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Abitazione principale: esenzione ICI per due case unite

Un comune ha negato l’esenzione ICI per abitazione principale su due appartamenti adiacenti, usati come singola dimora. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione si applica a entrambe le unità, poiché il fattore determinante è l’effettivo utilizzo unitario come residenza, non il numero di unità catastali.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abitazione Principale e ICI: La Cassazione Conferma l’Esenzione per Immobili Multipli

Il concetto di abitazione principale è cruciale per ottenere importanti agevolazioni fiscali, come l’esenzione dall’ICI (e oggi dall’IMU). Ma cosa succede quando la propria casa è composta da due unità immobiliari separate al catasto, ma di fatto utilizzate come un’unica dimora? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, ribadendo un principio fondamentale: ai fini fiscali, la realtà dell’uso prevale sulla forma catastale.

I Fatti del Caso: Due Appartamenti, un’Unica Casa

Il caso nasce da un avviso di accertamento emesso da un Comune per il mancato pagamento dell’ICI relativa a due appartamenti adiacenti. Il contribuente utilizzava queste due unità, sebbene catastalmente distinte, come un’unica abitazione principale. Inizialmente, l’ente locale aveva negato l’esenzione su entrambe le proprietà. Successivamente, in un atto di autotutela, aveva concesso l’agevolazione solo per una delle due, riducendo l’importo dovuto ma mantenendo la pretesa fiscale sull’altra.

Il contribuente ha impugnato l’atto, e la Commissione Tributaria Regionale gli ha dato ragione, stabilendo che l’uso congiunto di più unità catastali non impedisce l’applicazione dell’esenzione, a condizione che l’immobile risultante sia utilizzato come un’unica dimora. Il Comune, non soddisfatto della decisione, ha portato la questione davanti alla Corte di Cassazione.

Il Principio di Diritto sull’Abitazione Principale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune, confermando la decisione di secondo grado e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile. I giudici hanno chiarito che, ai fini dell’ICI, il contemporaneo utilizzo di più unità catastali come abitazione principale non costituisce un ostacolo all’applicazione dell’agevolazione fiscale per tutte le unità coinvolte.

L’elemento decisivo non è il numero di particelle catastali, ma la prova dell’effettiva utilizzazione dell’intero complesso immobiliare come un’unica residenza del contribuente e della sua famiglia. La forma catastale assume un ruolo secondario rispetto alla sostanza dell’uso abitativo.

La Prova dell’Utilizzo Unitario

Il secondo motivo di ricorso del Comune riguardava l’onere della prova. L’ente sosteneva che il contribuente non avesse dimostrato adeguatamente l’uso unitario dei due appartamenti. Anche su questo punto, la Cassazione ha respinto le argomentazioni del Comune. I giudici hanno spiegato che un errore sulla ripartizione dell’onere della prova si verifica solo quando il giudice lo attribuisce alla parte sbagliata, non quando valuta le prove presentate. Nel caso di specie, il giudice di merito aveva correttamente ritenuto che la ricostruzione del contribuente (uso unitario come abitazione principale) non fosse stata smentita, assolvendo così al proprio onere probatorio.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio consolidato: la nozione di abitazione principale non è legata in modo indissolubile a quella di ‘unica unità immobiliare catastale’. Per l’ICI, l’elemento centrale è l’uso effettivo dell’immobile come dimora abituale. Di conseguenza, è irrilevante che gli appartamenti adiacenti abbiano una propria autonoma identificazione catastale, se di fatto vengono utilizzati come un tutt’uno dal proprietario.

La Corte ha ribadito che, sebbene l’agevolazione si estenda a tutte le unità che compongono l’abitazione, la detrazione (quando prevista) spetta una sola volta per l’intero complesso. Questa interpretazione, secondo i giudici, favorisce la sostanza sulla forma e rispecchia l’intento del legislatore di agevolare il bene-casa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante conferma per tutti i contribuenti che si trovano in una situazione simile. Se si utilizzano due o più unità immobiliari adiacenti come un’unica abitazione principale, è possibile richiedere l’esenzione ICI/IMU per tutte, a condizione di poter dimostrare l’uso unitario. La registrazione catastale separata non è, di per sé, un ostacolo insormontabile. La chiave è fornire la prova concreta che, nella realtà quotidiana, quegli immobili costituiscono una sola e unica dimora.

È possibile ottenere l’esenzione ICI per ‘abitazione principale’ se si vive in due appartamenti catastalmente distinti ma uniti di fatto?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’esenzione si applica a entrambe le unità immobiliari, poiché ciò che conta è l’effettivo utilizzo come unica dimora, a prescindere dalla separata registrazione catastale.

Cosa conta di più per il Fisco ai fini dell’esenzione: la registrazione al catasto o l’uso effettivo dell’immobile?
Per l’applicazione dell’esenzione ICI sull’abitazione principale, l’uso effettivo e unitario dell’immobile come dimora abituale prevale sulla formale distinzione in più unità catastali.

A chi spetta l’onere di provare che due unità immobiliari sono utilizzate come un’unica abitazione principale?
L’onere di provare l’utilizzo unitario spetta al contribuente che chiede l’agevolazione. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto sufficiente che la ricostruzione dei fatti offerta dal contribuente non fosse stata smentita dall’amministrazione comunale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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