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Trasmissione atti riesame: la misura non è inefficace

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva dichiarato l’inefficacia di una misura cautelare in carcere. Il caso riguardava la mancata trasmissione di un video completo su chiavetta USB da parte del PM. La Corte ha stabilito che si trattava di una trasmissione atti riesame ‘incompleta’ e non ‘omessa’. Pertanto, il Tribunale avrebbe dovuto richiedere l’integrazione degli atti invece di liberare l’indagato, distinguendo tra trasmissione difettosa e mancata trasmissione totale.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasmissione Atti Riesame: La Cassazione Fa Chiarezza tra Omissione e Incompletezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14673 del 2024, interviene su un tema cruciale della procedura penale: le conseguenze della trasmissione atti riesame in modo non completo da parte del Pubblico Ministero. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale, distinguendo tra una trasmissione ‘difettosa’ o ‘incompleta’ e una ‘totalmente omessa’, con impatti diretti sulla validità delle misure cautelari.

I Fatti del Caso

Il procedimento ha origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Pescara nei confronti di un indagato per il reato di tentato omicidio. La difesa dell’indagato presentava istanza di riesame, contestando la misura restrittiva.

Il Tribunale del Riesame di L’Aquila, accogliendo le doglianze della difesa, dichiarava la perdita di efficacia della misura cautelare. La ragione risiedeva nel fatto che il Pubblico Ministero non aveva trasmesso tutti gli atti di indagine, omettendo in particolare una chiavetta USB contenente il video integrale di un’aggressione, considerato dalla difesa un elemento cruciale per dimostrare l’innocenza del proprio assistito. Secondo il Tribunale, tale omissione violava l’articolo 309 del codice di procedura penale, comportando la caducazione automatica della misura.

La Questione sulla trasmissione atti riesame

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ricorreva in Cassazione. Il fulcro del ricorso era la distinzione tra un’omissione totale della trasmissione degli atti e una trasmissione meramente incompleta. Secondo l’accusa, nel caso di specie, non si era verificata una totale inerzia, ma solo una trasmissione parziale. Tutti gli atti cartacei erano confluiti nel fascicolo del GIP e il supporto informatico (DVD) era menzionato nell’ordinanza originaria. Di conseguenza, il Tribunale del Riesame era a conoscenza della sua esistenza e avrebbe dovuto attivarsi per richiederne l’invio, anziché sanzionare immediatamente il PM con la perdita di efficacia della misura.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: la sanzione della perdita di efficacia della misura cautelare, prevista dall’art. 309 c.p.p., si applica solo nell’ipotesi di ‘mancata’ trasmissione degli atti, ovvero un’omissione totale.

Al contrario, una trasmissione ‘difettosa’ o ‘incompleta’ – come nel caso di atti illeggibili o, come in questa vicenda, di un invio parziale di supporti informatici – non comporta automaticamente la liberazione dell’indagato. In tali circostanze, il Tribunale del Riesame ha il potere e il dovere di esercitare un ruolo attivo: può decidere la causa prescindendo dagli atti mancanti se non li ritiene determinanti, oppure può sollecitare una trasmissione integrativa al Pubblico Ministero, fissando un termine per l’adempimento.

Nel caso specifico, la trasmissione dei soli fotogrammi estratti dal video, allegati a un’annotazione di polizia giudiziaria, configura un’ipotesi di trasmissione incompleta, non di omissione. La difesa stessa lamentava l’incompletezza (per l’assenza dell’audio e del contesto) e non la totale assenza dell’atto. Pertanto, il Tribunale del Riesame ha errato nel dichiarare la perdita di efficacia della misura, poiché mancava il presupposto normativo della totale omissione.

Conclusioni

La sentenza rafforza una linea interpretativa che bilancia il diritto di difesa con le esigenze cautelari. Si chiarisce che la sanzione processuale della perdita di efficacia è una misura estrema, riservata ai soli casi di totale inerzia del Pubblico Ministero nella trasmissione atti riesame. In caso di incompletezza o difettosità, il sistema processuale prevede dei correttivi che il giudice del riesame deve attivare, promuovendo un dialogo collaborativo tra le parti per assicurare una decisione basata su un quadro probatorio il più completo possibile, senza per questo vanificare le esigenze di cautela che hanno giustificato la misura restrittiva.

Qual è la differenza tra trasmissione omessa e trasmissione incompleta degli atti al Tribunale del Riesame?
La trasmissione ‘omessa’ è la totale mancata consegna degli atti da parte del PM. La trasmissione ‘incompleta’ o ‘difettosa’ si verifica quando gli atti vengono inviati, ma sono parziali (come nel caso di un video dal quale sono stati estratti solo alcuni fotogrammi) o non pienamente utilizzabili (es. illeggibili).

Una trasmissione incompleta degli atti comporta sempre la perdita di efficacia della misura cautelare?
No. Secondo la sentenza, solo la trasmissione totalmente omessa comporta la perdita di efficacia della misura. In caso di trasmissione incompleta, il Tribunale del Riesame non deve automaticamente dichiarare l’inefficacia della misura.

Cosa deve fare il Tribunale del Riesame se riceve atti incompleti dal Pubblico Ministero?
Il Tribunale ha due possibilità: può decidere basandosi sugli atti disponibili, se ritiene che quelli mancanti non siano determinanti, oppure deve esercitare i suoi poteri e sollecitare al Pubblico Ministero un’integrazione, ovvero l’invio degli atti mancanti, prima di decidere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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