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Termini processuali: appello tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello, poiché depositato oltre i termini processuali previsti dalla legge. La decisione sottolinea la perentorietà dei termini per l’impugnazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Processuali: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità per Ricorso Tardivo

Nel labirinto delle norme che regolano il processo penale, il rispetto dei termini processuali rappresenta un pilastro fondamentale, garanzia di certezza del diritto e di un corretto svolgimento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con fermezza questo principio, dichiarando inammissibile un ricorso presentato oltre la scadenza prevista. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

Il Caso in Esame: Un Appello Presentato Oltre la Scadenza

Il caso trae origine da un ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. Il ricorrente aveva impugnato la decisione di secondo grado, ma il suo atto è stato depositato presso la cancelleria della Suprema Corte in una data successiva a quella consentita dalla legge.

La Ricostruzione dei Termini

La Corte d’Appello aveva emesso la sua sentenza il 22 marzo 2024, riservandosi di depositare le motivazioni. Il termine ultimo per il deposito della motivazione era fissato al 22 maggio 2024. Secondo il codice di procedura penale, il termine per proporre ricorso per cassazione è di quarantacinque giorni, che iniziano a decorrere dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione. Di conseguenza, il ricorso avrebbe dovuto essere presentato entro e non oltre il 7 luglio 2024. Tuttavia, il deposito è avvenuto solo il 9 settembre 2024, ben oltre due mesi dopo la scadenza.

L’Analisi della Corte sui Termini Processuali

La Corte di Cassazione ha affrontato la questione con una procedura snella (de plano), data l’evidenza della tardività. I giudici hanno richiamato il combinato disposto degli articoli 585 e 544 del codice di procedura penale. Queste norme stabiliscono in modo chiaro e inequivocabile i tempi e le modalità per l’impugnazione. La Corte ha sottolineato come il termine per proporre il gravame inizi a decorrere dal giorno successivo alla scadenza del termine previsto per il deposito della sentenza, e non dalla data dell’effettivo deposito, se successivo. Questo principio, sancito anche dall’articolo 172 del codice, è fondamentale per garantire la certezza dei rapporti giuridici.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile per essere stato depositato ‘fuori termine’, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. La tardività non è una mera irregolarità formale, ma un vizio che impedisce al giudice di esaminare il merito della questione. La perentorietà dei termini processuali è posta a tutela dell’efficienza del sistema giudiziario e del principio della ragionevole durata del processo. Non sono stati ravvisati elementi che potessero giustificare il ritardo o escludere la colpa del ricorrente nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione si traduce in conseguenze significative per il ricorrente. Oltre alla dichiarazione di inammissibilità, che rende definitiva la sentenza di secondo grado, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. In aggiunta, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile per colpa. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza cruciale di un’attenta gestione delle scadenze processuali. Un errore nel calcolo dei termini può precludere l’accesso a un grado di giudizio e comportare sanzioni economiche, vanificando le ragioni di merito che si intendevano far valere.

Da quando decorrono i termini per presentare ricorso se il giudice si riserva il deposito della motivazione?
I termini per l’impugnazione, come specificato nell’ordinanza, iniziano a decorrere dal primo giorno successivo alla scadenza del termine che il giudice si è dato per depositare la motivazione della sentenza, e non dalla data dell’effettivo deposito.

Cosa succede se un ricorso viene presentato dopo la scadenza dei termini processuali?
Se un ricorso viene depositato oltre i termini stabiliti dalla legge, viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non può esaminare le ragioni del ricorso e la sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la sua colpa, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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