LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Accertamento con adesione: sospende i termini?

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, affronta il contrasto giurisprudenziale sulla sospensione dei termini per impugnare un atto sanzionatorio a seguito della presentazione di un’istanza di accertamento con adesione. A seguito di una contestazione per omessa dichiarazione di capitali esteri (Quadro RW), alcuni contribuenti avevano impugnato le sanzioni. L’Agenzia delle Entrate eccepiva la tardività del ricorso, ma la corte d’appello lo riteneva ammissibile, considerando la sospensione dei termini dovuta all’istanza di adesione. Data la divergenza di opinioni all’interno della stessa Corte, la questione è stata rinviata a una pubblica udienza per una decisione definitiva che possa dirimere il conflitto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento con Adesione: Sospende il Termine per Impugnare le Sanzioni?

L’istituto dell’accertamento con adesione rappresenta uno strumento fondamentale per definire in via preventiva il rapporto tra Fisco e contribuente, ma i suoi effetti sui procedimenti sanzionatori autonomi sono oggetto di un acceso dibattito giuridico. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha messo in luce un contrasto interpretativo all’interno della stessa Corte, rinviando la questione a una pubblica udienza per una decisione che si preannuncia di grande impatto pratico.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un atto di contestazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a un gruppo di contribuenti per la mancata indicazione, nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, di partecipazioni societarie e, per uno di essi, di un immobile detenuti all’estero. A seguito di tale atto, l’Amministrazione Finanziaria notificava quattro distinti atti di irrogazione di sanzioni, calcolate nella misura del 3% del valore delle partecipazioni non dichiarate.

I contribuenti decidevano di impugnare tali atti, ma i ricorsi venivano presentati oltre il termine di legge. La Commissione Tributaria Provinciale (CTP), in primo grado, dichiarava i ricorsi inammissibili per tardività.

L’iter Giudiziario e il Ribaltamento in Appello

In secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ribaltava la decisione. La CTR riteneva i ricorsi ammissibili, in quanto i contribuenti avevano presentato un’istanza di accertamento con adesione. Secondo i giudici d’appello, tale istanza, pur riguardando un atto sanzionatorio, era idonea a sospendere i termini per l’impugnazione. Nel merito, la CTR accoglieva parzialmente le ragioni dei contribuenti, stabilendo che la sanzione dovesse essere calcolata sul valore nominale dei titoli e non sul loro valore di mercato.

L’Agenzia delle Entrate, insoddisfatta della sentenza, proponeva ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la presunta erroneità della decisione della CTR sull’ammissibilità del ricorso originario.

I Motivi del Ricorso e il Ruolo dell’Accertamento con Adesione

Il cuore del dibattito giuridico, come evidenziato dalla Suprema Corte, risiede proprio nell’applicabilità dell’istituto dell’accertamento con adesione a procedimenti puramente sanzionatori. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che gli atti impugnati erano semplici atti di irrogazione di sanzioni, per i quali non sarebbero previsti i presupposti per la presentazione di un’istanza di adesione e la conseguente sospensione dei termini. Secondo questa tesi, la violazione contestata era di natura formale e non legata a una maggiore imposta dovuta, rendendo quindi inapplicabile la procedura di adesione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nell’esaminare la questione, ha preso atto di un profondo contrasto giurisprudenziale al suo interno.

Da un lato, un primo orientamento (citando Cass. n. 20864/2020) sostiene che il procedimento di irrogazione delle sanzioni è del tutto autonomo rispetto all’accertamento dei tributi. Di conseguenza, l’istituto dell’accertamento con adesione non si applicherebbe agli atti di contestazione di sanzioni, e la presentazione di un’istanza non sospenderebbe il termine per impugnare.

Dall’altro lato, un diverso orientamento (citando Cass. n. 18377/2015) afferma che, in caso di violazioni sostanziali e strumentali all’inadempimento dell’obbligazione tributaria, la presentazione dell’istanza di adesione sospende il termine per impugnare non solo l’atto impositivo, ma anche il provvedimento sanzionatorio, anche se notificato separatamente.

Riconoscendo la sussistenza di questa “divergenza”, la Corte ha ritenuto opportuno non decidere immediatamente la controversia.

Le Conclusioni

Con l’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la causa a nuovo ruolo per la trattazione in pubblica udienza. Questa scelta è dettata dalla necessità di risolvere il contrasto giurisprudenziale e fornire un principio di diritto chiaro e uniforme su una questione di notevole rilevanza. La futura sentenza avrà il compito di stabilire in via definitiva se e a quali condizioni l’istanza di accertamento con adesione possa sospendere i termini per l’impugnazione di un atto che irroga esclusivamente sanzioni, con importanti conseguenze per la gestione del contenzioso tributario da parte di contribuenti e professionisti.

La presentazione di un’istanza di accertamento con adesione sospende sempre il termine per impugnare un atto di sanzione?
Non necessariamente. Secondo l’ordinanza, esiste un contrasto giurisprudenziale sul punto. Un orientamento lo esclude, ritenendo il procedimento sanzionatorio autonomo; un altro lo ammette se la violazione è sostanziale e collegata a un debito d’imposta. La Corte dovrà risolvere questo dubbio.

Qual è la principale questione di diritto affrontata dall’ordinanza?
La questione principale è se il termine per impugnare un atto di contestazione di sanzioni, emesso autonomamente rispetto a un avviso di accertamento, sia sospeso o meno dalla presentazione di un’istanza di accertamento con adesione da parte del contribuente.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questo provvedimento?
La Corte non ha deciso il caso nel merito, ma, avendo riscontrato una divergenza di opinioni nelle sue precedenti sentenze, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la trattazione della causa a una pubblica udienza per risolvere il contrasto e stabilire un principio di diritto uniforme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati