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Trattazione orale: nullità senza udienza in appello

Un imputato, condannato per furto, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando che la Corte d’Appello avesse deciso il suo caso senza un’udienza pubblica, nonostante la sua tempestiva richiesta di trattazione orale. La richiesta, inviata via PEC, non era pervenuta alla cancelleria per un “probabile disguido tecnico”. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che negare un’udienza orale regolarmente richiesta costituisce una nullità procedurale per violazione del diritto di difesa. Di conseguenza, la sentenza d’appello è stata annullata con rinvio per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trattazione Orale in Appello: Annullamento della Sentenza per Disguido Tecnico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6776 del 2024, riafferma un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la richiesta di trattazione orale nel giudizio d’appello, se ritualmente presentata, non può essere ignorata, neppure a causa di un “disguido tecnico” degli uffici giudiziari. La vicenda offre uno spunto cruciale sull’importanza del contraddittorio e sulle conseguenze processuali della sua violazione, anche nel contesto della normativa emergenziale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione non contestando il merito della condanna, ma sollevando una questione puramente procedurale. In particolare, il difensore lamentava la violazione delle norme che regolavano lo svolgimento delle udienze durante l’emergenza sanitaria da Covid-19.

La Richiesta di Trattazione Orale e il Disguido Tecnico

Durante il periodo emergenziale, la regola generale per i giudizi d’appello era la celebrazione con rito scritto, senza la presenza delle parti. Tuttavia, la legge (art. 23-bis del d.l. n. 137/2020) garantiva all’imputato il diritto di richiedere la trattazione orale dell’udienza.
Nel caso specifico, il difensore aveva inviato tempestivamente, a mezzo posta elettronica certificata (PEC), un’istanza formale per discutere oralmente il processo. Ciononostante, la Corte d’Appello aveva proceduto con il rito scritto, emettendo la sentenza in camera di consiglio. Dagli atti è emerso che la cancelleria della Corte aveva attestato la mancata ricezione dell’istanza a causa di un “probabile disguido tecnico”.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla Trattazione Orale

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Analizzando gli atti processuali, ai quali ha accesso in caso di vizi di procedura, ha verificato che l’istanza di trattazione orale era stata effettivamente inviata in modo tempestivo e rituale.
Il Collegio ha richiamato un suo precedente consolidato (sentenza n. 44646 del 2021), secondo cui lo svolgimento del processo con rito camerale non partecipato, a fronte di una legittima e tempestiva richiesta di discussione orale, determina una nullità generale a regime intermedio. Tale vizio deriva direttamente dalla violazione del contraddittorio, ovvero del diritto dell’imputato di esporre le proprie ragioni direttamente ai giudici.
La Corte ha chiarito che il rischio derivante da un malfunzionamento tecnico dei sistemi informatici dell’ufficio giudiziario non può ricadere sulla parte processuale che ha agito correttamente. La mancata ricezione dell’istanza, dovuta a un “disguido”, ha di fatto privato la difesa di un suo diritto fondamentale.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è inequivocabile: il diritto alla trattazione orale, quando esercitato nei termini di legge, è inviolabile. La sua compressione, anche se involontaria e dovuta a un errore tecnico, inficia la validità del giudizio. Per questo motivo, la sentenza d’appello è stata annullata e il processo è stato rinviato alla Corte d’Appello di Cagliari, che dovrà celebrare un nuovo giudizio garantendo, questa volta, la discussione orale della causa. Questa pronuncia rafforza le garanzie difensive, sottolineando che l’efficienza tecnologica degli uffici giudiziari deve essere uno strumento per assicurare i diritti delle parti, non un ostacolo al loro esercizio.

Cosa succede se una richiesta di trattazione orale in appello, inviata correttamente, non viene ricevuta dalla cancelleria per un “disguido tecnico”?
La sentenza emessa all’esito di un processo svolto con rito scritto è nulla. Secondo la Cassazione, il rischio del malfunzionamento dei sistemi telematici della cancelleria non può ricadere sull’imputato, e la mancata celebrazione dell’udienza orale viola il diritto al contraddittorio.

La disciplina emergenziale Covid-19 permetteva ai giudici di ignorare la richiesta di udienza orale?
No. La normativa emergenziale (art. 23 bis d.l. n. 137/2020) prevedeva il rito scritto come regola, ma dava alla difesa il diritto di richiedere la trattazione orale. Se la richiesta era rituale e tempestiva, il giudice era tenuto a fissare l’udienza con la partecipazione delle parti.

Che tipo di vizio processuale si verifica se non viene concessa l’udienza orale richiesta?
Si verifica una nullità generale a regime intermedio per violazione del contraddittorio, che può essere fatta valere con il ricorso per cassazione, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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