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Traduzione atti: quando è nulla la custodia cautelare?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata traduzione scritta di un’ordinanza di custodia cautelare a un indagato che non parla italiano non comporta l’annullamento automatico della misura. Se è stata fornita una traduzione orale d’urgenza, la difesa ha l’onere di dimostrare un pregiudizio concreto, attuale e verificabile al diritto di difesa, non essendo sufficiente lamentare un danno solo astratto o potenziale. Il caso riguardava un indagato la cui ordinanza, tradotta oralmente in udienza, non era stata tradotta per iscritto in tempo per il riesame.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione atti: la custodia cautelare è nulla solo con un pregiudizio concreto

La corretta traduzione degli atti processuali a favore dell’indagato straniero che non comprende la lingua italiana è un caposaldo del diritto di difesa. Ma cosa accade se la traduzione scritta di un’ordinanza di custodia cautelare arriva in ritardo, dopo che ne è stata già fornita una orale? Con la sentenza n. 28440/2025, la Corte di Cassazione chiarisce che la nullità non è automatica: la difesa deve dimostrare un danno concreto e specifico.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dall’arresto di un cittadino straniero per reati legati agli stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.), constatata la mancata conoscenza della lingua italiana da parte dell’indagato, disponeva la custodia cautelare in carcere. In quella stessa sede, l’ordinanza veniva tradotta oralmente da un interprete presente. Il G.i.p. ordinava anche la traduzione scritta del provvedimento, da depositare entro dieci giorni.

Tuttavia, la traduzione scritta veniva depositata in ritardo, oltre il termine previsto e il giorno stesso dell’udienza di riesame, senza prova che fosse stata notificata all’indagato. Il Tribunale del Riesame, accogliendo l’eccezione della difesa, annullava l’ordinanza cautelare, ritenendo violato il diritto di difesa. Secondo il Tribunale, l’indagato aveva partecipato all’udienza di riesame senza avere “contezza effettiva” del contenuto dell’ordinanza, non potendo così approntare una difesa adeguata.
Contro questa decisione, la Procura della Repubblica proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione: il Principio del Pregiudizio Concreto

La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale del Riesame, rinviando il caso per un nuovo giudizio. Gli Ermellini hanno stabilito un principio fondamentale: l’omessa o tardiva traduzione scritta di un’ordinanza cautelare, quando sia stata effettuata una traduzione orale in via d’urgenza, non determina automaticamente la nullità della misura. Si configura, invece, una “nullità a regime intermedio”.
Questo significa che la parte che lamenta la violazione ha l’onere di dimostrare l’esistenza di un interesse concreto, attuale e verificabile alla sua declaratoria. Non basta allegare un pregiudizio astratto o potenziale, ma occorre specificare in che modo la mancanza della traduzione scritta abbia effettivamente e concretamente leso il diritto di difesa, impedendo, ad esempio, di articolare specifiche contestazioni sui gravi indizi di colpevolezza o sulle esigenze cautelari.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha svolto un’analisi approfondita delle norme nazionali e sovranazionali (tra cui la CEDU e le direttive UE) che tutelano il diritto dell’indagato alloglotta. Ha chiarito che la procedura di traduzione orale d’urgenza (prevista dall’art. 51-bis disp. att. cod. proc. pen.) ha una funzione integrativa e non sostitutiva della traduzione scritta. Serve a contemperare l’esigenza di celerità della misura cautelare con la garanzia del diritto di difesa.

La violazione dell’obbligo di traduzione scritta entro un termine congruo genera una nullità, ma di tipo intermedio. Questo regime processuale richiede che la parte interessata non si limiti a dolersi dell’omissione, ma debba:
1. Eccepire la nullità nei termini previsti.
2. Dimostrare un interesse concreto, indicando quali specifiche difese non ha potuto esercitare a causa della mancata conoscenza del testo scritto dell’ordinanza.

Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto che il Tribunale del Riesame avesse annullato l’ordinanza sulla base di motivazioni generiche e “clausole di stile”, senza effettuare una reale valutazione del pregiudizio concreto. Il Tribunale non ha spiegato come, nonostante la traduzione orale, il diritto di difesa fosse stato irrimediabilmente compromesso, limitandosi ad affermare la necessità della forma scritta per una difesa “adeguata”.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce che le nullità processuali non sono un meccanismo sanzionatorio fine a se stesso, ma uno strumento a tutela di interessi concreti. Per l’annullamento di un’ordinanza di custodia cautelare a causa della mancata traduzione degli atti, non è sufficiente l’irregolarità formale. È necessario un passo ulteriore: la difesa deve argomentare e provare in che modo quella specifica omissione ha causato un danno effettivo e non meramente potenziale alle proprie strategie difensive. La valutazione del giudice deve essere parametrata alla fattispecie concreta, considerando la natura dei fatti, le ragioni della cautela e le difese già attivate dall’indagato.

La mancata traduzione scritta di un’ordinanza di custodia cautelare la rende sempre nulla?
No. Secondo la Cassazione, se è stata fornita una traduzione orale d’urgenza, la mancanza o il ritardo di quella scritta non causa una nullità automatica. Si tratta di una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita e motivata dimostrando un pregiudizio concreto al diritto di difesa.

Che differenza c’è tra traduzione orale e scritta in un procedimento d’urgenza?
La traduzione orale in via d’urgenza è uno strumento integrativo che garantisce una conoscenza immediata, seppur sintetica, del provvedimento per tutelare subito il diritto di difesa. Non sostituisce la traduzione scritta, che rimane un obbligo per consentire un’analisi completa e approfondita dell’atto e preparare una difesa più articolata.

Cosa deve dimostrare l’indagato per ottenere l’annullamento della misura per mancata traduzione?
L’indagato, tramite il suo difensore, deve dimostrare un interesse concreto, attuale e verificabile. Deve cioè spiegare quali specifiche argomentazioni o contestazioni (sugli indizi, sulle esigenze cautelari, ecc.) non ha potuto sollevare a causa della mancanza del testo scritto, provando che la sola conoscenza orale era insufficiente a tal fine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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