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Abuso del diritto: quando l’operazione è elusiva

Una società immobiliare ha creato una nuova entità (newco), da essa controllata al 99%, per venderle un complesso immobiliare precedentemente acquistato. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato l’operazione come un caso di abuso del diritto, finalizzato a ottenere vantaggi fiscali indebiti. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34523/2024, ha accolto il ricorso del Fisco, stabilendo che la motivazione di ‘limitare la responsabilità’ non costituisce una valida ragione economica, specialmente se la società originaria è già a responsabilità limitata. L’operazione è stata ritenuta elusiva perché il suo scopo primario era il risparmio fiscale, in assenza di altre giustificazioni economiche concrete.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abuso del Diritto: La Creazione di una Società “Schermo” non Basta a Giustificare l’Operazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 34523 del 2024 affronta un tema cruciale del diritto tributario: l’abuso del diritto. Il caso analizzato riguarda una complessa operazione immobiliare che, secondo l’Amministrazione Finanziaria, era stata architettata al solo scopo di ottenere indebiti vantaggi fiscali. La Suprema Corte fornisce chiarimenti fondamentali su cosa costituisca una “valida ragione economica” capace di giustificare operazioni altrimenti elusive.

I Fatti di Causa: Un’Operazione Immobiliare Sotto la Lente del Fisco

La vicenda ha origine dall’acquisto di un compendio immobiliare da parte di una società a responsabilità limitata (la “società originaria”). L’acquisto avveniva beneficiando di un’aliquota di registro agevolata, con l’impegno a rivendere gli immobili entro tre anni.

Poco dopo, veniva costituita una nuova società (una “newco”), partecipata al 99% dalla società originaria e per l’1% dal suo socio unico. A questa newco veniva venduto l’intero complesso immobiliare a un prezzo significativamente maggiorato.

L’Amministrazione Finanziaria contestava l’intera operazione, ritenendola anti-economica e abusiva per diverse ragioni:
* Creazione artificiosa di costi: La vendita alla newco era finalizzata a creare costi deducibili inesistenti.
* Indebito rimborso IVA: La struttura mirava a generare un credito IVA da chiedere a rimborso.
* Abbattimento dei ricavi: L’operazione permetteva di ridurre i ricavi derivanti dalla successiva vendita delle unità immobiliari ristrutturate.

Il Fisco, quindi, emetteva un avviso di accertamento per recuperare le imposte (Ires e Iva) che riteneva eluse.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Cassazione

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società contribuente. In particolare, i giudici d’appello avevano identificato la valida giustificazione economica dell’operazione nella “necessità di limitare la responsabilità attuatrice degli interventi immobiliari nel caso di richieste risarcitorie da parte di terzi”. In sostanza, la newco sarebbe servita come “schermo” per proteggere la società originaria.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato completamente questa visione, accogliendo il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Abuso del Diritto e l’Assenza di Ragioni Economiche

La Suprema Corte ha smontato le argomentazioni dei giudici di merito, chiarendo i principi che regolano l’abuso del diritto. Un’operazione è abusiva quando, pur essendo formalmente legale, ha come scopo principale quello di ottenere un vantaggio fiscale contrario alla ratio delle norme, in assenza di “valide ragioni economiche” che non siano puramente marginali o teoriche.

La Futilità della “Limitazione della Responsabilità”

Il primo punto criticato dalla Corte è la giustificazione legata alla creazione di una società “schermo”. La società originaria era già una S.r.l., una forma societaria che, per sua natura, offre una responsabilità patrimoniale limitata. Creare un’ulteriore società per lo stesso scopo, all’interno di un gruppo controllato dalla medesima persona fisica, appare come un elemento “astratto ed eccentrico”, strutturalmente inidoneo a rappresentare un obiettivo economicamente rilevante che trascenda il mero risultato fiscale.

L’Irrilevanza del Pagamento del Prezzo

Anche il fatto che il prezzo della compravendita tra la società originaria e la newco fosse stato effettivamente pagato è stato ritenuto irrilevante dalla Corte. In un’operazione che coinvolge un centro di interessi unitario, il pagamento è semplicemente l’adempimento di un’obbligazione contrattuale. Non costituisce, di per sé, uno scopo economico che possa giustificare l’intera architettura negoziale. È un dato oggettivo della vicenda, ma privo di quella portata teleologica necessaria a escludere l’intento elusivo.

Le Conclusioni della Suprema Corte

In conclusione, la Cassazione ha stabilito che, in mancanza di specifici elementi idonei a dimostrare una ragione economica ulteriore rispetto al risparmio d’imposta, l’operazione deve considerarsi abusiva. Le giustificazioni addotte dal contribuente erano troppo deboli e teoriche per spiegare un disegno che, altrimenti, appare irragionevole secondo una normale logica di mercato e orientato unicamente a un preciso risultato fiscale.

La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare il caso alla luce di questi principi, valutando concretamente gli elementi fattuali e istruttori per determinare se esistessero reali e valide ragioni extrafiscali a sostegno dell’operazione.

Quando un’operazione economica può essere considerata un ‘abuso del diritto’ in ambito fiscale?
Un’operazione è considerata un abuso del diritto quando, pur essendo formalmente lecita, è posta in essere con lo scopo principale di ottenere benefici fiscali contrari alla ratio delle norme, in assenza di valide ragioni economiche extrafiscali che non siano meramente marginali o teoriche.

La creazione di una società ‘schermo’ per limitare la responsabilità è una valida ragione economica per escludere l’abuso del diritto?
No. Secondo la Corte, la necessità di creare una società ‘schermo’ da parte di una società di capitali, che ha già di per sé una responsabilità patrimoniale limitata, è un elemento astratto ed eccentrico, inidoneo a costituire una valida ragione economica che possa giustificare un’operazione altrimenti elusiva.

Il pagamento effettivo del prezzo in una compravendita tra società collegate è sufficiente a dimostrare la validità economica dell’operazione?
No. Il pagamento del prezzo è considerato un semplice dato oggettivo della vicenda traslativa, ossia l’adempimento di un’obbligazione contrattuale. Da solo, non è indicativo di uno scopo economico in grado di permeare l’intera operazione e, in assenza di altri elementi, non può escludere la natura abusiva dell’accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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