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Traduzione sentenza: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la sua consegna alla Spagna, basato sulla presunta mancata traduzione della sentenza. La Corte ha chiarito che l’omessa traduzione non causa la nullità dell’atto, ma sposta solo il termine per impugnare. In assenza di un concreto pregiudizio ai diritti di difesa, e poiché la traduzione era stata comunque effettuata, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato, con condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione Sentenza: l’Appello è Inammissibile se Manca un Danno Concreto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14057 del 2024, offre importanti chiarimenti sugli effetti della mancata traduzione sentenza in una lingua nota all’imputato. Il caso riguarda la procedura di consegna di un cittadino portoghese alla Spagna in esecuzione di un mandato di arresto europeo. La Suprema Corte ha stabilito che l’omessa traduzione non determina automaticamente la nullità della decisione, ma produce conseguenze diverse, specialmente quando non vi è un reale pregiudizio per i diritti di difesa.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Consegna e il Ricorso

La Corte di appello di Venezia aveva autorizzato la consegna di un cittadino portoghese al Regno di Spagna per l’esecuzione di una condanna definitiva per reati valutari. La decisione si basava su un mandato di arresto europeo emesso dal Tribunale di Madrid.

Contro questa decisione, il difensore del condannato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la nullità della sentenza della Corte di appello. Il motivo principale del ricorso era la mancata traduzione del provvedimento in una lingua a lui comprensibile, violando così il diritto di difesa garantito da norme nazionali ed europee.

La Questione della Traduzione Sentenza nel Processo

Il diritto dell’imputato a comprendere gli atti processuali che lo riguardano è un cardine del giusto processo. La legge prevede che gli atti fondamentali, inclusa la sentenza, debbano essere tradotti. Il ricorrente, basandosi su un precedente della stessa Cassazione (sent. Burri n. 45292/2023), sosteneva che anche la sentenza che dispone la consegna rientrasse tra gli atti da tradurre obbligatoriamente.

Tuttavia, la questione centrale non era se la sentenza dovesse essere tradotta, ma quali fossero le conseguenze della sua omissione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. La decisione si basa su due pilastri argomentativi fondamentali.

Principio di Diritto: Mancata Traduzione Sentenza non è Nullità

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che la traduzione della sentenza era effettivamente stata eseguita e allegata agli atti. Ma, anche se così non fosse stato, la conseguenza non sarebbe stata la nullità della decisione. Citando la stessa sentenza Burri richiamata dal ricorrente, la Corte ha specificato che l’effetto dell’omessa traduzione non è l’invalidità dell’atto, ma lo spostamento del momento da cui decorre il termine per presentare l’impugnazione. In pratica, il tempo per fare appello inizia a scorrere solo dal momento in cui l’interessato riceve l’atto nella lingua a lui comprensibile.

L’Assenza di Pregiudizio Concreto

In secondo luogo, la Corte ha valutato la situazione specifica del ricorrente. Egli non era sottoposto ad alcuna misura cautelare e la traduzione era stata comunque completata in tempi rapidi e notificata all’interessato. Di conseguenza, non si era verificato alcun pregiudizio apprezzabile per i suoi diritti di libertà o di difesa. Proporre ricorso senza attendere la traduzione (che era in corso) è stato quindi ritenuto un atto privo di reale interesse, motivato da una carenza di diligenza.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione pragmatica e non formalistica delle norme sul diritto di difesa. Il diritto alla traduzione è sacro, ma il suo scopo è garantire una difesa effettiva. Se l’omissione non lede in concreto questa possibilità, sanzionare l’atto con la nullità sarebbe sproporzionato. La Corte ha quindi privilegiato una soluzione che tutela il diritto dell’imputato (posticipando i termini per l’appello) senza però paralizzare il procedimento giudiziario con un’invalidità, soprattutto quando il ritardo nella traduzione è minimo e non causa danni reali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza stabilisce un principio importante: per contestare la mancata traduzione di un atto, non basta invocare la violazione formale della norma, ma è necessario dimostrare che tale mancanza ha causato un concreto e apprezzabile danno ai diritti di difesa. In assenza di un tale pregiudizio, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

La mancata traduzione di una sentenza ne causa la nullità?
No, secondo la Corte di Cassazione, l’omessa traduzione di una sentenza non ne determina la nullità, ma ha come effetto lo spostamento del momento iniziale da cui decorre il termine per impugnarla. Il termine inizierà a decorrere solo dalla notifica della traduzione.

Quando è giustificato un ricorso per mancata traduzione?
Un ricorso è giustificato quando l’omessa traduzione causa un pregiudizio apprezzabile ai diritti di libertà o di difesa dell’interessato. Se non vi sono misure cautelari in atto e la traduzione viene effettuata in tempi solleciti, la Corte può ritenere che non vi sia stato alcun danno concreto che giustifichi l’impugnazione.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza?
Se un ricorso è dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza, il proponente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato un procedimento giudiziario senza un valido fondamento giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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