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Violenza nella rapina: basta una spinta lieve?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23896/2025, definisce i contorni del concetto di violenza nella rapina. La Corte ha stabilito che qualsiasi forma di coazione fisica, anche minima come una spinta, se diretta alla persona e finalizzata a vincerne la resistenza per impossessarsi di un bene, è sufficiente a integrare il più grave reato di rapina anziché quello di furto.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Violenza nella rapina: quando una spinta trasforma il furto in un reato più grave

La distinzione tra furto e rapina è uno dei temi più dibattuti nel diritto penale, poiché da essa dipendono conseguenze sanzionatorie molto diverse. L’elemento chiave che differenzia i due reati è la violenza nella rapina. Ma cosa si intende esattamente per ‘violenza’? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23896 del 2025, offre un chiarimento fondamentale, stabilendo che anche un’azione fisica minima, come una spinta, può essere sufficiente a qualificare il reato come rapina.

I fatti di causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un individuo accusato di aver sottratto la borsa a una passante. Durante l’azione, l’imputato aveva dato una spinta alla vittima per farle perdere l’equilibrio e facilitare la sottrazione del bene. Nei gradi di giudizio precedenti, era sorto un contrasto interpretativo: si trattava di un furto con destrezza aggravato o di una vera e propria rapina? La difesa sosteneva che una semplice spinta non avesse quella carica di violenza necessaria a integrare il più grave reato, proponendo la qualificazione del fatto come furto con strappo. La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione per definire i confini esatti della condotta violenta.

La qualificazione della violenza nella rapina secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto il dubbio in modo netto, rigettando la tesi difensiva. Secondo gli Ermellini, il criterio per distinguere la rapina dal furto con strappo non risiede nell’intensità della forza esercitata, ma nella sua direzione. Nel furto con strappo, la violenza è rivolta esclusivamente verso la cosa, che viene strappata di mano o di dosso alla vittima, e la persona subisce solo un effetto indiretto. Al contrario, si configura la rapina quando l’energia fisica, per quanto minima, è diretta deliberatamente contro la persona.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione rigorosa dell’articolo 628 del codice penale. La norma richiede che la violenza o la minaccia siano usate per impossessarsi della cosa mobile altrui. Non pone un limite minimo all’intensità della violenza. Pertanto, qualsiasi atto che si traduca in una coazione fisica sulla vittima, finalizzato a neutralizzarne o a impedirne la reazione, integra l’elemento costitutivo della rapina. Una spinta, anche se lieve, è un’azione rivolta al corpo della vittima con lo scopo preciso di vincerne la resistenza. Questo la differenzia nettamente dalla violenza esercitata solo sull’oggetto, come nel caso di uno scippo ‘pulito’. La Corte ha sottolineato che la norma tutela non solo il patrimonio, ma anche la libertà e l’integrità fisica della persona offesa, e per questo anche una minima aggressione alla sfera fisica personale deve essere sanzionata più severamente.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un principio di diritto di notevole importanza pratica. Stabilisce che l’elemento dirimente per qualificare la violenza nella rapina è la sua destinazione (la persona) e non la sua intensità. Di conseguenza, anche un’azione apparentemente minore, se usata come mezzo per sopraffare la volontà della vittima e sottrarle un bene, configura il grave delitto di rapina. Tale chiarimento ha implicazioni significative sia per l’inquadramento giuridico dei fatti da parte dei magistrati, sia per la consapevolezza delle vittime riguardo alla gravità del reato subito. La decisione ribadisce la centralità della tutela della persona, anche prima di quella del patrimonio, nell’ordinamento penale.

Qual è il livello minimo di forza necessario per configurare una rapina?
Secondo la sentenza, non esiste un’intensità minima di violenza richiesta. Qualsiasi uso di energia fisica rivolto contro la persona per vincerNe la resistenza e impossessarsi di un bene è sufficiente a integrare il reato di rapina.

In cosa si differenzia la rapina dal furto con strappo (scippo)?
La differenza fondamentale risiede nella direzione della violenza: nel furto con strappo, la violenza è esercitata direttamente e unicamente sulla cosa (es. la borsa che viene strappata); nella rapina, la violenza è rivolta contro la persona (es. una spinta per farla cadere e poi prendere la borsa).

Perché è importante questa distinzione tra furto e rapina?
La distinzione è cruciale perché la rapina è considerata un reato molto più grave del furto, anche nelle sue forme aggravate. Di conseguenza, le pene previste per la rapina sono significativamente più severe, riflettendo la maggiore offesa non solo al patrimonio ma anche all’incolumità e alla libertà personale della vittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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