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Accertamento con adesione socio: non vincola il singolo

Un socio di una società di persone rifiuta gli effetti dell’accertamento con adesione definito dalla società. La Corte di Cassazione stabilisce che la scelta della società non vincola il singolo socio, il quale può contestare l’avviso di accertamento. Il diniego del Fisco a un nuovo contraddittorio non invalida l’atto, poiché il socio conserva il pieno diritto di difesa in sede giudiziaria. La Corte annulla la decisione d’appello e rinvia per l’esame nel merito.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento con adesione socio: la scelta della società non è vincolante

L’ordinanza n. 19300/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per i soci di società di persone: cosa accade quando la società definisce un accertamento fiscale con il Fisco, ma il singolo socio non è d’accordo? Il principio chiave affermato è che l’accertamento con adesione socio non è automatico né vincolante. Il socio conserva il proprio diritto di contestare la pretesa impositiva che lo riguarda personalmente, anche se questo comporta l’apertura di un contenzioso separato. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: la pretesa fiscale e il rifiuto del socio

La vicenda nasce da una verifica fiscale della Guardia di Finanza nei confronti di una società in accomandita semplice (SAS). La società decide di definire la propria posizione per diverse annualità, inclusa quella del 2007, attraverso la procedura di accertamento con adesione, accettando i rilievi contenuti nel Processo Verbale di Constatazione (PVC).

Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate notifica a uno dei soci un atto con cui richiede il pagamento delle maggiori imposte personali (IRPEF) derivanti dal maggior reddito di partecipazione attribuito per trasparenza. Il socio, tuttavia, non accetta la definizione per l’anno 2007. L’Amministrazione Finanziaria emette quindi un avviso di accertamento formale. A questo punto, il contribuente presenta un’istanza per attivare una propria, separata, procedura di accertamento con adesione, al fine di discutere nel merito la pretesa. L’Agenzia nega tale possibilità, ritenendo che l’adesione della società avesse già definito la questione.

Il caso arriva in Commissione Tributaria Regionale, che annulla l’avviso di accertamento, sostenendo che il diniego al contraddittorio avesse violato il diritto di difesa del contribuente.

La questione giuridica: l’adesione della società è vincolante per il socio?

Il nodo centrale della controversia ruota attorno a due questioni interconnesse:
1. L’accertamento con adesione concluso dalla società di persone vincola i singoli soci ai fini della loro imposta personale sul reddito?
2. La mancata instaurazione del contraddittorio, a seguito della richiesta del socio, rende nullo l’avviso di accertamento?

L’Agenzia delle Entrate, nel suo ricorso per cassazione, sostiene che la risposta negativa alla richiesta di adesione del socio costituisca di per sé una forma di contraddittorio e che, in ogni caso, nessun pregiudizio al diritto di difesa si sia verificato, poiché il contribuente ha potuto contestare l’atto in sede giudiziaria.

La decisione della Cassazione sull’accertamento con adesione socio

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ma non per le ragioni da essa sostenute, bensì chiarendo in modo definitivo i principi applicabili.

La Corte stabilisce che l’adesione della società non vincola il singolo socio. Quest’ultimo ha piena facoltà di non accettare le conseguenze di quell’accordo sul proprio reddito imponibile. Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria è tenuta a seguire la procedura ordinaria, notificando un avviso di accertamento individuale al socio dissenziente.

Le motivazioni

La Suprema Corte motiva la sua decisione distinguendo nettamente la posizione della società da quella del socio. L’accordo definito dalla società riguarda imposte proprie come IVA e IRAP. Il reddito di partecipazione, invece, viene tassato in capo al socio ai fini IRPEF. Pertanto, il socio deve avere la possibilità di difendere la propria posizione personale.

Il punto cruciale, tuttavia, riguarda le conseguenze del mancato avvio del contraddittorio richiesto dal socio. La Corte afferma che la mancata convocazione del contribuente per la procedura di adesione non comporta l’invalidità dell’avviso di accertamento. L’instaurazione del contraddittorio pre-contenzioso è una facoltà dell’Ufficio, non un obbligo la cui violazione determina la nullità dell’atto. Il diritto di difesa del contribuente è pienamente garantito dalla possibilità di impugnare l’avviso di accertamento e far valere tutte le proprie ragioni davanti al giudice tributario.

La Commissione Tributaria Regionale ha quindi errato nell’annullare l’atto solo per questo vizio procedurale. Avrebbe dovuto, invece, esaminare nel merito le contestazioni sollevate dal contribuente contro la pretesa fiscale.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza fissa due principi fondamentali con importanti implicazioni pratiche:
1. Autonomia del Socio: Il socio di una società di persone non è mai vincolato dall’accertamento con adesione della società e può sempre decidere di contestare l’accertamento sul proprio reddito.
2. Validità dell’Atto: Il diniego dell’Amministrazione Finanziaria di attivare una procedura di adesione per il singolo socio non invalida l’avviso di accertamento. La tutela del contribuente si sposta, senza essere diminuita, nella successiva fase giudiziaria.

La Corte di Cassazione cassa quindi la sentenza d’appello e rinvia la causa alla Commissione Tributaria Regionale, che dovrà pronunciarsi nel merito delle contestazioni del socio, valutando la fondatezza della pretesa tributaria.

L’accertamento con adesione stipulato da una società di persone (SAS) vincola automaticamente i singoli soci per la loro IRPEF?
No, la stipulazione da parte della società non vincola i singoli soci, i quali restano liberi di non accettare l’invito all’adesione e di contestare la pretesa fiscale notificata nei loro confronti.

Se un socio chiede un proprio accertamento con adesione e l’Agenzia delle Entrate glielo nega, l’avviso di accertamento diventa nullo?
No, secondo la Corte di Cassazione, la mancata instaurazione del contraddittorio a seguito della richiesta del socio non comporta l’invalidità dell’avviso di accertamento. La procedura di adesione è considerata una facoltà per l’Ufficio, non un obbligo la cui violazione determina la nullità dell’atto.

Come può difendersi un socio se l’Agenzia delle Entrate gli nega il contraddittorio per l’accertamento con adesione?
Il socio può difendersi pienamente impugnando l’avviso di accertamento davanti al giudice tributario. In quella sede, può far valere tutte le sue ragioni e contestare nel merito la pretesa fiscale, garantendo così il suo pieno diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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