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Abbuono accise: furto e negligenza non bastano

Una società di distillazione ha richiesto l’annullamento di avvisi di pagamento per accise su alcol perso a causa di un furto e di uno sversamento accidentale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, negando l’abbuono accise. Ha stabilito che il furto non esonera automaticamente dal pagamento e che la società è responsabile per la negligenza dei propri dipendenti, non potendo invocare il caso fortuito o la forza maggiore senza una prova rigorosa.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Abbuono Accise: La Cassazione Nega lo Sgravio per Furto e Negligenza

Quando un’azienda perde prodotti soggetti ad accisa, come l’alcol, può sperare in uno sgravio fiscale? La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 23426/2024 offre una risposta chiara, negando l’abbuono accise in un caso di furto e dispersione per negligenza. Questa decisione ribadisce la severità della normativa fiscale e la responsabilità oggettiva che grava sulle imprese che gestiscono merci in regime sospensivo.

I Fatti di Causa: Perdita di Alcol e Richiesta di Pagamento

Una società di distillazione si è vista recapitare due avvisi di pagamento per accise non corrisposte su prodotti alcolici. Gli addebiti derivavano da due distinti episodi: un furto di alcol ad opera di ignoti e una significativa dispersione di prodotto nel fiume Tevere, causata dalla mancata chiusura di una condotta da parte di un dipendente.
La società ha impugnato gli avvisi, sostenendo di non essere responsabile per tali perdite. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le sue ragioni, confermando l’obbligo di versare le imposte. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Abbuono Accise

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando le sentenze precedenti e negando l’abbuono accise. L’analisi della Corte si è concentrata su due aspetti principali: la perdita per furto e quella per negligenza, fornendo chiarimenti fondamentali sulla responsabilità del contribuente.

Il Furto non Esclude Automaticamente la Responsabilità Fiscale

Per quanto riguarda il furto, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: la sottrazione del prodotto da parte di terzi non costituisce di per sé una causa di inesigibilità dell’imposta. Il furto, infatti, non impedisce che il bene venga immesso in consumo, momento in cui l’accisa diventa dovuta. Per ottenere l’esonero, il contribuente deve fornire la prova rigorosa che il prodotto sia andato distrutto o disperso, e che ciò sia avvenuto per caso fortuito o forza maggiore. Nel caso di specie, la società si era limitata a denunciare il furto, senza dimostrare l’effettiva distruzione dell’alcol rubato.

La Dispersione per Negligenza e la Responsabilità dell’Impresa

Relativamente alla dispersione dell’alcol nel fiume, la Corte ha considerato decisivo l’accertamento di fatto compiuto dai giudici di merito. La Corte d’Appello aveva infatti stabilito che l’incidente non era riconducibile a un evento imprevedibile (caso fortuito), ma alla negligenza dei responsabili e dei dipendenti della distilleria, i quali avevano omesso le doverose cautele. La Cassazione ha ritenuto tale valutazione insindacabile in sede di legittimità, confermando che la colpa, anche lieve, del contribuente o dei suoi ausiliari esclude la possibilità di ottenere l’abbuono accise.

Le Motivazioni: La Responsabilità Oggettiva del Depositario

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura della responsabilità del soggetto che detiene merci in regime sospensivo d’imposta. Tale responsabilità ha carattere oggettivo: il depositario è garante nei confronti dello Stato per il pagamento delle accise fino a quando la merce non viene regolarmente immessa in consumo. L’esonero è concesso solo in circostanze eccezionali, come il caso fortuito o la forza maggiore, la cui prova spetta interamente al contribuente. La normativa, come interpretata dalla giurisprudenza, equipara a tali eventi solo i fatti di terzi che non siano imputabili al soggetto passivo neppure a titolo di colpa grave. Nel caso in esame, la Corte ha concluso che la società non ha fornito la prova necessaria per superare questa presunzione di responsabilità, né per il furto né per lo sversamento.

Le Conclusioni: Implicazioni per le Aziende del Settore

Questa ordinanza rappresenta un importante monito per tutte le aziende che operano con prodotti soggetti ad accisa in regime sospensivo. La decisione sottolinea che la gestione di tali merci richiede l’adozione di massime cautele per prevenire perdite e ammanchi. Il semplice verificarsi di un furto o di un incidente dovuto a errore umano non è sufficiente per evitare il pagamento delle imposte. Le imprese devono essere in grado di dimostrare, con prove concrete, che la perdita è avvenuta a causa di eventi totalmente estranei alla loro sfera di controllo e non imputabili a una loro, seppur minima, negligenza organizzativa o di vigilanza.

Il furto di prodotti soggetti ad accisa libera automaticamente l’azienda dal pagamento dell’imposta?
No. Secondo la Corte, il furto non esclude l’esigibilità dell’imposta a meno che il soggetto passivo non fornisca la prova che il prodotto sia andato disperso o distrutto per caso fortuito o forza maggiore.

L’azienda è responsabile per la perdita di prodotto causata dalla negligenza di un dipendente ai fini dell’abbuono accise?
Sì. La Corte ha confermato che la negligenza dei dipendenti è imputabile all’azienda. Se la perdita del prodotto è causata da una mancata adozione delle opportune cautele, non si può invocare il caso fortuito o la forza maggiore e l’azienda è tenuta al pagamento delle accise.

La prescrizione di un reato collegato alla perdita del prodotto influisce sull’obbligo di pagare le accise?
No. La Corte ha chiarito che la declaratoria di prescrizione del reato in sede penale non esclude la responsabilità fiscale della società, poiché non equivale a un’assoluzione nel merito che escluda la sussistenza dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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