LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Traduzione atti imputato straniero: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata traduzione dell’ordinanza del Tribunale del Riesame, che conferma una misura cautelare a carico di un imputato straniero che non comprende l’italiano, non determina la nullità del provvedimento. Tuttavia, tale omissione impedisce la decorrenza del termine per proporre ricorso, che inizierà solo dal momento in cui l’interessato avrà effettiva conoscenza del contenuto dell’atto tramite la sua traduzione. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza impugnata con rinvio al Tribunale per adempiere a tale incombente, garantendo il diritto di difesa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Traduzione atti per l’imputato straniero: la Cassazione fa chiarezza

Il diritto di comprendere le accuse a proprio carico è un pilastro fondamentale del giusto processo. Ma cosa accade quando un atto giudiziario cruciale non viene tradotto per un imputato che non parla la lingua italiana? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27103/2024, offre un’importante precisazione sulla traduzione atti nel procedimento cautelare, distinguendo le conseguenze a seconda della natura del provvedimento.

I Fatti del Caso

Un uomo di nazionalità straniera, non parlante la lingua italiana, veniva sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della moglie. La misura veniva successivamente sostituita con l’obbligo di dimora. L’indagato presentava istanza di riesame al Tribunale di Bari, che però respingeva la sua richiesta. Contro questa decisione, l’uomo proponeva ricorso per Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, la violazione del suo diritto di difesa per la mancata nomina di un interprete e, soprattutto, per la mancata traduzione in lingua russa dell’ordinanza del Tribunale del Riesame.

La Questione Giuridica: Mancata Traduzione Atti e Conseguenze

Il nucleo della questione giuridica verte sulle conseguenze della mancata traduzione atti processuali, in particolare dell’ordinanza del Tribunale del Riesame che conferma una misura cautelare. L’indagato sosteneva che tale omissione violasse l’art. 143 del codice di procedura penale e l’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), rendendo nullo il provvedimento.

Il punto centrale è stabilire se l’ordinanza del Riesame rientri tra quegli atti per i quali la traduzione è obbligatoria a pena di nullità, oppure se la sua omissione produca effetti differenti sul piano processuale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ma con una motivazione che si discosta dalla richiesta di declaratoria di nullità. I giudici hanno operato una distinzione fondamentale tra l’ordinanza che applica per la prima volta una misura cautelare (la cosiddetta ordinanza ‘genetica’) e quella del Tribunale del Riesame che ne conferma la validità.

Richiamando un precedente delle Sezioni Unite (sentenza Niecko), la Corte ha ricordato che la mancata traduzione dell’ordinanza cautelare genetica determina la nullità dell’intera sequenza di atti successivi. Questo perché tale atto è il primo a comprimere la libertà personale e l’indagato deve essere messo immediatamente in condizione di comprenderne le ragioni per potersi difendere.

Diversamente, l’ordinanza del Riesame non comprime la libertà “ab origine”, ma costituisce una conferma processuale di una limitazione già in atto. Per questa ragione, il legislatore non l’ha inserita nell’elenco degli atti da tradurre obbligatoriamente previsto dall’art. 143, comma 2, cod. proc. pen.

La conseguenza della mancata traduzione di questo specifico provvedimento, secondo la Cassazione, non è la nullità, bensì un effetto altrettanto garantista: la non decorrenza dei termini per l’impugnazione. In altre parole, il termine per proporre ricorso in Cassazione non inizia a scorrere fino a quando l’indagato non riceve la traduzione dell’ordinanza e non ha, quindi, effettiva conoscenza del suo contenuto. Poiché nel caso di specie la traduzione non era mai avvenuta, il termine per ricorrere era da considerarsi ancora aperto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata non perché nulla, ma perché la mancata traduzione atti ha impedito il corretto esercizio del diritto di impugnazione. Ha quindi disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Bari affinché provveda alla traduzione del provvedimento. Solo una volta notificato l’atto tradotto, inizieranno a decorrere i termini per un eventuale ulteriore corso del procedimento.

Questa sentenza delinea un principio di ragionevolezza e proporzionalità, bilanciando le esigenze di celerità del procedimento con l’inviolabile diritto di difesa dell’imputato alloglotta, assicurando che la conoscenza effettiva degli atti sia sempre il presupposto per l’esercizio dei diritti processuali.

Cosa succede se l’ordinanza del Tribunale del Riesame che conferma una misura cautelare non viene tradotta per un imputato straniero?
L’ordinanza non è nulla, ma il termine legale per impugnarla davanti alla Corte di Cassazione non inizia a decorrere. Il termine partirà solo dal momento in cui l’imputato riceverà l’atto tradotto e ne avrà piena conoscenza.

C’è differenza tra la mancata traduzione dell’ordinanza iniziale di arresto e quella del Riesame?
Sì. Secondo la Cassazione, la mancata traduzione dell’ordinanza che applica per la prima volta la misura cautelare può portare alla nullità degli atti successivi. La mancata traduzione dell’ordinanza del Riesame, che è una conferma, ha invece come unica conseguenza il mancato decorso dei termini per l’impugnazione.

Perché la Corte ha annullato l’ordinanza in questo caso?
La Corte ha annullato l’ordinanza non dichiarandola invalida, ma riconoscendo che, a causa della mancata traduzione, il diritto dell’imputato a impugnarla era ancora valido (‘persistente attualità del termine’). L’annullamento è funzionale a consentire al Tribunale di Bari di procedere alla traduzione, sanando l’omissione e permettendo il corretto svolgimento del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati