LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Trasmissione atti al riesame: i termini sono perentori

La Corte di Cassazione conferma che la mancata trasmissione degli atti al Tribunale del riesame entro i termini di legge comporta l’inefficacia della misura cautelare. Anche se gli atti sono già presso il tribunale per un altro coindagato, è necessaria una comunicazione tempestiva e specifica. Una comunicazione tardiva equivale a un’omissione, rendendo corretta la decisione del Tribunale di annullare la misura detentiva. Tale decisione non costituisce un atto abnorme, ma una precisa applicazione della legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Trasmissione atti al riesame: la Cassazione ribadisce la perentorietà dei termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28639/2025, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure cautelari: il rispetto rigoroso dei termini per la trasmissione degli atti al riesame. La pronuncia chiarisce che una comunicazione tardiva, anche se relativa ad atti già presenti in cancelleria per un altro coindagato, equivale a un’omissione e comporta l’immediata inefficacia della misura restrittiva della libertà personale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale del riesame che dichiarava l’inefficacia della misura della custodia cautelare in carcere disposta nei confronti di un soggetto, indagato per furto aggravato. La decisione del Tribunale si fondava su una precisa violazione procedurale: l’omessa trasmissione, entro i termini di legge, degli atti su cui si basava l’ordinanza cautelare da parte dell’autorità giudiziaria procedente.

Il Pubblico Ministero, non accettando la decisione, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo una tesi particolare. Gli atti relativi al procedimento, infatti, erano già stati trasmessi al medesimo Tribunale del riesame il giorno precedente, in occasione della richiesta di riesame presentata da un coindagato. Il PM aveva predisposto una nota per comunicare tale circostanza, ma questa era pervenuta in cancelleria tardivamente, quando ormai il Tribunale aveva già dichiarato l’inefficacia della misura.

Il ricorso e la questione della trasmissione atti al riesame

Secondo la Procura, la presenza materiale degli atti presso gli uffici del Tribunale del riesame avrebbe dovuto essere considerata sufficiente. La tardività della mera nota di comunicazione, a suo avviso, non avrebbe dovuto inficiare la validità della procedura, configurando la decisione del Tribunale come un eccesso di formalismo. Il PM sosteneva inoltre che l’ordinanza impugnata fosse un ‘atto abnorme’, poiché impediva la prosecuzione del procedimento in violazione dei principi di ragionevolezza ed economicità processuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando la correttezza della decisione del Tribunale del riesame. Gli Ermellini hanno richiamato la loro consolidata giurisprudenza, secondo cui l’obbligo di trasmissione degli atti al riesame può essere adempiuto anche tramite la comunicazione che tali atti sono già a disposizione del tribunale per un procedimento connesso. Tuttavia, tale modalità è valida solo a due imprescindibili condizioni:

1. Tempestività: La comunicazione deve pervenire entro il termine perentorio di cinque giorni previsto dall’articolo 309 del codice di procedura penale.
2. Specificità: La comunicazione deve indicare con precisione gli estremi del procedimento nel quale gli atti sono stati depositati, per consentirne una ‘agevole individuazione e consultazione’.

Nel caso di specie, la comunicazione era giunta tardivamente, rendendo di fatto impossibile per il Tribunale del riesame reperire e valutare gli atti entro i termini di legge. Di conseguenza, la trasmissione si considera omessa a tutti gli effetti di legge.

La Corte ha inoltre respinto la tesi dell’atto abnorme. La dichiarazione di inefficacia della misura cautelare non è un’invenzione del giudice, ma la conseguenza diretta e obbligatoria prevista dalla legge (art. 309 c.p.p.) in caso di violazione del termine per la trasmissione degli atti. Si tratta, quindi, di una sanzione processuale posta a presidio del diritto di difesa e della libertà personale, e non di una decisione anomala.

Conclusioni

La sentenza in commento rafforza la natura perentoria dei termini processuali in materia di libertà personale. La trasmissione degli atti al riesame non è un mero adempimento burocratico, ma una garanzia fondamentale che consente al Tribunale di esercitare un controllo effettivo e tempestivo sulla legittimità della restrizione della libertà dell’indagato. La decisione sottolinea che la diligenza dell’autorità giudiziaria è cruciale e che eventuali negligenze, come una comunicazione tardiva, hanno conseguenze processuali ineludibili, giustamente sanzionate con la perdita di efficacia della misura cautelare. La tutela della libertà personale prevale su ogni presunta esigenza di economicità processuale.

È possibile adempiere all’obbligo di trasmissione degli atti al riesame comunicando che sono già stati depositati per un altro coindagato?
Sì, la Corte di Cassazione lo ammette, ma a due condizioni fondamentali: la comunicazione deve essere tempestiva, ovvero deve avvenire entro il termine perentorio previsto dalla legge, e deve contenere gli estremi specifici del procedimento precedente per permettere al tribunale di individuare e consultare facilmente gli atti.

Cosa succede se la comunicazione che gli atti sono già depositati arriva in ritardo al Tribunale del riesame?
Se la comunicazione arriva dopo la scadenza del termine di legge, la trasmissione degli atti si considera omessa. Di conseguenza, il Tribunale del riesame è tenuto a dichiarare l’inefficacia della misura cautelare, come previsto dall’art. 309, comma 10, del codice di procedura penale.

L’ordinanza che dichiara l’inefficacia della misura per tardiva trasmissione degli atti può essere considerata un ‘atto abnorme’?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale ordinanza non è un atto abnorme, ma la corretta applicazione di una specifica sanzione processuale prevista dalla legge. L’inefficacia è la conseguenza diretta e non facoltativa della violazione di un termine perentorio posto a garanzia dei diritti della difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati