LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Abolitio criminis: la Cassazione salva il notaio

Un professionista era stato sanzionato per aver registrato un atto con un ritardo di quattro giorni rispetto al termine allora vigente di venti giorni. La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione applicando retroattivamente una nuova legge che ha esteso il termine a trenta giorni. Tale modifica ha determinato una parziale abolitio criminis, rendendo lecito il comportamento del professionista e di conseguenza illegittima la sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abolitio criminis: la Cassazione annulla la sanzione per tardiva registrazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto: l’abolitio criminis, ovvero l’effetto retroattivo di una legge che rende lecito un comportamento precedentemente sanzionato. Questo caso, che coinvolge un professionista e l’Agenzia delle Entrate, dimostra come una modifica legislativa possa cambiare le sorti di una controversia tributaria già in corso, annullando una sanzione per un ritardo di pochi giorni.

Il caso: una sanzione per pochi giorni di ritardo

Un notaio aveva ricevuto un avviso di liquidazione con una sanzione di quasi 6.500 euro per la tardiva registrazione di un atto. L’atto in questione era una ricognizione dell’avveramento di una condizione sospensiva, legata al mancato esercizio del diritto di prelazione da parte del Ministero dei Beni Culturali su un immobile vincolato.

Secondo la normativa all’epoca vigente (art. 19 del Testo Unico sull’imposta di Registro – TUR), la registrazione doveva avvenire entro 20 giorni. Il professionista, invece, aveva proceduto alla registrazione dopo 24 giorni. L’Agenzia delle Entrate, applicando rigidamente il termine, aveva quindi irrogato la sanzione prevista dall’art. 69 del TUR.

L’iter giudiziario e l’applicazione dell’abolitio criminis

Il contribuente si era difeso sostenendo che dovesse applicarsi il termine più lungo di 30 giorni previsto per le procedure telematiche o, in subordine, che si trattasse di un lieve inadempimento scusabile. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Agenzia, confermando la sanzione e ritenendo applicabile il termine di 20 giorni.

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione. Qui è avvenuta la svolta decisiva. La Corte ha rilevato d’ufficio l’esistenza di una norma di diritto sopravvenuta: l’art. 14 del D.L. 73/2022 ha modificato proprio l’art. 19 del TUR, estendendo il termine per la denuncia dell’avveramento della condizione da 20 a 30 giorni.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato che la modifica del termine ha determinato un parziale venir meno dell’infrazione, configurando una vera e propria abolitio criminis parziale. Il comportamento del notaio – registrare l’atto in 24 giorni – che era illecito sotto la vecchia legge (termine di 20 giorni), è diventato perfettamente lecito con la nuova legge (termine di 30 giorni).

I giudici hanno chiarito che non si tratta di applicare il principio del favor rei in senso stretto (cioè scegliere la sanzione più mite), ma di applicare direttamente la retroattività della nuova norma. La novella legislativa ha inciso sulla fattispecie sostanziale, ampliando la soglia di liceità della condotta. Di conseguenza, il fatto contestato, alla luce della nuova legge, non costituisce più un illecito. Citando precedenti conformi, la Corte ha stabilito che questa disposizione, non avendo norme transitorie, è immediatamente applicabile ai giudizi in corso.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La decisione della Cassazione è di grande importanza pratica. La Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha accolto il ricorso originario del contribuente, annullando la sanzione. Questa pronuncia conferma che le modifiche legislative che rendono lecite condotte precedentemente sanzionate devono essere applicate retroattivamente. Per i contribuenti e i professionisti, ciò significa che una sanzione può essere annullata anche se legittima al momento della contestazione, qualora una nuova legge intervenga a decriminalizzare il comportamento prima che la controversia sia definita con sentenza passata in giudicato. È un monito a monitorare costantemente l’evoluzione normativa, poiché può avere effetti diretti e risolutivi sui contenziosi tributari.

Se una legge cambia un termine per un adempimento fiscale dopo che ho commesso una violazione, la sanzione può essere annullata?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che se una nuova legge estende un termine (in questo caso da 20 a 30 giorni) e la condotta originariamente sanzionata rientra nel nuovo termine più lungo, si verifica una “abolitio criminis” parziale. La sanzione viene annullata perché il fatto non è più considerato un’infrazione.

Che cos’è l’abolitio criminis in ambito tributario?
È un principio secondo cui, se una nuova norma rende lecito un comportamento che prima era sanzionato, tale norma si applica retroattivamente, annullando la sanzione anche per fatti commessi prima della sua entrata in vigore. In questo caso, la registrazione effettuata in 24 giorni, illegittima con il vecchio termine di 20, è diventata legittima con il nuovo termine di 30.

La Corte ha applicato il principio del favor rei?
La Corte ha specificato di non aver applicato il principio del “favor rei” in senso stretto (che riguarda la scelta della sanzione più mite), ma ha applicato direttamente la retroattività della nuova norma. La nuova legge ha modificato la sostanza del precetto, rendendo la condotta del contribuente non più illecita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati