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Trattazione orale appello: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per furto aggravato, accogliendo il ricorso dell’imputato. Il motivo principale è stata la violazione del diritto di difesa, poiché la Corte d’Appello aveva erroneamente negato la richiesta di trattazione orale dell’appello, considerandola tardiva. La Cassazione ha stabilito che un rinvio dell’udienza per difetto di notifica all’imputato aveva riaperto i termini, rendendo tempestiva la richiesta del nuovo difensore. Questo errore procedurale ha causato una nullità che ha portato all’annullamento con rinvio della decisione.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trattazione Orale Appello: Diritto Inviolabile anche in Regime Emergenziale

La richiesta di trattazione orale appello rappresenta un caposaldo del diritto di difesa nel processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21875/2024) ha ribadito con forza questo principio, annullando una decisione della Corte d’Appello che aveva erroneamente negato tale facoltà. Il caso, sorto nel contesto della disciplina emergenziale post-Covid, offre spunti fondamentali sulla perentorietà dei termini processuali e sulla tutela del contraddittorio.

Il Contesto del Ricorso: un Rinvio che Cambia le Regole

Il processo d’appello vedeva un imputato condannato in primo grado per furto pluriaggravato di energia elettrica. La prima udienza di appello era stata fissata, ma la Corte aveva rilevato un difetto nella notifica all’imputato, disponendo un rinvio per rinnovare la citazione. Nel frattempo, l’imputato nominava un nuovo difensore di fiducia.

Il nuovo legale, ricevuta la notifica della nuova data d’udienza, presentava una richiesta per la trattazione orale appello, come previsto dalla normativa emergenziale che, in via generale, favoriva la trattazione scritta (o ‘camerale non partecipata’). La Corte d’Appello, tuttavia, respingeva la richiesta, ritenendola tardiva, e procedeva a decidere il caso sulla base degli atti scritti, confermando la condanna.

La Richiesta di Trattazione Orale Appello e il Diniego della Corte

Secondo la Corte d’Appello, la richiesta doveva essere formulata entro un termine perentorio calcolato dalla data della prima udienza, e il rinvio disposto per ragioni procedurali non avrebbe riaperto tale termine. Contro questa decisione, il difensore ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio, sanciti sia dal nostro ordinamento (art. 111 Cost.) sia dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6 CEDU).

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto agli altri motivi. I giudici hanno chiarito un punto procedurale cruciale: il rinvio dell’udienza, disposto per sanare un vizio nella costituzione del rapporto processuale (la mancata corretta citazione dell’imputato), ha avuto l’effetto di ‘restituire in termini’ la difesa per esercitare le proprie facoltà.

In altre parole, la notificazione della citazione all’imputato si era perfezionata solo in una data successiva alla prima udienza. Da quel momento, e con la nomina del nuovo difensore, decorreva un nuovo termine per presentare la richiesta di discussione orale. La richiesta avanzata dal legale era, pertanto, pienamente tempestiva.

Lo svolgimento del processo con rito camerale non partecipato, a fronte di una rituale e tempestiva richiesta di discussione orale, integra una nullità generale a regime intermedio per violazione del contraddittorio. Tale nullità, correttamente dedotta con il ricorso per cassazione, non poteva che portare all’annullamento della sentenza impugnata.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione riafferma con vigore che le esigenze di celerità, anche quelle dettate da regimi emergenziali, non possono mai comprimere il nucleo essenziale del diritto di difesa. La possibilità di discutere oralmente il proprio caso davanti al giudice d’appello è una garanzia fondamentale. Quando un vizio procedurale impone un rinvio per assicurare la corretta instaurazione del contraddittorio, i termini per l’esercizio delle facoltà difensive, inclusa la richiesta di trattazione orale appello, devono considerarsi riaperti. La sentenza viene quindi annullata con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio che dovrà, questa volta, svolgersi nel pieno rispetto delle regole processuali e del diritto di difesa.

In caso di rinvio di un’udienza di appello per un vizio di notifica all’imputato, i termini per chiedere la trattazione orale vengono riaperti?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il rinvio disposto per sanare la non corretta instaurazione del contraddittorio restituisce alla difesa il termine per chiedere la trattazione orale, rendendo tempestiva una richiesta presentata in vista della nuova udienza.

Cosa accade se un giudice nega illegittimamente una tempestiva richiesta di trattazione orale in appello?
Lo svolgimento del processo con rito camerale non partecipato, nonostante una valida richiesta di discussione orale, determina una nullità generale a regime intermedio per violazione del contraddittorio. Tale nullità può essere fatta valere con ricorso per cassazione e, se accolta, porta all’annullamento della sentenza.

La nomina di un nuovo difensore di fiducia può influire sulla tempestività della richiesta di trattazione orale?
Sì, nel caso specifico, l’esercizio della facoltà di nominare un difensore di fiducia, avvenuto dopo il perfezionamento della notifica all’imputato per l’udienza di rinvio, è stato considerato dalla Corte un elemento che ha giustificato la tempestività della richiesta di trattazione orale avanzata dal nuovo legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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