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Termini processuali penali: il sabato non è festivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso perché presentato oltre il termine di 15 giorni. La sentenza chiarisce un punto cruciale sui termini processuali penali: la scadenza che cade di sabato non viene prorogata al giorno lavorativo successivo, poiché il sabato non è considerato un giorno festivo ai fini procedurali. Di conseguenza, il mancato rispetto di tale scadenza comporta la tardività e l’inammissibilità dell’impugnazione, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Processuali Penali: il Sabato non Proroga la Scadenza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 19762/2024) ha ribadito un principio fondamentale in materia di termini processuali penali: la scadenza di un termine che cade di sabato non è prorogata al giorno lavorativo successivo. Questa pronuncia offre l’occasione per fare chiarezza su un aspetto procedurale che può avere conseguenze decisive, come l’inammissibilità di un’impugnazione. L’analisi del caso concreto ci permette di comprendere la rigorosa interpretazione della legge e le sue implicazioni pratiche per imputati e difensori.

I fatti del caso: il ricorso tardivo

Il caso trae origine da una decisione della Corte di Appello di Bologna, che aveva riconosciuto in Italia gli effetti di una sentenza penale emessa da un tribunale irlandese nei confronti di un cittadino italiano. L’imputato, ritenendo errata la determinazione della pena residua da scontare, decideva di proporre ricorso per Cassazione.

La sentenza della Corte di Appello era stata emessa l’8 febbraio 2024 e notificata al difensore il 26 febbraio e all’imputato il 1° marzo 2024. Il ricorso veniva depositato tramite posta elettronica certificata (PEC) il 18 marzo 2024. A prima vista, una questione di pochi giorni, ma in ambito processuale, il tempo è un fattore determinante.

La questione sui termini processuali penali e il sabato

Il cuore della questione giuridica risiedeva nel calcolo del termine per l’impugnazione. La sentenza impugnata era stata emessa a seguito di un rito camerale. Secondo l’articolo 585, comma 1, lettera a), del codice di procedura penale, il termine per impugnare in questi casi è di 15 giorni.

Il termine decorreva dalla data dell’ultima notifica, avvenuta il 1° marzo 2024. Contando 15 giorni, la scadenza cadeva il 16 marzo 2024, un sabato. Il ricorso, depositato il 18 marzo 2024 (lunedì), risultava quindi tardivo. La difesa avrebbe potuto sostenere che, cadendo di sabato, il termine dovesse essere prorogato al primo giorno lavorativo successivo, cioè lunedì 18. Ma è davvero così nel processo penale?

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per tardività, fornendo una motivazione chiara e basata su un orientamento consolidato. I giudici hanno spiegato che, in materia di termini processuali penali, la proroga legale è prevista unicamente per i termini che scadono in un giorno festivo. La legge elenca tassativamente quali siano i giorni festivi, e tra questi non figura il sabato.

A differenza di quanto avviene in altri settori dell’ordinamento, come quello civile, nel processo penale il sabato è considerato un giorno lavorativo a tutti gli effetti per il computo delle scadenze. Pertanto, un termine che scade di sabato deve essere rispettato entro quel giorno, senza alcuna estensione automatica. La Corte ha richiamato numerosi precedenti conformi, sottolineando la coerenza e la stabilità di questo principio interpretativo. L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, non essendo stati ravvisati elementi per ritenerlo esente da colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio di rigore formale di estrema importanza per tutti gli operatori del diritto. La gestione dei termini processuali penali richiede la massima attenzione, poiché un errore di calcolo può precludere l’esercizio del diritto di difesa. La decisione della Cassazione serve da monito: non si possono applicare per analogia le regole valide in altri ambiti processuali. Nel processo penale, la regola è chiara: il sabato non è un giorno festivo e non concede proroghe. La conoscenza precisa di queste norme è essenziale per garantire la tempestività degli atti e tutelare efficacemente i diritti delle parti coinvolte.

Qual è il termine per proporre un’impugnazione a seguito di un procedimento in camera di consiglio?
Secondo l’art. 585, comma 1, lett. a), del codice di procedura penale, il termine per proporre impugnazione a seguito di un procedimento in camera di consiglio è di 15 giorni.

Se il termine per un’impugnazione penale scade di sabato, viene prorogato al giorno lavorativo successivo?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che, in materia di termini processuali penali, solo la scadenza in un giorno festivo comporta la proroga. Il sabato non è legalmente considerato un giorno festivo, pertanto il termine scade e deve essere rispettato in quella data.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato in ritardo?
Un ricorso presentato oltre i termini di legge viene dichiarato inammissibile per tardività. Ciò comporta che la Corte non possa esaminare il merito della questione e, di norma, condanna il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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