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Trattazione orale: nullità se negata in appello

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Appello di Roma per un vizio procedurale. Nonostante la tempestiva richiesta di trattazione orale da parte dei difensori, il processo d’appello si è svolto erroneamente con rito cartolare. La Suprema Corte ha stabilito che tale errore costituisce una violazione del diritto al contraddittorio, comportando la nullità della decisione impugnata e la necessità di celebrare un nuovo giudizio d’appello con la partecipazione delle parti.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trattazione Orale: Nullo il Processo d’Appello se il Giudice Ignora la Richiesta

Il rispetto delle regole procedurali è il fondamento di un processo giusto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38499/2024) ribadisce un principio cruciale: se la difesa chiede la trattazione orale del processo d’appello, il giudice non può procedere in forma scritta (rito cartolare), pena la nullità dell’intera sentenza. Questo caso, nato durante il periodo della legislazione emergenziale Covid-19, sottolinea come le garanzie difensive non possano essere compresse nemmeno in situazioni eccezionali.

I Fatti del Processo

Due imputati, condannati in primo grado per reati legati agli stupefacenti, avevano presentato appello. I loro difensori, avvalendosi di una facoltà prevista dalla legge, avevano inviato una richiesta formale per discutere il caso oralmente in udienza. La Corte di Appello, in una prima udienza, aveva accolto la richiesta, rinviando il processo a una data successiva e fissando l’orario per la discussione.

Tuttavia, il giorno dell’udienza fissata, si è verificato un grave errore procedurale. Il processo è stato chiamato in un orario anticipato rispetto a quello comunicato e, contrariamente a quanto stabilito, è stato trattato con rito cartolare, cioè basandosi solo sugli atti scritti e senza la presenza e la discussione dei difensori. Quando gli avvocati si sono presentati all’orario corretto, hanno scoperto che la causa era già stata decisa, e hanno immediatamente fatto mettere a verbale l’irregolarità.

La Decisione della Cassazione e il Diritto alla Trattazione Orale

Di fronte al ricorso degli imputati, la Corte di Cassazione ha accolto pienamente le loro ragioni. Gli Ermellini hanno affermato senza mezzi termini che lo svolgimento del processo con rito camerale non partecipato, nonostante una rituale e tempestiva richiesta di trattazione orale, determina una nullità generale a regime intermedio.

Questo vizio non è una mera formalità, ma una lesione sostanziale del diritto di difesa e del principio del contraddittorio, tutelati sia dalla Costituzione italiana (art. 111) sia dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6). La possibilità per la difesa di esporre le proprie argomentazioni verbalmente di fronte al giudice è un elemento essenziale del giusto processo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su consolidati principi giurisprudenziali. Ha chiarito che la violazione del diritto al contraddittorio, come avvenuto nel caso di specie, integra una nullità di ordine generale prevista dall’articolo 178, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale. Tale nullità, essendo stata prontamente contestata dai difensori non appena ne hanno avuto conoscenza, era pienamente deducibile in Cassazione.

L’errore della Corte di Appello non è stato considerato sanabile. Il fatto che fosse stata presentata una richiesta formale per la discussione orale vincolava il giudice a procedere in quella forma. La decisione di procedere ugualmente “per iscritto” ha di fatto privato gli imputati di una fondamentale garanzia difensiva, rendendo la sentenza irrimediabilmente viziata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza d’appello senza rinvio, disponendo la trasmissione degli atti a un’altra sezione della stessa Corte di Appello di Roma. Quest’ultima dovrà celebrare un nuovo processo, questa volta rispettando il diritto della difesa a una trattazione orale.

La pronuncia è un monito importante: le garanzie processuali, e in particolare il diritto a un confronto diretto e orale con il giudice, sono pilastri irrinunciabili del nostro ordinamento. Anche in presenza di normative speciali o emergenziali, la loro compressione illegittima porta a una conseguenza drastica: l’annullamento della decisione.

Cosa succede se un giudice d’appello non concede la trattazione orale quando è stata tempestivamente richiesta dalla difesa?
La sentenza emessa all’esito del procedimento è affetta da nullità per violazione del diritto al contraddittorio e deve essere annullata.

Perché la trattazione orale è considerata un diritto fondamentale?
Perché garantisce il diritto al contraddittorio, tutelato dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, permettendo alla difesa di esporre verbalmente le proprie argomentazioni direttamente al giudice.

Qual è stata la conseguenza pratica della decisione della Cassazione in questo caso?
La sentenza della Corte di Appello è stata annullata e gli atti sono stati trasmessi a un’altra sezione della stessa Corte per celebrare un nuovo processo d’appello, che dovrà necessariamente svolgersi con trattazione orale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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