LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Abuso del diritto: riorganizzazione lecita se ha ragioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che una complessa operazione di riorganizzazione societaria, definita dal Fisco come ‘leverage cash out’ elusivo, non costituisce abuso del diritto se supportata da valide ragioni economiche. Nel caso specifico, la creazione di una nuova holding per liquidare soci di minoranza e riorganizzare il gruppo familiare è stata considerata una motivazione economica sostanziale, prevalente sul mero risparmio d’imposta, rendendo l’operazione legittima nonostante i vantaggi fiscali conseguiti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abuso del Diritto: La Cassazione Assolve la Riorganizzazione con Valide Ragioni Economiche

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per imprese e professionisti: il confine tra legittima pianificazione fiscale e abuso del diritto. La Corte ha stabilito che una complessa operazione di riorganizzazione societaria, anche se genera significativi vantaggi fiscali, non è elusiva se fondata su solide e apprezzabili ragioni economiche che vanno oltre il semplice risparmio d’imposta.

I Fatti di Causa: Una Ristrutturazione nel Mirino del Fisco

Il caso ha origine da avvisi di accertamento notificati a due soci di un gruppo societario a base familiare. L’Amministrazione Finanziaria contestava una complessa operazione, qualificata come leverage cash out, ritenendola finalizzata a eludere la tassazione dei dividendi.
L’operazione si articolava nei seguenti passaggi:
1. Rivalutazione: I soci avevano rivalutato le proprie partecipazioni nella società capogruppo, pagando l’imposta sostitutiva.
2. Costituzione di una Newco: Successivamente, i soci di maggioranza avevano costituito una nuova società (una holding, o newco).
3. Cessione: Avevano poi ceduto le loro partecipazioni rivalutate alla newco per un corrispettivo pari al valore rivalutato, senza quindi generare plusvalenze tassabili.
4. Pagamento Dilazionato: Il pagamento del prezzo era stato strutturato in parte con la distribuzione di dividendi dalla società originaria alla newco e in parte con l’emissione di prestiti obbligazionari a lungo termine da parte della newco in favore dei soci cedenti.

La Posizione dell’Amministrazione Finanziaria

Secondo il Fisco, questa sequenza di atti era artificiosa. L’obiettivo reale sarebbe stato quello di permettere ai soci di incassare gli utili e le riserve accumulate nella società originaria senza sottoporli alla tassazione prevista per i dividendi (art. 47 del TUIR). In pratica, gli utili venivano trasformati in corrispettivo per la cessione di quote o in rimborso di un prestito obbligazionario, beneficiando di un regime fiscale più favorevole. L’operazione, quindi, si configurava come un abuso del diritto ai sensi dell’art. 10-bis dello Statuto del Contribuente.

L’Analisi della Corte e la Prevalenza della Sostanza Economica

La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale, ha rigettato il ricorso del Fisco. I giudici hanno ritenuto che l’operazione, sebbene complessa e fiscalmente vantaggiosa, non integrasse gli estremi dell’abuso del diritto perché sorretta da valide ragioni economiche.

La Riorganizzazione del Gruppo come Valida Ragione Economica

La Corte ha valorizzato la ratio complessiva dell’operazione, individuandola nella volontà dei soci di maggioranza di:
Riorganizzare il gruppo: Creare una nuova holding di pertinenza del solo nucleo familiare.
Liquidare i soci di minoranza: L’operazione consentiva di liquidare la partecipazione dei soci esterni al gruppo familiare, che non erano interessati al nuovo assetto.
Valorizzare il patrimonio: La struttura permetteva di valorizzare l’importo delle quote rivalutate e di postergare nel tempo l’incasso del corrispettivo, vincolandolo all’effettiva produzione di utili futuri.

Questi elementi, nel loro insieme, delineano un progetto imprenditoriale con una sua logica economica e commerciale, non riducibile al mero scopo di ottenere un risparmio fiscale.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sul principio consolidato secondo cui si ha abuso del diritto quando l’operazione economica è priva di sostanza economica e ha come scopo predominante e assorbente quello di ottenere vantaggi fiscali indebiti. Nel caso di specie, i giudici hanno accertato la presenza di una ‘apprezzabile sostanza economica’. La riorganizzazione del gruppo, la gestione dell’uscita dei soci di minoranza e la creazione di una holding strumentale al riassetto complessivo sono state considerate finalità reali e concrete.
La Corte ha sottolineato che la scelta tra diverse opzioni possibili, come la cessione o il conferimento, rientra nella libertà di iniziativa economica del contribuente. Anche se un’operazione alternativa (come il conferimento) avesse avuto un diverso carico fiscale, ciò non rende automaticamente abusiva la scelta effettuata, se questa è giustificata da ragioni extrafiscali valide. La presenza di tali ragioni fa venir meno il presupposto dell’abuso, ovvero l’uso distorto degli strumenti giuridici.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre un importante chiarimento per le imprese che pianificano operazioni di ristrutturazione. La lezione principale è che la legittimità di un’operazione fiscalmente vantaggiosa dipende dalla sua sostanza economica. È fondamentale poter dimostrare che la struttura scelta risponde a precise esigenze imprenditoriali, strategiche o organizzative. La semplice esistenza di un vantaggio fiscale non è sufficiente a qualificare un’operazione come elusiva, a condizione che non sia l’unica né la principale ragione che l’ha determinata. Per le aziende, ciò significa documentare attentamente le motivazioni extrafiscali alla base delle proprie scelte strategiche, per poterle validamente opporre a eventuali contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

Quando un’operazione societaria si considera un abuso del diritto in ambito fiscale?
Un’operazione costituisce abuso del diritto quando, pur rispettando formalmente la legge, è priva di una reale sostanza economica e ha come scopo predominante e assorbente quello di ottenere un vantaggio fiscale indebito, eludendo i principi del sistema tributario.

Quali sono considerate valide ragioni economiche per escludere l’abuso del diritto?
Nel caso esaminato, la Corte ha considerato valide ragioni economiche la necessità di riorganizzare un gruppo societario per valorizzare i soci appartenenti allo stesso nucleo familiare, la liquidazione dei soci di minoranza non interessati al nuovo assetto e la creazione di una nuova holding strumentale al complessivo riassetto del gruppo.

In caso di contestazione per abuso del diritto, chi deve provare cosa?
Spetta all’Amministrazione Finanziaria provare il disegno elusivo e l’assenza di ragioni economiche valide. Il contribuente, a sua volta, ha l’onere di allegare e dimostrare l’esistenza di concrete ragioni economiche, diverse dal mero risparmio d’imposta, che giustifichino la struttura dell’operazione realizzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati