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Tutela del terzo nel sequestro di prevenzione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4743/2025, ha rigettato il ricorso di un terzo che lamentava la mancata convocazione da parte della Corte d’Appello che aveva disposto un sequestro di prevenzione. La Corte ha stabilito che la tutela del terzo nel sequestro di prevenzione è di competenza del Tribunale, anche quando il sequestro sia stato ordinato in appello. La mancata citazione del terzo costituisce una mera irregolarità e non una nullità del procedimento.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tutela del Terzo nel Sequestro di Prevenzione: a Chi Rivolgersi?

Il sequestro di prevenzione è uno strumento potente per contrastare l’accumulazione di ricchezze illecite. Ma cosa accade quando questo strumento colpisce beni di proprietà di un soggetto estraneo ai fatti? La corretta tutela del terzo nel sequestro di prevenzione è un tema cruciale, che bilancia l’esigenza di sicurezza pubblica con la protezione dei diritti di proprietà. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4743/2025) ha fornito un chiarimento fondamentale su quale sia il giudice competente a decidere sulle istanze dei terzi, specialmente in un caso processualmente complesso.

I Fatti del Caso: Il Sequestro Ordinato in Appello

La vicenda trae origine dal rigetto, da parte del Tribunale, di una richiesta di sequestro di prevenzione su beni ritenuti nella disponibilità di un soggetto considerato socialmente pericoloso. Il Pubblico Ministero ha impugnato questa decisione e la Corte d’Appello, in riforma della prima pronuncia, ha invece disposto il sequestro di un ingente patrimonio, comprensivo di immobili, quote societarie e rapporti finanziari.

Un terzo soggetto, che rivendicava diritti su parte di questi beni (in particolare, la titolarità di un’impresa che operava in un locale commerciale sequestrato), non era stato avvisato del procedimento d’appello. Dopo che il sequestro è divenuto definitivo, ha chiesto alla stessa Corte d’Appello di revocare la misura e di fissare un’udienza per discutere i suoi diritti, come previsto dal Codice Antimafia. La Corte d’Appello, tuttavia, ha dichiarato di non poter procedere, sostenendo che il terzo non avesse provato la sua legittimazione e che, in ogni caso, la competenza fosse del Tribunale, dove pendeva il procedimento per la confisca.

La Questione Giuridica: Chi è Competente per la Tutela del Terzo?

Il cuore della questione giuridica portata all’attenzione della Corte di Cassazione era il seguente: quando il sequestro di prevenzione è disposto dalla Corte d’Appello in riforma di una decisione di rigetto del Tribunale, quale giudice deve garantire il contraddittorio con i terzi interessati? La Corte d’Appello che ha imposto il vincolo, o il Tribunale che è l’organo naturalmente preposto alla prima fase del procedimento di prevenzione patrimoniale?

Il ricorrente sosteneva che la competenza dovesse essere della Corte d’Appello, in quanto organo che aveva materialmente disposto il sequestro. Secondo questa tesi, negare tale competenza avrebbe significato violare il diritto di difesa del terzo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato sotto diversi profili e cogliendo l’occasione per delineare con chiarezza la procedura da seguire.

Il Principio di Competenza del Tribunale

Il punto centrale della decisione è che la procedura per la partecipazione dei terzi al procedimento (prevista dall’art. 23 del D.Lgs. 159/2011) si inserisce logicamente nella fase di primo grado, che è finalizzata alla decisione sulla confisca. La Corte d’Appello, quando riesamina un provvedimento di rigetto, interviene in una fase incidentale. Una volta che la Corte dispone il sequestro ‘in luogo’ del Tribunale, il procedimento principale riprende il suo corso ordinario davanti al Tribunale stesso.

È quindi il Tribunale il giudice competente a convocare i terzi, acquisire le prove e valutare i loro diritti in vista della decisione finale sulla confisca. Questa interpretazione, secondo la Cassazione, garantisce una procedura coerente e lineare, evitando la creazione di due procedimenti paralleli e sovrapposti (uno in Tribunale e uno in Appello) sullo stesso tema. Inoltre, preserva il doppio grado di giurisdizione per i terzi, che potranno eventualmente appellare la decisione del Tribunale.

La Mancata Citazione del Terzo: Irregolarità, non Nullità

La Corte ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: l’omessa citazione del terzo nel procedimento di prevenzione non determina la nullità del provvedimento di sequestro o di confisca. Si tratta di un’irregolarità che non invalida l’atto.

Questo non significa che il terzo rimanga senza tutela. La sua facoltà di difendersi è semplicemente spostata in un’altra fase: egli può far valere i propri diritti successivamente, attraverso lo strumento dell’incidente di esecuzione. In questa sede, potrà fornire tutte le prove a sostegno della sua legittima titolarità dei beni e chiederne la restituzione.

Conclusioni

La sentenza in esame offre un’importante guida operativa per la tutela del terzo nel sequestro di prevenzione. Stabilisce in modo inequivocabile che la competenza a gestire il contraddittorio con i terzi titolari di diritti sui beni appartiene al Tribunale, anche nell’ipotesi in cui il sequestro sia stato ordinato dalla Corte d’Appello. Questa decisione rafforza la centralità del Tribunale nella gestione del procedimento di prevenzione patrimoniale e chiarisce che eventuali omissioni nella convocazione dei terzi, pur essendo proceduralmente non corrette, non sono fatali per la misura, potendo essere sanate attraverso l’incidente di esecuzione. Per i terzi, ciò significa che la loro difesa non è preclusa, ma deve essere esercitata nelle sedi e con gli strumenti processuali appropriati.

Se la Corte d’Appello ordina un sequestro di prevenzione che il Tribunale aveva negato, a chi deve rivolgersi il terzo che vanta diritti sui beni?
Il terzo deve rivolgersi al Tribunale. Anche se il sequestro è stato disposto dalla Corte d’Appello, il procedimento principale prosegue davanti al Tribunale, che è l’organo competente per la fase applicativa che include l’audizione dei terzi e la decisione sulla confisca.

Cosa succede se un terzo interessato non viene citato nel procedimento di prevenzione patrimoniale?
Secondo la sentenza, la mancata citazione del terzo non causa la nullità del sequestro o della confisca. Si tratta di un’irregolarità. Il terzo non perde il suo diritto di difesa, ma dovrà esercitarlo in un momento successivo, promuovendo un incidente di esecuzione per far valere le proprie ragioni.

Il ricorso del terzo è stato accolto in questo caso specifico?
No, il ricorso è stato rigettato. La Corte di Cassazione ha ritenuto infondate le motivazioni del ricorrente, sia perché il ricorso era generico, sia perché l’interpretazione corretta della legge individua nel Tribunale, e non nella Corte d’Appello, il giudice competente a garantire la tutela dei diritti dei terzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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