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Accertamento con adesione: garanzia e perfezionamento

La Corte di Cassazione ha stabilito che un accertamento con adesione con pagamento rateale non si perfeziona se il contribuente, pur pagando la prima rata, omette di presentare la garanzia fideiussoria richiesta dalla legge vigente all’epoca. Di conseguenza, l’accordo è nullo e l’amministrazione finanziaria non può applicare le sanzioni previste per il mancato pagamento delle rate, ma può solo richiedere il debito tributario originario per intero.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accertamento con Adesione: Senza Garanzia, l’Accordo è Nullo

L’accertamento con adesione rappresenta uno strumento fondamentale per definire in via bonaria le pretese del Fisco, consentendo al contribuente di ottenere una riduzione delle sanzioni. Ma cosa succede se non vengono rispettati tutti i requisiti previsti dalla legge per la sua efficacia? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che il mancato deposito della garanzia fideiussoria, quando richiesta, rende l’accordo nullo fin dall’origine, con importanti conseguenze sulle sanzioni applicabili.

I Fatti del Caso: Un Accordo Fiscale e una Garanzia Mancante

Due contribuenti avevano definito la loro posizione fiscale per l’anno 2005 attraverso un accertamento con adesione, concordando con l’Agenzia delle Entrate un piano di rateizzazione in dodici rate trimestrali. In base alla normativa allora in vigore (art. 8 del D.Lgs. 218/1997), per debiti di un certo importo, il perfezionamento dell’accordo era subordinato a due condizioni: il pagamento della prima rata e la prestazione di una garanzia fideiussoria entro dieci giorni dal versamento.

I contribuenti pagavano tempestivamente la prima rata, ma omettevano di presentare la garanzia. Successivamente, una nuova legge (D.L. 98/2011) aboliva l’obbligo di garanzia per accordi futuri. Anni dopo, a seguito del mancato pagamento di alcune rate, l’Agenzia della Riscossione notificava ai contribuenti delle cartelle di pagamento, calcolando non solo il debito residuo ma anche le pesanti sanzioni previste per la decadenza dal beneficio della rateizzazione.

L’Errore della Corte d’Appello Tributaria

La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva dato ragione all’Agenzia, ritenendo che, siccome la nuova legge aveva eliminato l’obbligo di garanzia, l’accordo si fosse perfezionato a partire dalla data di entrata in vigore della nuova norma. Di conseguenza, secondo i giudici d’appello, le sanzioni per l’inadempimento del piano rateale erano legittime.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: il perfezionamento dell’accertamento con adesione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa interpretazione, accogliendo il ricorso dei contribuenti. Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su un principio cardine: il momento del perfezionamento dell’atto giuridico.

L’Importanza della Garanzia Fideiussoria

I giudici hanno chiarito che, secondo la legge vigente al momento della stipula dell’accordo, la prestazione della garanzia non era una mera formalità, ma un elemento costitutivo essenziale per l’efficacia dell’accordo stesso. Il pagamento della prima rata e la prestazione della garanzia erano entrambi presupposti imprescindibili. Poiché i contribuenti non avevano fornito la garanzia entro il termine di legge (scaduto prima dell’entrata in vigore della nuova normativa), la procedura di adesione non si era mai perfezionata.

In altre parole, l’accordo era da considerarsi nullo fin dall’inizio. Non si trattava di un accordo valido su cui poi si era verificato un inadempimento, ma di un accordo mai venuto legalmente ad esistenza.

L’Irrilevanza della Nuova Legge

Di conseguenza, la successiva modifica legislativa che ha eliminato l’obbligo di garanzia è stata giudicata irrilevante per il caso di specie. Una legge nuova non può ‘sanare’ retroattivamente un procedimento che si era già concluso negativamente per il mancato avverarsi dei suoi presupposti di efficacia. Il termine per perfezionare l’accordo era già scaduto, rendendo la procedura definitivamente inefficace.

Le conclusioni: cosa succede se l’accordo non si perfeziona?

La Cassazione ha concluso che, a seguito del mancato perfezionamento dell’accordo, l’Agenzia delle Entrate poteva legittimamente richiedere il pagamento dell’intera pretesa tributaria originaria, come se l’accordo non fosse mai stato tentato. Tuttavia, non poteva assolutamente applicare le sanzioni previste per l’inadempimento del piano di rateizzazione. Queste sanzioni, infatti, presuppongono l’esistenza di un piano valido ed efficace, che in questo caso mancava. La cartella di pagamento, basata su un accordo nullo, è stata quindi ritenuta illegittima. La sentenza è stata cassata e il caso rinviato alla Corte di Giustizia Tributaria per una nuova decisione in linea con questi principi.

Quando si perfeziona un accertamento con adesione che prevede un pagamento rateale?
Secondo la normativa in vigore prima del luglio 2011, l’accordo si perfezionava solo al verificarsi di entrambe le condizioni: il pagamento della prima rata e la prestazione della garanzia fideiussoria nei termini previsti dalla legge.

Cosa accade se il contribuente paga la prima rata ma non presenta la garanzia fideiussoria richiesta?
L’accordo di accertamento con adesione non si perfeziona e, di conseguenza, è considerato giuridicamente inesistente. Non produce alcun effetto e l’originaria pretesa tributaria rimane integra.

Se l’accordo non è perfezionato, l’Agenzia può applicare le sanzioni per il mancato pagamento delle rate?
No. Se l’accordo non è mai diventato efficace, non esiste un ‘piano di rateizzazione’ valido. Pertanto, le specifiche sanzioni per l’inadempimento a tale piano non possono essere applicate. L’Agenzia può solo richiedere il pagamento del debito fiscale originario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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