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Trasmissione atti riesame: annullata la custodia

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a causa di un vizio procedurale. La mancata trasmissione atti riesame, ovvero il fascicolo completo delle prove valutate dal primo giudice, al Tribunale del riesame, ha comportato la perdita di efficacia della misura. La Corte ha sottolineato che tale omissione lede il diritto di difesa e non può essere sanata da semplici menzioni degli atti in altri documenti, ordinando l’immediata liberazione dell’indagato.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasmissione Atti Riesame: La Cassazione Annulla la Custodia in Carcere per Omessa Trasmissione di Prove Decisive

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la corretta e completa trasmissione atti riesame è un requisito non negoziabile per la validità di una misura cautelare. Quando la Procura omette di inviare al Tribunale del riesame tutti i documenti su cui si fonda l’accusa, la sanzione è drastica e inevitabile: la perdita di efficacia della misura e l’immediata liberazione dell’indagato. Analizziamo questo caso emblematico.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine con l’applicazione della custodia in carcere nei confronti di un individuo, gravemente indiziato per il reato di rapina pluriaggravata. La decisione del Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) si basava in modo decisivo su un atto di indagine specifico: il verbale di individuazione fotografica effettuato dalla persona offesa.

La difesa dell’indagato ha prontamente presentato istanza di riesame, contestando la validità degli indizi. Tuttavia, al momento di decidere, il Tribunale del riesame non aveva ricevuto dalla Procura il verbale di individuazione fotografica né i relativi allegati. Nonostante questa grave lacuna, il Tribunale ha confermato la misura, ritenendo sufficiente la menzione di tale atto in un’informativa della polizia giudiziaria. La difesa ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione delle norme procedurali che impongono la trasmissione di tutti gli atti al giudice del riesame.

La Decisione della Corte e la Centralità della Trasmissione Atti Riesame

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, annullando senza rinvio sia l’ordinanza del riesame sia quella originaria del G.i.p. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 309 del codice di procedura penale. Questo articolo stabilisce che, a seguito di un’istanza di riesame, il Pubblico Ministero deve trasmettere al Tribunale tutti gli atti presentati al G.i.p., pena la perdita di efficacia della misura cautelare.

La Corte ha chiarito che l’invio parziale degli atti, specialmente quando l’omissione riguarda elementi probatori decisivi, equivale a un’omessa trasmissione. La semplice menzione o la trascrizione, più o meno esaustiva, del contenuto di un verbale non può surrogare la trasmissione dell’atto originale. Il Tribunale del riesame deve essere messo nelle condizioni di valutare lo stesso identico materiale probatorio che è stato esaminato dal primo giudice. Qualsiasi carenza in questo processo informativo pregiudica irrimediabilmente il contraddittorio e il diritto di difesa.

Le Motivazioni Giuridiche

La motivazione della sentenza si fonda sulla funzione stessa del procedimento di riesame, che è quella di garantire un controllo pieno ed effettivo sulla legittimità e sul merito della misura restrittiva della libertà personale. Per adempiere a questa funzione, il collegio del riesame e la difesa devono avere a disposizione un quadro probatorio completo.

La Corte ha specificato che l’obbligo di trasmissione riguarda tutti gli atti posti a fondamento della decisione del G.i.p. Nel caso di specie, l’individuazione fotografica era l’unico elemento di rilievo a carico dell’indagato. Non aver trasmesso il relativo verbale ha impedito alla difesa di contestarne le modalità di esecuzione e al Tribunale di valutarne la portata e l’affidabilità. L’argomentazione del Tribunale del riesame, che aveva ritenuto superabile la carenza, è stata giudicata dalla Cassazione “del tutto inconferente”. La sanzione della perdita di efficacia prevista dall’art. 309, comma 10, c.p.p. non è una mera formalità, ma una garanzia fondamentale per l’indagato, volta a salvaguardare il corretto esercizio delle prerogative difensive.

Conclusioni: L’Impatto Pratico della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un baluardo del giusto processo: il rispetto rigoroso delle regole procedurali non è un optional. La sentenza ribadisce che la libertà personale è un bene primario e qualsiasi sua limitazione deve essere supportata da un procedimento impeccabile. L’obbligo di una completa trasmissione atti riesame è un dovere inderogabile per l’accusa. La conseguenza di un’omissione non è una semplice irregolarità sanabile, ma la caducazione automatica della misura cautelare. Si tratta di un monito chiaro a tutte le Procure sull’importanza di una gestione diligente dei fascicoli processuali, a pena di vanificare l’azione cautelare e, soprattutto, di compromettere i diritti fondamentali dell’individuo.

Cosa succede se il Pubblico Ministero non invia tutti gli atti al Tribunale del riesame?
La misura cautelare perde immediatamente la sua efficacia e la persona detenuta deve essere scarcerata, come previsto dall’art. 309, comma 10, del codice di procedura penale. L’omissione, anche parziale, di atti decisivi viene equiparata alla totale mancata trasmissione.

È sufficiente che un atto di indagine sia menzionato o riassunto in un altro documento trasmesso al riesame?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la trascrizione o la menzione del contenuto di un atto non può sostituire la trasmissione del documento originale. Il Tribunale del riesame deve poter esaminare esattamente gli stessi elementi valutati dal primo giudice.

Perché la completa trasmissione degli atti al riesame è considerata una garanzia fondamentale?
Perché assicura il corretto esercizio del diritto di difesa e il pieno contraddittorio. Senza poter visionare tutti gli atti a carico, la difesa non può formulare censure complete ed efficaci, e il giudice del riesame non può effettuare un controllo approfondito sulla legittimità e sulla fondatezza della misura cautelare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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