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Trasmissione atti riesame: cosa dice la Cassazione?

La Corte di Cassazione rigetta un ricorso sulla custodia cautelare, chiarendo che l’obbligo di trasmissione atti riesame per i coindagati sussiste solo se contengono elementi favorevoli specifici, il cui onere di indicazione spetta alla difesa. Una lamentela generica non è sufficiente.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasmissione Atti Riesame: La Cassazione e l’Onere della Difesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale della procedura di riesame delle misure cautelari: la trasmissione atti riesame, in particolare per quanto riguarda i verbali di interrogatorio dei coindagati. La pronuncia chiarisce la distinzione fondamentale tra gli atti relativi all’indagato che presenta ricorso e quelli degli altri soggetti coinvolti, delineando con precisione gli oneri a carico della difesa. La decisione, basata anche sulle novità introdotte dalla legge n. 114 del 2024, offre importanti indicazioni operative per gli avvocati penalisti.

Il Fatto alla Base della Decisione

Il caso trae origine dal ricorso di un indagato, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere per reati di natura associativa, estorsione e traffico di stupefacenti. La difesa lamentava, davanti alla Corte di Cassazione, la violazione delle norme procedurali da parte del Tribunale del Riesame. In particolare, si contestava la mancata trasmissione, da parte del Pubblico Ministero, dei verbali degli interrogatori resi dai coindagati. Secondo il ricorrente, in un contesto di reato concorsuale, tali atti erano essenziali per una difesa completa, in quanto potevano contenere elementi a suo favore. Il Tribunale aveva rigettato questa eccezione, sostenendo che fosse onere della difesa indicare specificamente quali elementi favorevoli fossero contenuti in tali atti non trasmessi.

L’Obbligo di Trasmissione Atti Riesame e le Riforme Recenti

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha colto l’occasione per fare chiarezza sull’articolo 309, comma 5, del codice di procedura penale, anche alla luce delle recenti modifiche normative. La sentenza stabilisce una netta distinzione:

1. Interrogatorio dell’Indagato Ricorrente

Grazie alla riforma del 2024, che ha introdotto l’interrogatorio preventivo (art. 291, comma 1-quater c.p.p.), le dichiarazioni rese dall’indagato che ha presentato istanza di riesame devono essere “in ogni caso” trasmesse al Tribunale. Questo obbligo è assoluto e prescinde dal contenuto delle dichiarazioni, che siano esse confessorie, collaborative o di totale negazione. Lo scopo è garantire al giudice del riesame la conoscenza del primo momento di confronto dialettico tra giudice e indagato.

2. Interrogatorio dei Coindagati

Per i verbali dei coindagati, la regola è diversa. La Corte ribadisce un principio già consolidato: l’obbligo di trasmissione scatta solo se questi atti contengono “elementi favorevoli” all’indagato ricorrente. È fondamentale comprendere cosa si intenda per elemento favorevole: non una mera contestazione delle accuse o una generica dichiarazione di estraneità, ma specifici dati fattuali, di natura oggettiva, che possano concretamente discolpare l’indagato o attenuarne la posizione.

L’Onere della Specificità a Carico della Difesa

Il punto centrale della decisione riguarda l’onere probatorio della difesa. La Corte afferma con fermezza che, qualora l’indagato lamenti l’omessa trasmissione dei verbali dei coindagati, non può limitarsi a una censura generica. È suo preciso onere allegare specificamente quali elementi favorevoli, secondo l’accezione sopra descritta, sarebbero contenuti in tali verbali e che il Tribunale non ha potuto valutare. In assenza di tale specificazione, l’eccezione è considerata aspecifica e, pertanto, legittimamente rigettata. Il semplice fatto che si proceda per un reato concorsuale non è di per sé sufficiente a imporre la trasmissione automatica di tutti gli interrogatori dei coindagati.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione fonda la sua decisione su una combinazione di interpretazione letterale e sistematica delle norme. L’art. 309, comma 5, c.p.p., nel prevedere la trasmissione “in ogni caso” delle dichiarazioni dell’indagato ai sensi dell’art. 291, comma 1-quater, si riferisce chiaramente e unicamente alla persona che ha presentato richiesta di riesame. Estendere automaticamente tale obbligo ai coindagati sarebbe un’interpretazione non supportata dal dato normativo. Inoltre, la Corte sottolinea che l’interrogatorio di garanzia (o quello preventivo) non è, per sua natura, un atto che produce necessariamente elementi a favore della difesa. Può contenere anche ammissioni o dichiarazioni auto-accusatorie. L’obbligo di trasmissione per gli atti dei terzi sorge solo quando questi contengano elementi “sopravvenuti” e “favorevoli”, ovvero dati concreti che l’accusa ha il dovere di disvelare per garantire un pieno contraddittorio. Senza l’indicazione specifica da parte della difesa, il giudice del riesame non avrebbe modo di valutare la rilevanza degli atti mancanti. Pertanto, la richiesta della difesa deve essere precisa e circostanziata per essere accolta.

Le Conclusioni

La sentenza analizzata costituisce un’importante guida per la prassi forense. Per i difensori, emerge la necessità di non formulare eccezioni generiche sulla mancata trasmissione degli atti. È indispensabile, ove possibile, indicare con precisione quali documenti mancano e, soprattutto, quali specifici elementi a favore del proprio assistito contengono. Questa pronuncia rafforza il principio di specificità dei motivi di ricorso e chiarisce che il diritto di difesa, pur essendo fondamentale, deve essere esercitato attraverso strumenti processuali mirati e non con lamentele indeterminate. La distinzione operata tra l’interrogatorio del ricorrente e quello dei coindagati delinea un quadro normativo chiaro in tema di trasmissione atti riesame, bilanciando le esigenze dell’accusa con le garanzie difensive.

È sempre obbligatorio trasmettere i verbali di interrogatorio dei coindagati al Tribunale del Riesame?
No. Secondo la Corte, i verbali di interrogatorio dei coindagati devono essere trasmessi solo se contengono elementi oggettivamente favorevoli all’indagato che ha presentato istanza di riesame. Non è sufficiente che contengano una mera contestazione delle accuse.

Su chi ricade l’onere di dimostrare che gli atti non trasmessi sono favorevoli all’indagato?
L’onere ricade sulla difesa dell’indagato. Se la difesa lamenta la mancata trasmissione dei verbali dei coindagati, deve specificare quali elementi favorevoli e concreti tali verbali contengono. Una censura generica, priva di tali indicazioni, è considerata inammissibile.

C’è differenza tra la trasmissione del verbale dell’indagato che chiede il riesame e quello dei coindagati?
Sì. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 114 del 2024, le dichiarazioni rese dall’indagato che presenta l’istanza (specialmente in sede di interrogatorio preventivo) devono essere “in ogni caso” trasmesse, a prescindere dal loro contenuto. Per i coindagati, invece, si applica la regola della necessaria presenza di elementi favorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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