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Traduzione sentenza imputato: obbligo e nullità

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per indebita percezione del reddito di cittadinanza. La decisione si fonda sulla mancata traduzione della sentenza d’appello in una lingua comprensibile all’imputato straniero. La Corte ha ritenuto questo vizio procedurale ‘assorbente’, ovvero così grave da rendere superfluo l’esame degli altri motivi di ricorso, rinviando gli atti alla Corte d’Appello per la sola traduzione. La questione centrale è quindi il diritto alla traduzione della sentenza per l’imputato alloglotte, essenziale per garantire un’effettiva difesa.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione Sentenza Imputato: un Diritto Inviolabile

Il diritto di difesa è uno dei pilastri fondamentali del nostro ordinamento giuridico. Affinché sia effettivo, è indispensabile che l’imputato comprenda pienamente le accuse a suo carico e le decisioni che lo riguardano. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, sottolineando come la traduzione della sentenza per l’imputato straniero che non conosce la lingua italiana non sia una mera formalità, ma un obbligo la cui violazione determina la nullità dell’atto. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso: una Condanna per Reddito di Cittadinanza

Un cittadino straniero veniva condannato dalla Corte d’Appello per il reato di indebita percezione del reddito di cittadinanza. L’accusa si basava sulla mancanza del requisito della residenza stabile in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi. L’imputato, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni, una delle quali si rivelerà decisiva.

I Motivi del Ricorso: una Questione di Procedura

L’imputato presentava quattro motivi di ricorso. Tra questi, spiccava una doglianza di natura puramente procedurale: la sentenza della Corte d’Appello era stata redatta esclusivamente in lingua italiana e non era mai stata tradotta in una lingua a lui comprensibile. L’imputato, definito ‘alloglotte’, lamentava quindi di non aver potuto comprendere appieno il contenuto della decisione che lo condannava, con una chiara lesione del suo diritto di difesa. Gli altri motivi, relativi al merito della questione, venivano di fatto messi in secondo piano.

La Decisione della Cassazione: la traduzione sentenza imputato è prioritaria

La Suprema Corte ha ritenuto il motivo relativo alla mancata traduzione preliminare e ‘assorbente’. Ciò significa che l’accoglimento di questa censura ha reso superfluo l’esame di tutte le altre questioni, comprese quelle relative alla presunta illegittimità della norma sul reddito di cittadinanza o alla mancanza dell’elemento soggettivo del reato.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato, richiamando anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite. L’omessa traduzione della ‘sentenza-documento’ in una lingua nota all’imputato che non comprende l’italiano integra una ‘nullità generale a regime intermedio’. In parole semplici, si tratta di un vizio grave che invalida la sentenza.

I giudici hanno osservato che, mentre nel giudizio di primo grado tutti gli atti erano stati correttamente tradotti, lo stesso non era avvenuto per la sentenza d’appello. Questa omissione ha impedito all’imputato di avere piena e consapevole conoscenza della decisione, violando un diritto fondamentale garantito sia dalla normativa interna che dalle convenzioni internazionali. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che annullare la sentenza impugnata.

Le Conclusioni

L’esito del giudizio è netto: la sentenza d’appello è stata annullata. Tuttavia, la Cassazione non ha disposto un nuovo processo nel merito, ma ha rinviato gli atti alla stessa Corte d’Appello con un compito preciso e unico: provvedere alla traduzione della sentenza. Solo una volta che l’imputato avrà ricevuto l’atto tradotto in una lingua a lui accessibile, i termini per l’impugnazione potranno riprendere a decorrere e il processo potrà proseguire correttamente. Questa pronuncia riafferma con forza che la giustizia non può prescindere dalla chiarezza e dalla comprensibilità dei suoi atti, specialmente quando questi incidono sulla libertà personale.

È obbligatorio tradurre la sentenza per un imputato che non comprende la lingua italiana?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è un obbligo. La mancata traduzione della sentenza in una lingua nota all’imputato comporta una nullità generale a regime intermedio del provvedimento.

Cosa accade se una sentenza d’appello non viene tradotta per un imputato straniero?
La sentenza viene annullata dalla Corte di Cassazione. Il caso viene poi rinviato alla Corte d’Appello non per un nuovo giudizio, ma con il compito specifico di effettuare la traduzione.

La questione della mancata traduzione può prevalere su altre ragioni di ricorso?
Sì. In questo caso, la Corte ha definito il motivo relativo all’omessa traduzione come ‘preliminare ed assorbente’, ritenendolo sufficiente per annullare la sentenza e rendendo superfluo l’esame degli altri motivi di ricorso presentati dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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