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Traduzione sentenza penale: quando decorre l’appello?

La Corte di Cassazione chiarisce un importante principio sulla traduzione della sentenza penale per l’imputato straniero. In un caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, i ricorrenti lamentavano la tardività della traduzione, chiedendo la restituzione nel termine per appellare. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, affermando che il termine per l’impugnazione personale dell’imputato alloglotta non decorre dal deposito della sentenza in italiano, ma dalla notifica del deposito della versione tradotta. Pertanto, se la notifica non avviene, il termine non inizia mai a decorrere, rendendo inapplicabile l’istituto della restituzione nel termine.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione Sentenza Penale: la Cassazione Chiarisce la Decorrenza dei Termini per l’Appello

Il diritto alla comprensione degli atti processuali è un cardine fondamentale del giusto processo, specialmente per gli imputati stranieri. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 6361 del 2024, interviene su un aspetto cruciale: la decorrenza dei termini per l’impugnazione quando la traduzione della sentenza penale viene depositata in ritardo. La pronuncia chiarisce che il termine per l’appello personale dell’imputato alloglotta non inizia a decorrere finché non gli viene notificato il deposito della traduzione, rendendo inapplicabile l’istituto della restituzione nel termine.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna emessa dal GUP del Tribunale di Gorizia, con rito abbreviato, nei confronti di due persone per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli imputati, una cittadina slovena e un cittadino di altra nazionalità, erano stati giudicati responsabili di aver facilitato l’ingresso illegale in Italia di cinque persone dalla Slovenia.

La sentenza di primo grado, depositata in lingua italiana, indicava un termine di trenta giorni per la motivazione. Il difensore aveva richiesto la traduzione del provvedimento sia in lingua slovena che in arabo. La traduzione in sloveno veniva effettivamente depositata in cancelleria, ma in una data successiva alla scadenza del termine per l’impugnazione calcolato dal deposito dell’originale. La Corte d’Appello di Trieste confermava la condanna, respingendo anche la richiesta di restituzione nel termine per proporre appello, ritenendo che la traduzione fosse comunque ‘disponibile’ entro il termine utile.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la decisione di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per cassazione affidato a due motivi principali:

1. Erronea applicazione della legge processuale: Si sosteneva che il mancato deposito della traduzione in un momento utile per l’esercizio del diritto di impugnazione personale da parte degli imputati avrebbe dovuto comportare l’accoglimento della domanda di restituzione nel termine ai sensi dell’art. 175 c.p.p. La difesa evidenziava inoltre che nessun avviso di deposito della sentenza tradotta era mai stato notificato né al difensore né agli imputati.
2. Violazione dell’obbligo di traduzione: Riguardo a uno degli imputati, si contestava l’affermazione dei giudici di merito secondo cui egli fosse in grado di comprendere la lingua slovena. Tale conclusione, secondo la difesa, si basava su elementi meramente indiziari e non certi, violando il suo diritto a ricevere una traduzione in lingua araba.

La Traduzione della Sentenza Penale e i Termini per l’Appello

La Suprema Corte, pur rigettando il ricorso, opera un’importante rettifica alla motivazione della Corte d’Appello, fornendo un’interpretazione chiara delle norme procedurali. Il Collegio evidenzia come la questione non dovesse essere inquadrata nell’ambito della ‘restituzione nel termine’.

L’istituto della restituzione nel termine, previsto dall’art. 175 c.p.p., presuppone che un termine sia già ‘inutilmente decorso’. Nel caso di specie, invece, la Corte di Cassazione afferma che il termine per l’impugnazione personale da parte dell’imputato alloglotta non era mai iniziato a decorrere.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Cassazione si fonda su una lettura combinata degli articoli 143 e 548 del codice di procedura penale.

Sul Primo Motivo: L’Inapplicabilità della Restituzione nel Termine

La Corte chiarisce che, quando la traduzione di una sentenza viene depositata oltre il termine previsto per il deposito dell’originale, scatta un meccanismo di garanzia specifico. Ai sensi dell’art. 548, comma 2, c.p.p., all’imputato alloglotta deve essere comunicato l’avviso di deposito della sentenza tradotta. È solo da tale comunicazione che inizia a decorrere il termine per proporre personalmente impugnazione (art. 585, comma 2, lett. c, c.p.p.).

Nel caso esaminato, non risultando mai eseguita tale notifica, il termine per l’appello personale degli imputati non era mai scaduto. Di conseguenza, la richiesta di ‘restituzione’ era logicamente e giuridicamente errata, poiché non si può essere rimessi in un termine che non è mai spirato. La domanda di restituzione era, pertanto, infondata non per le ragioni addotte dalla Corte d’Appello, ma per un errato inquadramento dell’istituto giuridico.

Sul Secondo Motivo: La Valutazione sulla Conoscenza della Lingua

Per quanto riguarda la mancata traduzione in arabo, la Cassazione ritiene il motivo infondato. La valutazione sulla capacità dell’imputato di comprendere la lingua slovena è una questione di fatto, rimessa all’apprezzamento del giudice di merito. La Corte ha ritenuto che gli indicatori utilizzati dal GUP e confermati in appello fossero ‘logici e congruenti’. Pertanto, la decisione di limitare la traduzione alla sola lingua slovena è stata considerata legittima, non essendo sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza n. 6361/2024 stabilisce un principio di diritto di fondamentale importanza per la tutela dei diritti di difesa dell’imputato straniero. La Corte di Cassazione afferma che il diritto dell’imputato alloglotta di comprendere le ragioni di una condanna è presidiato da un meccanismo procedurale preciso: il termine per la sua impugnazione personale non decorre fino alla notifica formale del deposito della traduzione della sentenza penale. Questo automatismo garantisce che il diritto di impugnazione non venga pregiudicato da ritardi burocratici, senza necessità di ricorrere all’istituto eccezionale della restituzione nel termine. La decisione offre così una tutela più forte e certa, chiarendo che il tempo per difendersi, per chi non parla italiano, inizia a scorrere solo quando le parole della giustizia diventano per lui comprensibili.

Quando inizia a decorrere il termine per l’imputato straniero per impugnare personalmente una sentenza?
Il termine per l’impugnazione personale dell’imputato che non comprende la lingua italiana decorre dal giorno in cui gli viene notificata la comunicazione di avvenuto deposito della sentenza tradotta, qualora tale deposito avvenga dopo quello della sentenza originale in italiano.

È necessario chiedere la ‘restituzione nel termine’ se la traduzione della sentenza arriva dopo la scadenza del termine di impugnazione calcolato sul deposito dell’originale?
No. Secondo la Corte, non si tratta di un caso di restituzione nel termine, poiché il termine per l’impugnazione personale dell’imputato non è mai iniziato a decorrere. La richiesta di restituzione è quindi giuridicamente inappropriata.

La Corte di Cassazione può riesaminare la valutazione del giudice di merito sulla conoscenza di una lingua da parte dell’imputato?
No, la valutazione circa la capacità dell’imputato di comprendere una determinata lingua è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito. La Corte di Cassazione può sindacarla solo se la motivazione è manifestamente illogica o contraddittoria, cosa che non è stata riscontrata in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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