LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Truffa aggravata AI: la Cassazione si pronuncia

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25660/2025, ha esaminato un caso di truffa aggravata AI. Un individuo è stato condannato per aver utilizzato un’intelligenza artificiale per creare video “deepfake” e sottrarre fondi a un’azienda. La Corte ha confermato la condanna, stabilendo che l’uso di una tecnologia così sofisticata integra pienamente l’aggravante del mezzo fraudolento, data la sua particolare insidiosità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Truffa Aggravata AI: La Nuova Frontiera del Crimine Informatico secondo la Cassazione

L’evoluzione tecnologica pone costantemente nuove sfide al mondo del diritto. La recente sentenza della Corte di Cassazione sul tema della truffa aggravata AI rappresenta un punto di svolta nell’interpretazione delle norme penali di fronte a crimini commessi con strumenti di intelligenza artificiale. Questa decisione chiarisce come l’utilizzo di tecnologie avanzate, come i deepfake, possa integrare specifiche aggravanti, delineando un perimetro di responsabilità più severo per i criminali informatici.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso sottoposto all’esame della Suprema Corte riguardava un soggetto accusato di aver orchestrato una complessa frode ai danni di una grande società. L’imputato, utilizzando un software di intelligenza artificiale, aveva generato un video deepfake del Direttore Generale dell’azienda. Nel video, il finto dirigente ordinava al responsabile finanziario di effettuare un bonifico di ingente valore verso un conto estero, controllato dal truffatore. L’alta qualità del video e la verosimiglianza della voce avevano indotto in errore il dipendente, che aveva autorizzato il pagamento. I giudici di merito avevano condannato l’imputato per truffa aggravata, riconoscendo nell’uso dell’AI un “mezzo fraudolento” particolarmente insidioso.

La Decisione della Corte sulla Truffa Aggravata AI

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando in toto la sentenza di condanna. Il punto centrale della decisione è stato il riconoscimento che l’intelligenza artificiale, quando usata per creare inganni sofisticati come i deepfake, non è un semplice strumento, ma un mezzo che qualifica la condotta e ne aumenta la gravità. Secondo la Corte, la capacità di tali tecnologie di generare false realtà quasi indistinguibili da quelle vere costituisce un’aggressione alla pubblica fede e alla diligenza della vittima di livello superiore rispetto a una truffa tradizionale.

Le Motivazioni: Perché l’Uso dell’AI è un’Aggravante

La Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali.

La Particolare Insidiosità del Mezzo

I giudici hanno sottolineato come la tecnologia deepfake possegga una “particolare carica di insidiosità”. A differenza di un semplice raggiro, un video deepfake ben realizzato è in grado di superare le cautele e le difese di una persona mediamente diligente. La vittima non è semplicemente ingannata da una menzogna, ma è posta di fronte a una realtà artefatta che appare autentica, rendendo estremamente difficile la scoperta dell’inganno.

L’Evoluzione del Concetto di Mezzo Fraudolento

La sentenza ha inoltre offerto un’interpretazione evolutiva del concetto di “mezzo fraudolento” previsto dal codice penale. La Corte ha affermato che la norma deve essere letta alla luce del progresso tecnologico. L’uso di strumenti che sfruttano le vulnerabilità non solo psicologiche, ma anche percettive della vittima, attraverso la manipolazione della realtà digitale, rientra a pieno titolo nella nozione di aggravante, giustificando un trattamento sanzionatorio più severo.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La pronuncia della Cassazione sulla truffa aggravata AI ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, stabilisce un chiaro precedente legale, avvertendo che l’uso di tecnologie emergenti per scopi criminali sarà perseguito con maggiore rigore. Le aziende sono chiamate ad aggiornare i propri protocolli di sicurezza, implementando procedure di verifica a più fattori per le transazioni finanziarie, che non si basino unicamente su comunicazioni video o vocali. Per i cittadini, cresce la necessità di sviluppare una maggiore consapevolezza critica verso i contenuti digitali, imparando a riconoscere i potenziali segnali di manipolazione.

L’uso di un’intelligenza artificiale per commettere una truffa è considerato un’aggravante?
Sì, secondo questa sentenza della Corte di Cassazione, l’impiego di una tecnologia AI sofisticata come i deepfake per indurre in errore la vittima integra la circostanza aggravante del mezzo fraudolento, a causa della sua elevata capacità ingannatoria.

Cosa si intende per “mezzo fraudolento” in un contesto tecnologico?
La Corte ha chiarito che il “mezzo fraudolento” non si limita a inganni tradizionali, ma si estende a qualsiasi strumento, inclusa la tecnologia avanzata, che sia appositamente predisposto per superare le difese e la normale diligenza della vittima.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imputato, confermando la condanna per truffa aggravata e stabilendo che l’uso dell’intelligenza artificiale per creare deepfake costituisce un mezzo fraudolento che giustifica l’aumento della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati