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Accertamento induttivo PREU: non è retroattivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31761/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accertamento induttivo PREU. Il caso riguarda una società a cui, per il periodo d’imposta 2008, erano state contestate maggiori imposte sui redditi sulla base di un precedente accertamento del Prelievo Erariale Unico (PREU) determinato in via induttiva per la presenza di apparecchi da gioco irregolari. La Corte ha chiarito che la norma introdotta nel 2010, la quale istituisce una presunzione legale che collega l’accertamento PREU a quello sulle altre imposte (redditi e IVA), non può essere applicata retroattivamente. Di conseguenza, per i periodi d’imposta antecedenti al 2011, l’Ufficio non può basare automaticamente l’accertamento sui redditi sull’importo forfetario del PREU, ma deve ricorrere a presunzioni semplici, il cui valore probatorio deve essere valutato dal giudice.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

L’Accertamento Induttivo PREU Non È Retroattivo: La Cassazione Fa Chiarezza

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per i contribuenti che gestiscono apparecchi da gioco: la possibilità di utilizzare un accertamento induttivo PREU come base automatica per rettificare altre imposte, come quelle sui redditi. L’ordinanza chiarisce i limiti temporali di applicabilità della presunzione legale introdotta nel 2010, offrendo importanti tutele per i periodi d’imposta antecedenti.

Il Caso: Dalle Slot Machine Irregolari all’Accertamento Fiscale

Il caso esaminato trae origine da un controllo effettuato presso i locali di una società di persone, una caffetteria, durante il quale venivano rinvenuti apparecchi da gioco irregolari, privi del necessario nulla osta e dei sigilli. A seguito di tale scoperta, l’Amministrazione Finanziaria notificava un avviso di accertamento per il Prelievo Erariale Unico (PREU) in forma induttiva, quantificando una base imponibile forfettaria di oltre 300.000 euro.

Sulla scorta di questo primo atto, l’Agenzia delle Entrate emetteva ulteriori avvisi di accertamento nei confronti della società e dei suoi soci. L’Ufficio, infatti, riteneva che l’importo accertato ai fini PREU costituisse la prova di maggiori ricavi non dichiarati, procedendo così alla rettifica delle imposte sui redditi per l’anno 2008.

I contribuenti impugnavano tali atti, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale respingevano i ricorsi, ritenendo legittimo l’operato dell’Ufficio. La questione giungeva così all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sull’Accertamento Induttivo PREU

Il nodo centrale della controversia riguardava l’applicazione di una specifica norma, introdotta con la legge di stabilità per il 2011 (L. n. 220/2010). Tale disposizione ha stabilito che l’importo forfetario determinato nell’accertamento PREU può essere posto a base delle rettifiche ai fini delle imposte sui redditi, IRAP e IVA. In pratica, la legge ha creato una presunzione legale secondo cui le somme giocate accertate forfettariamente per il PREU rappresentano anche maggiori ricavi imponibili per le altre tasse.

Il punto cruciale era se questa presunzione potesse essere applicata retroattivamente al periodo d’imposta 2008, ossia a un periodo precedente all’entrata in vigore della norma stessa (1° gennaio 2011). I ricorrenti sostenevano di no, mentre l’Amministrazione Finanziaria ne aveva di fatto fatto uso.

La Decisione della Cassazione e le sue Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso del contribuente, affermando un principio di diritto netto e fondamentale.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha stabilito che la norma introdotta nel 2010 non può avere efficacia retroattiva. Le ragioni di questa decisione sono principalmente due:

1. Natura Sostanziale della Norma: La disposizione non ha carattere interpretativo, ma introduce una nuova regola sostanziale. Il suo tenore letterale indica chiaramente che è destinata a operare per il futuro.
2. Inversione dell’Onere della Prova: La norma istituisce una presunzione legale iuris tantum (cioè che ammette prova contraria). Questo comporta un’inversione dell’onere della prova, aggravando la posizione processuale del contribuente. Prima di questa norma, spettava all’Ufficio dimostrare, tramite presunzioni semplici (gravi, precise e concordanti), il collegamento tra le giocate presunte e i maggiori redditi. Con la nuova legge, questo collegamento è presunto per legge, e spetta al contribuente dimostrare il contrario. Applicare retroattivamente una simile regola violerebbe i principi di certezza del diritto e lo Statuto del Contribuente.

Per i periodi d’imposta antecedenti al 2011, l’Amministrazione Finanziaria può ancora utilizzare i dati dell’accertamento PREU, ma solo come elemento indiziario (presunzione semplice), la cui idoneità a fondare l’accertamento sui redditi deve essere attentamente vagliata dal giudice tributario, senza alcun automatismo.

Conclusioni

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso applicando il principio secondo cui, per l’anno 2008, non opera alcuna presunzione legale. Il giudice del rinvio dovrà quindi valutare se l’Ufficio ha fornito prove sufficienti (presunzioni semplici) per sostenere la propria pretesa, senza poter fare affidamento sull’automatismo normativo introdotto solo successivamente.

Questa ordinanza rappresenta una vittoria importante per i contribuenti, ribadendo il principio di irretroattività delle norme tributarie sostanziali e sfavorevoli e garantendo una corretta ripartizione dell’onere della prova nei procedimenti di accertamento fiscale.

Un accertamento induttivo PREU per un anno d’imposta precedente al 2011 può automaticamente giustificare un accertamento per maggiori imposte sui redditi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la norma che ha introdotto questa presunzione legale è entrata in vigore il 1° gennaio 2011 e non può essere applicata retroattivamente. Pertanto, per i periodi precedenti, non esiste alcun automatismo.

La norma che collega l’accertamento PREU a quello sui redditi è applicabile retroattivamente?
No. La Corte ha stabilito che la norma ha natura sostanziale e non interpretativa, in quanto introduce una presunzione legale che aggrava la posizione del contribuente invertendo l’onere della prova. Come tale, non può essere applicata a periodi d’imposta anteriori alla sua entrata in vigore.

Cosa deve fare l’Amministrazione Finanziaria per accertare maggiori redditi in casi simili per periodi d’imposta antecedenti al 2011?
Per i periodi d’imposta antecedenti al 2011, l’Amministrazione Finanziaria può utilizzare l’accertamento PREU come elemento indiziario, ma deve procedere all’accertamento sui redditi mediante il ricorso a presunzioni semplici. Spetta poi al giudice tributario valutare la pregnanza e la gravità di tali indizi per decidere sulla legittimità della pretesa fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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