i principi sulla ripartizione dell’onere della prova, ritenendo giustificato lo scostamento. La donazione intra-familiare da genitore a figlio, fondata su un rapporto di consanguineità e documentata dal movimento bancario, era stata considerata una prova adeguata e sufficiente. La Cassazione ha persino evidenziato l’impossibilità per il contribuente di fornire prove ulteriori o più stringenti di quella già prodotta.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio cruciale: di fronte a un accertamento sintetico, il contribuente può e deve difendersi documentando la disponibilità di somme non derivanti da reddito imponibile. Una donazione, specialmente se avvenuta tra familiari stretti e tracciabile tramite bonifico, costituisce una prova contraria pienamente legittima e sufficiente a vincere la presunzione del Fisco. La decisione evidenzia l’importanza di conservare la documentazione di qualsiasi movimento finanziario significativo che possa giustificare, anche a distanza di anni, la propria capacità di spesa.

Come può un contribuente difendersi da un accertamento sintetico?
Il contribuente può difendersi dimostrando che il maggior reddito presunto dal Fisco non esiste o è inferiore. Per farlo, deve fornire la prova di aver avuto a disposizione risorse non reddituali (come donazioni, vincite, risarcimenti) o redditi esenti, utilizzati per sostenere le spese contestate.

Una donazione da un genitore è una prova sufficiente per giustificare una maggiore capacità di spesa?
Sì. Secondo quanto stabilito in questa ordinanza, un bonifico ricevuto da un genitore, che documenta una donazione intra-familiare, è stato ritenuto prova adeguata e sufficiente a giustificare lo scostamento tra reddito dichiarato e spesa, annullando l’accertamento sintetico.

Chi ha l’onere della prova in caso di accertamento con “redditometro”?
Inizialmente, l’onere è a carico dell’Amministrazione Finanziaria, che deve solo provare l’esistenza di indicatori di spesa sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Successivamente, l’onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare l’origine non reddituale dei fondi utilizzati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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