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Accertamento redditometrico: il caso in Cassazione

Un contribuente ha impugnato in Cassazione un accertamento redditometrico per gli anni 2006 e 2008, lamentando vizi procedurali e di merito. La Corte Suprema, con un’ordinanza interlocutoria, non ha deciso la controversia ma ha rinviato il giudizio, ordinando al ricorrente di depositare la quietanza di pagamento relativa a una procedura di definizione agevolata a cui aveva aderito per una delle annualità contestate. La decisione finale sull’accertamento redditometrico è quindi sospesa.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento Redditometrico: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa della Definizione Agevolata

L’accertamento redditometrico rappresenta uno degli strumenti più discussi a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria per contrastare l’evasione fiscale. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci offre uno spunto interessante non tanto sul merito della questione, quanto sull’interferenza tra il processo tributario e le procedure di definizione agevolata. Vediamo come un’istanza di condono fiscale può mettere in pausa un giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa

Un contribuente riceveva due avvisi di accertamento ai fini IRPEF per gli anni d’imposta 2006 e 2008. L’Agenzia delle Entrate, utilizzando il cosiddetto “redditometro”, aveva rideterminato sinteticamente il suo reddito, riscontrando un’incoerenza tra quanto dichiarato e la sua effettiva capacità di spesa. Gli elementi presi in considerazione erano vari: l’acquisto di un immobile, la stipula di un mutuo, la costituzione di società, e il possesso di veicoli.

Il contribuente impugnava gli avvisi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva i suoi ricorsi. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate proponeva appello e la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, dando ragione al Fisco.

Contro questa seconda sentenza, il contribuente proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a cinque distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Critiche all’Accertamento Redditometrico

Il ricorso del contribuente si basava su una serie di critiche all’operato dei giudici di secondo grado e, più in generale, all’uso dell’accertamento redditometrico nel caso specifico. Tra i motivi principali figuravano:

1. Vizi procedurali e omesso esame: La Corte d’Appello non avrebbe considerato le eccezioni del contribuente su errori di calcolo, sull’inquadramento dell’importo del mutuo e, soprattutto, sulla necessità che lo scostamento reddituale si verificasse per annualità consecutive, mentre qui si trattava del 2006 e del 2008.
2. Violazione del divieto di motivi nuovi in appello: La decisione si sarebbe fondata su argomenti introdotti per la prima volta dall’Agenzia nel giudizio di secondo grado.
3. Mancato contraddittorio preventivo: Si lamentava l’assenza di un effettivo confronto con l’Ufficio prima dell’emissione dell’avviso di accertamento.
4. Natura del redditometro: Il contribuente sosteneva che il redditometro costituisce una presunzione semplice e che l’Agenzia non l’avesse supportata con ulteriori elementi gravi, precisi e concordanti, ignorando le prove contrarie fornite.
5. Erroneità dei conteggi e illogicità: Veniva contestata l’errata applicazione dei decreti ministeriali e la violazione del principio secondo cui lo scostamento di un quarto tra reddito accertato e dichiarato deve riguardare almeno due annualità consecutive.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Giunta dinanzi alla Suprema Corte, la causa ha subito una svolta inaspettata. La Corte non è entrata nel merito dei complessi motivi di ricorso relativi all’accertamento redditometrico.

La decisione è stata influenzata da un fatto nuovo: il contribuente, nelle more del giudizio, aveva aderito a una procedura di definizione agevolata (prevista dalla L. 130/2022) per l’annualità 2008. Aveva depositato l’istanza e il provvedimento di sospensione dell’amministrazione finanziaria, ma non ancora la quietanza, ovvero la prova dell’avvenuto pagamento, che al momento della comunicazione non era ancora disponibile.

Di fronte a questa situazione, la Cassazione ha ritenuto opportuno non decidere la causa. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato il giudizio a nuovo ruolo, fissando un termine di 60 giorni per il deposito della quietanza di pagamento. In sostanza, la Corte ha messo in pausa il processo per verificare se la lite per l’annualità 2008 si estinguerà per effetto del condono.

Conclusioni

L’ordinanza in esame evidenzia un aspetto pratico di grande rilevanza: l’impatto delle normative sulla “tregua fiscale” sui contenziosi in corso, anche ai massimi livelli. La decisione di aderire a una definizione agevolata può congelare un giudizio di legittimità, spostando l’attenzione dal merito della pretesa fiscale (in questo caso, la legittimità dell’accertamento redditometrico) all’esito della procedura di sanatoria. Se il pagamento andrà a buon fine, il giudizio sull’annualità 2008 cesserà. In caso contrario, la Corte riprenderà l’esame dei motivi di ricorso. Questa pronuncia ci ricorda come le strategie difensive del contribuente possano e debbano tenere conto non solo degli argomenti giuridici, ma anche delle opportunità offerte dalla legislazione speciale in materia di definizione delle liti pendenti.

Perché la Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché il contribuente ha aderito a una procedura di definizione agevolata per una delle annualità contestate e ha ordinato il deposito della prova del pagamento entro 60 giorni per verificare l’esito di tale procedura prima di pronunciarsi.

Cosa contestava principalmente il contribuente riguardo all’accertamento redditometrico?
Il contribuente contestava diversi aspetti, tra cui errori di calcolo, la mancata consecutività degli anni d’imposta oggetto di accertamento (2006 e 2008), l’assenza di un contraddittorio preventivo e il fatto che i dati del redditometro non fossero supportati da altre presunzioni gravi, precise e concordanti.

Che cos’è un’ordinanza interlocutoria in questo contesto?
È un provvedimento con cui la Corte di Cassazione non decide la controversia nel merito, ma gestisce una fase del processo. In questo caso specifico, ha rinviato la decisione per acquisire la documentazione relativa alla definizione agevolata, sospendendo di fatto l’esame dei motivi di ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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