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Termini processuali penali: appello fuori tempo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando la tardività di un appello. La sentenza chiarisce che i termini processuali penali per il deposito delle motivazioni da parte del giudice non sono soggetti a sospensione feriale, un principio fondamentale per il corretto calcolo delle scadenze per l’impugnazione.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Processuali Penali: Errore sul Calendario, Appello Inammissibile

Nel labirinto delle scadenze legali, il calcolo dei termini processuali penali rappresenta una delle attività più delicate per un difensore. Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23375 del 2024, ribadisce un principio cruciale in materia di impugnazioni, sottolineando come un errore di calcolo legato alla sospensione feriale possa costare l’inammissibilità di un appello. Analizziamo insieme la vicenda e la lezione che ne deriva.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Sciacca il 24 giugno 2020. Il giudice si riservava 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. A seguito del deposito, l’imputato, tramite il proprio difensore, proponeva appello avverso la decisione. Tuttavia, la Corte di appello di Palermo, con sentenza del 6 dicembre 2022, dichiarava l’impugnazione inammissibile perché tardiva, ovvero presentata oltre il termine di 45 giorni previsto dalla legge.

Il Ricorso in Cassazione e la questione dei termini processuali penali

Contro la declaratoria di inammissibilità, la difesa proponeva ricorso per cassazione. La tesi difensiva si fondava su un’errata interpretazione degli effetti della sospensione feriale dei termini. Secondo il ricorrente, tenendo conto di tale sospensione, il termine per depositare l’appello sarebbe scaduto il 7 dicembre 2020, data in cui l’atto era stato effettivamente presentato. La difesa contestava quindi la decisione della Corte territoriale, insistendo sulla tempestività della propria azione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha giudicato il ricorso manifestamente infondato, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Il cuore della motivazione risiede in un principio consolidato, già affermato dalle Sezioni Unite della stessa Corte con la sentenza n. 42361 del 2017. Il principio è il seguente: i termini stabiliti per la redazione e il deposito della motivazione della sentenza da parte del giudice non sono soggetti alla sospensione feriale. Tale sospensione si applica, invece, solo ai termini che incombono sulle parti per il compimento degli atti processuali.

Nel caso specifico, la sequenza temporale era la seguente:
1. Sentenza di primo grado: 24 giugno 2020, con 90 giorni per le motivazioni.
2. Deposito motivazioni: 18 settembre 2020. Il termine di 90 giorni è stato rispettato, senza che la sospensione feriale (1-31 agosto) ne interrompesse il decorso.
3. Termine per l’appello: 45 giorni a partire dal 18 settembre 2020.
4. Scadenza effettiva: 7 novembre 2020.
5. Deposito dell’appello: 7 dicembre 2020.

L’appello è stato quindi depositato un mese dopo la scadenza. L’errore del difensore è stato quello di considerare la sospensione feriale applicabile anche al termine a disposizione del giudice, posticipando così erroneamente il calcolo del termine a sua disposizione. La Corte ha ribadito che questa interpretazione è palesemente errata e contraria a un orientamento nomofilattico consolidato da anni. Di conseguenza, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

La sentenza in esame è un monito severo sull’importanza della precisione nel calcolo dei termini processuali penali. La distinzione tra termini per il giudice e termini per le parti, soprattutto in relazione alla sospensione feriale, è un punto cardine della procedura penale che non ammette incertezze. La declaratoria di inammissibilità per tardività preclude l’esame nel merito dell’impugnazione, con conseguenze potenzialmente gravissime per l’imputato. Per gli operatori del diritto, questa decisione rafforza la necessità di una conoscenza approfondita e aggiornata della giurisprudenza, in particolare di quella delle Sezioni Unite, al fine di evitare errori procedurali fatali.

La sospensione feriale si applica al termine che ha il giudice per depositare la motivazione di una sentenza?
No. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 42361/2017), ha chiarito che i termini per la redazione e il deposito della sentenza non sono soggetti a sospensione nel periodo feriale.

Cosa succede se un appello penale viene depositato dopo la scadenza del termine?
L’appello viene dichiarato inammissibile per tardività. Questo significa che i giudici non esamineranno il merito delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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