L’Udienza Partecipata: un Diritto Fondamentale nel Processo Penale
Il diritto alla difesa nel processo penale si compone di molteplici garanzie, tra cui spicca il diritto dell’imputato a presenziare e a discutere la propria causa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo principio, annullando una decisione di secondo grado proprio per la mancata celebrazione di un’udienza partecipata ritualmente richiesta. Questa pronuncia offre spunti cruciali sull’importanza delle garanzie procedurali e sulle conseguenze della loro violazione.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine dal ricorso presentato dalla difesa di un imputato avverso una sentenza della Corte d’appello di Messina. Il difensore chiedeva l’annullamento della condanna sulla base di due distinti motivi. Il primo, di natura prettamente procedurale, lamentava la mancata celebrazione dell’udienza di discussione in presenza, nonostante una specifica richiesta in tal senso. Il secondo motivo, invece, entrava nel merito della vicenda, contestando l’illogicità della motivazione relativa al reato di lesioni personali.
La Decisione della Corte di Cassazione e il Valore dell’Udienza Partecipata
La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, concentrando la propria attenzione sul vizio procedurale. Anche il Sostituto Procuratore generale aveva concluso per l’annullamento, richiamando la Direttiva (UE) 2016/343 che rafforza il diritto degli imputati di presenziare al processo. La Corte ha stabilito che l’eccezione sollevata dalla difesa era tempestiva, in quanto il ricorso per cassazione rappresenta il “primo atto successivo” utile per denunciare la nullità derivante dalla mancata fissazione della trattazione orale.
Le Motivazioni
La Corte ha ritenuto che il primo motivo di ricorso, relativo alla violazione del diritto a un’udienza partecipata, fosse “assorbente”, ovvero di tale importanza da rendere superfluo l’esame del secondo motivo. L’accoglimento della doglianza procedurale è stato, da solo, sufficiente a determinare l’annullamento della sentenza impugnata. I giudici hanno sottolineato come il diritto a un’udienza con discussione orale, se ritualmente richiesto, non possa essere negato senza valide ragioni. La sua mancata celebrazione costituisce una patologia procedurale grave, che inficia la validità della decisione. Sebbene la Corte riconosca l’esistenza di “divergenti indirizzi interpretativi” sulla natura esatta di tale vizio, la sua rilevanza è tale da imporre la cassazione della sentenza.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce un principio cardine del giusto processo: le garanzie procedurali non sono meri orpelli formali, ma strumenti essenziali per assicurare una difesa effettiva. Il diritto a un’udienza partecipata, ovvero alla discussione orale e diretta della causa, è una componente fondamentale di questo sistema. La decisione della Cassazione funge da monito per i giudici di merito, ricordando loro che ignorare una legittima richiesta di trattazione orale può comportare l’annullamento dell’intero processo, con conseguente rinvio a un nuovo giudizio. Per gli avvocati, sottolinea l’importanza di formalizzare correttamente tali richieste e di sollevare tempestivamente le relative eccezioni.
È sempre obbligatorio celebrare un’udienza con la presenza delle parti se viene richiesta?
Sulla base della sentenza, se l’udienza partecipata viene ritualmente richiesta, la sua mancata celebrazione costituisce un vizio procedurale significativo che può portare all’annullamento della decisione, in quanto viola un diritto fondamentale della difesa.
Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘assorbente’?
Significa che l’accoglimento di quel singolo motivo è di per sé sufficiente a invalidare la sentenza impugnata, rendendo quindi inutile e superfluo l’esame degli altri motivi di ricorso presentati dalla difesa.
Quando deve essere sollevata l’eccezione per la mancata celebrazione dell’udienza richiesta?
Secondo la Corte, l’eccezione è tempestiva se sollevata con il ricorso per cassazione, in quanto la sentenza è considerata il primo atto da cui si ha conoscenza legale del rigetto dell’istanza, a meno che non si possa provare una precedente e compiuta conoscenza del vizio da parte del difensore.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 30069 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
Penale Sent. Sez. 6 Num. 30069 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/05/2025
SESTA SEZIONE PENALE
NOME COGNOME NOME
Sent. n. sez. 736/2025 UP – 23/05/2025
R.G.N. 4343/2025
NOME COGNOME
ha pronunciato la seguente sul ricorso proposto da:
avverso la sentenza del 08/01/2025 della Corte d’appello di Messina udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Il difensore, avv. NOME COGNOME ne chiede l’annullamento sulla base di due motivi.
2.2. Manifesta illogicità e contraddittorietà della motivazione in relazione al reato di lesioni personali di cui al capo 2).
3.Il Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME ha concluso per l’annullamento con rinvio limitatamente al primo motivo di ricorso. Richiamato il Considerando n. 35 della Direttiva (UE) 2016/343 del 9 marzo 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali, in forza del quale: «Il diritto degli indagati e imputati di presenziare al processo non Ł assoluto: a determinate condizioni, gli indagati e imputati dovrebbero avere la possibilità di rinunciarvi, autorizzatamente o tacitamente, purchØ in modo inequivocabile», ha evidenziato che, in assenza di prova di anticipata consapevolezza della nullità, l’eccezione sollevata con il ricorso appare tempestiva, in quanto la sentenza Ł l’atto da cui si trae la legale conoscenza del rigetto dell’istanza di discussione in presenza e il ricorso per cassazione Ł il “primo atto successivo”, ai sensi dell’art. 182, comma 2, cod. proc. pen., tranne che non risultano dagli atti la anteriore, compiuta conoscenza della mancata fissazione della trattazione orale in capo al difensore.
1.Il rimedio Ł fondato in relazione al primo motivo, che ha rilievo assorbente dell’ulteriore doglianza.
4. Si registrano, in ordine alla patologia che si radica per effetto della mancata celebrazione della udienza partecipata, pur ritualmente richiesta, divergenti indirizzi interpretativi nella giurisprudenza di questa Corte.
P.Q.M.
Il Presidente
NOME COGNOME NOME