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Abuso del diritto: quando un contratto è antieconomico

Una società trasferiva quasi la totalità dei suoi ricavi alla controllante, un fondo immobiliare esentasse, attraverso un contratto di locazione. La Corte di Cassazione ha qualificato questa operazione come abuso del diritto, poiché priva di una valida ragione economica e finalizzata unicamente a ottenere un vantaggio fiscale indebito, ribaltando la decisione della corte d’appello.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abuso del Diritto: Cassazione su Contratti Antieconomici tra Società Collegate

Il concetto di abuso del diritto in materia fiscale rappresenta una linea di confine sottile tra la legittima pianificazione fiscale e l’elusione indebita. Un’operazione, pur formalmente rispettosa della legge, può essere considerata illegittima se il suo unico scopo è ottenere un risparmio d’imposta senza alcuna valida ragione economica. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica, analizzando un contratto tra una società controllata e la sua controllante esentasse.

I Fatti del Caso: Una Struttura Societaria Sotto la Lente del Fisco

Il caso riguarda una società a responsabilità limitata, interamente partecipata da un fondo immobiliare, che gestiva una serie di immobili in un centro commerciale. Il contratto di locazione stipulato tra la società e il fondo (suo unico socio) prevedeva un meccanismo particolare: oltre a un canone fisso, la società era obbligata a versare al fondo il 98% di tutti i ricavi eccedenti una soglia minima di 120.000 euro.

In pratica, quasi l’intero fatturato della società veniva trasferito alla controllante. Il punto cruciale è che il fondo immobiliare, per sua natura, beneficiava di un regime di esenzione fiscale su tali redditi. L’Agenzia delle Entrate ha contestato questa struttura, disconoscendo i costi sostenuti dalla società e sostenendo che si trattasse di un’operazione antieconomica finalizzata esclusivamente a erodere la base imponibile della società soggetta a tassazione.

L’Analisi della Corte e il concetto di Abuso del Diritto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la precedente decisione della Commissione Tributaria Regionale. I giudici hanno chiarito due aspetti fondamentali dell’abuso del diritto.

Il Principio Generale Antielusivo

In primo luogo, la Corte ha stabilito che per contestare un’operazione elusiva non è necessario indicare una specifica norma violata. Il divieto di abuso del diritto è un principio immanente all’ordinamento giuridico, che vieta di strumentalizzare le norme per finalità diverse da quelle per cui sono state create. L’obiettivo non è sanzionare una violazione formale, ma una finalità distorta.

L’Assenza di Valida Ragione Economica

Il cuore della decisione risiede nell’analisi della sostanza economica dell’operazione. Il contratto era strutturato in modo da privare ab origine la società controllata di qualsiasi possibilità concreta di realizzare un utile significativo. Trasferire il 98% dei ricavi alla controllante significa svuotare l’attività d’impresa del suo scopo essenziale: la remunerazione del capitale e del lavoro. L’unica ragione plausibile per un simile accordo era quella di spostare i profitti da un’entità tassabile a una esente, realizzando così un indebito vantaggio fiscale.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte sono nette. L’operazione è stata giudicata del tutto deprivata di ragioni economiche valide, che non fossero quelle di consentire il trasferimento dell’intero lucro alla società partecipante, non soggetta a imposizione fiscale. La Corte ha respinto l’argomentazione secondo cui il fondo immobiliare non avrebbe potuto gestire direttamente l’attività: esso avrebbe potuto incaricare un soggetto terzo (anche se interamente partecipato) remunerandolo però in modo conforme a una logica di mercato, che consentisse a quest’ultimo di generare un profitto proprio.

L’accordo, invece, rendeva l’attività imprenditoriale della controllata economicamente insostenibile e irrazionale, se non nell’ottica del risparmio fiscale del gruppo. Questo schema contrattuale, pur formalmente lecito, è stato quindi riqualificato come un meccanismo elusivo.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un principio cardine del diritto tributario: la prevalenza della sostanza sulla forma. Le imprese sono libere di scegliere le forme giuridiche e contrattuali più vantaggiose, ma queste scelte devono essere supportate da valide ragioni economiche. Quando un’operazione è palesemente antieconomica e l’unico suo effetto tangibile è un risparmio d’imposta, scatta la presunzione di abuso del diritto. La sentenza serve da monito per tutte quelle strutture societarie, specialmente infragruppo, dove i rapporti contrattuali potrebbero essere distorti per finalità puramente fiscali, svuotando di significato economico l’attività di una delle parti.

È necessario indicare la norma specifica violata in un accertamento per abuso del diritto?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che il principio antielusivo è immanente all’ordinamento giuridico. Non si contesta la violazione di una singola norma, ma l’uso distorto di strumenti legali per ottenere un vantaggio fiscale indebito senza valide ragioni economiche.

Quando un’operazione tra società collegate è considerata priva di valida ragione economica?
Un’operazione è considerata priva di valida ragione economica quando, come nel caso esaminato, un contratto è strutturato in modo da privare sistematicamente una delle società della possibilità di conseguire un utile, trasferendo quasi integralmente il suo fatturato alla controllante senza una giustificazione economica diversa dal mero risparmio fiscale.

Un contratto che trasferisce quasi tutti i ricavi a una controllante esentasse è legittimo?
Secondo la Corte, un simile contratto non è legittimo se non è supportato da ragioni economiche concrete. Sebbene formalmente lecito, esso configura un abuso del diritto perché la sua unica finalità è quella di spostare i profitti verso un’entità non tassata, ottenendo un vantaggio fiscale che altrimenti non sarebbe spettato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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