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Accertamento IVA: la prova della non territorialità

Una società di vendita di imbarcazioni ha ricevuto un accertamento IVA per presunti maggiori ricavi e per l’errata applicazione del regime di non imponibilità su vendite estere. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado hanno dato ragione alla società. L’Amministrazione Finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa per una trattazione congiunta con altri ricorsi pendenti tra le stesse parti, senza decidere nel merito della questione.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento IVA e vendite di imbarcazioni: la Cassazione rinvia la decisione

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’Ordinanza n. 2628/2024, ci offre uno spunto interessante per analizzare le complesse dinamiche dell’Accertamento IVA nel settore del commercio internazionale, in particolare quello delle imbarcazioni da diporto. Sebbene la Corte non sia entrata nel merito della questione, la vicenda sottostante mette in luce questioni cruciali come la territorialità dell’imposta e l’onere della prova a carico del contribuente.

La vicenda: un accertamento IVA nel settore nautico

L’Amministrazione Finanziaria aveva notificato a una società specializzata nella vendita all’ingrosso di imbarcazioni da diporto un avviso di Accertamento IVA. Le contestazioni erano principalmente due:

1. Omessa fatturazione di maggiori ricavi: Il Fisco sosteneva che la società non avesse dichiarato ricavi più alti derivanti dalla vendita di otto imbarcazioni, basando la sua tesi sull’acquisto di accessori costosi per le stesse barche e su una percentuale di ricarico giudicata troppo esigua.
2. Errata applicazione del regime IVA: L’Agenzia contestava l’omesso assoggettamento ad IVA per alcune cessioni di imbarcazioni, considerate dalla società come non imponibili in quanto operazioni intracomunitarie. Secondo il Fisco, mancava la prova che le imbarcazioni fossero effettivamente uscite dal territorio nazionale. Inoltre, veniva contestata l’indebita detrazione dell’IVA su un’operazione di acquisto e vendita di un’altra imbarcazione, avvenuta interamente in territorio francese.

Le decisioni dei giudici di merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) hanno dato ragione alla società contribuente. In particolare, la CTR ha ritenuto che l’azienda avesse dimostrato la correttezza del proprio operato. Per quanto riguarda gli accessori, i giudici hanno ritenuto plausibile che il loro costo fosse già incluso nel prezzo totale finanziato dalla società di leasing, giustificando un ricarico inferiore. Relativamente alle operazioni estere, la CTR ha considerato provato che le imbarcazioni non avessero mai lasciato il territorio francese, rientrando quindi nel campo della non territorialità e non essendo soggette a IVA italiana. Anche sull’operazione gestita con il meccanismo del reverse charge, la CTR ha confermato la correttezza della compensazione IVA operata dall’azienda.

L’appello in Cassazione e il rinvio per trattazione congiunta

Insoddisfatta della sentenza di secondo grado, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali: violazione di norme procedurali, violazione di leggi tributarie nazionali e comunitarie, e omesso esame di un fatto decisivo.

Durante il procedimento, è emerso che l’Agenzia stessa aveva richiesto di unire la trattazione di questo caso con altri ricorsi pendenti davanti alla stessa Corte, relativi ad annualità d’imposta diverse ma riguardanti le medesime parti e questioni analoghe.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema non ha analizzato nel dettaglio i motivi del ricorso, concentrandosi invece sulla richiesta di trattazione congiunta. I giudici hanno verificato che, effettivamente, risultavano pendenti altri due ricorsi strettamente connessi a quello in esame. Ritenendo opportuno garantire un esame coordinato e una decisione coerente per tutte le cause collegate, la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Con questo provvedimento, ha disposto il rinvio della causa a un nuovo ruolo per permettere una trattazione congiunta con gli altri fascicoli pendenti. Questa scelta procedurale mira a evitare il rischio di giudicati contrastanti su questioni simili.

Conclusioni

L’ordinanza in esame, pur essendo di natura strettamente procedurale, congela temporaneamente una controversia significativa in materia di Accertamento IVA. La decisione di rinviare per una trattazione congiunta sottolinea l’importanza, per il sistema giudiziario, di affrontare in modo unitario e coerente contenziosi complessi e seriali tra gli stessi soggetti. Per conoscere l’esito finale della disputa sulla territorialità IVA nelle vendite di imbarcazioni e sulla corretta documentazione dei costi, sarà necessario attendere la futura sentenza che la Corte di Cassazione pronuncerà a seguito dell’udienza congiunta.

Quando una vendita di beni è considerata non territoriale ai fini IVA?
Secondo la decisione della corte di merito riportata nel provvedimento, una vendita può essere considerata non soggetta a IVA italiana per difetto di territorialità se viene fornita la prova che i beni (in questo caso, imbarcazioni) non hanno mai lasciato il Paese estero in cui sono stati immatricolati e venduti.

Cosa succede se l’Amministrazione Finanziaria contesta un’operazione in reverse charge?
La corte di secondo grado ha stabilito che, anche se l’operazione venisse riqualificata come non imponibile, l’Amministrazione non può semplicemente eliminare l’IVA dal registro delle fatture attive senza riconoscere il diritto alla detrazione sul registro acquisti. Un’azione del genere comporterebbe un ingiusto arricchimento per l’Erario, poiché il principio del reverse charge è volto alla neutralità dell’imposta.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare il caso senza emettere una sentenza?
La Corte ha accolto la richiesta dell’Amministrazione Finanziaria di trattare questo ricorso insieme ad altri due casi pendenti, riguardanti le stesse parti e questioni simili per diverse annualità. Ha quindi emesso un’ordinanza interlocutoria per rinviare la causa a una nuova udienza, al fine di garantire una decisione coordinata ed evitare possibili sentenze contrastanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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