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Termini per impugnare: ricorso tardivo è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché presentato oltre i termini per impugnare. L’ordinanza chiarisce il calcolo del termine di 60 giorni, comprensivo della proroga di 15 giorni per assenza dell’imputato, e condanna il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, confermando la rigidità delle scadenze processuali.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini per Impugnare: Guida Pratica e Analisi di un Caso di Inammissibilità

Nel diritto processuale penale, la precisione è tutto. Ogni atto, ogni istanza, e soprattutto ogni impugnazione, è vincolata a scadenze perentorie. Il rispetto dei termini per impugnare non è un mero formalismo, ma un requisito fondamentale di ammissibilità che, se violato, preclude qualsiasi esame nel merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti da un ricorso tardivo.

I Fatti del Caso: Un Appello Presentato Fuori Tempo Massimo

Il caso in esame riguarda un imputato che, tramite il suo legale, ha proposto ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, emessa il 16 ottobre 2024. Le motivazioni della sentenza di secondo grado sono state depositate in cancelleria il 14 gennaio 2025, nel pieno rispetto del termine di novanta giorni concesso dal giudice. A partire dal giorno successivo, il 15 gennaio 2025, sono iniziati a decorrere i termini per presentare l’impugnazione. Tuttavia, il ricorso per cassazione è stato depositato solo il 3 aprile 2025, una data che, come vedremo, si è rivelata fatale per le sorti del procedimento.

Calcolo dei Termini per Impugnare: La Decisione della Corte

La Suprema Corte, investita della questione, ha proceduto a una meticolosa verifica del rispetto dei termini per impugnare. La legge, in questo caso, stabilisce un percorso di calcolo preciso.
1. Termine base: Ai sensi degli artt. 585, comma 1, lett. c) e 544, comma 2, del codice di procedura penale, il termine per impugnare una sentenza le cui motivazioni sono depositate entro 90 giorni è di quarantacinque giorni.
2. Proroga per assenza: L’art. 585, comma 1-bis, c.p.p. prevede un’estensione di quindici giorni qualora si sia proceduto in assenza dell’imputato. Questo è avvenuto nel caso di specie.

Sommando i due periodi, il termine complessivo a disposizione della difesa era di sessanta giorni (45 + 15). Questo termine, decorrendo dal 15 gennaio 2025, è scaduto interamente ben prima del 3 aprile 2025, data di presentazione del ricorso. A conferma di ciò, la stessa cancelleria della Corte d’Appello aveva già emesso un’attestazione di irrevocabilità della sentenza in data 17 marzo 2025, certificando di fatto il passaggio in giudicato della decisione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è tanto semplice quanto inappellabile: la tardività. Il superamento del termine perentorio di sessanta giorni costituisce una causa di inammissibilità originaria che impedisce al giudice di entrare nel merito dei motivi di ricorso. Non si tratta di valutare se le argomentazioni della difesa fossero fondate o meno, ma di una preclusione di natura puramente procedurale. La Corte ha agito secondo il cosiddetto ‘rito de plano’, una procedura accelerata prevista proprio per i casi di manifesta inammissibilità, confermando l’assoluta rigidità delle scadenze processuali.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

Le conseguenze della declaratoria di inammissibilità sono severe. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. Infine, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che la Corte fissa equitativamente in base ai profili di inammissibilità riscontrati. Questo caso serve da monito sull’importanza cruciale di monitorare e rispettare scrupolosamente i termini processuali, la cui violazione può vanificare qualsiasi strategia difensiva, indipendentemente dalla sua potenziale fondatezza.

Da quando decorrono i termini per impugnare una sentenza?
I termini per impugnare decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine per il deposito della motivazione della sentenza o, se successivo, dal giorno della notificazione dell’avviso di deposito all’imputato.

Perché il termine per impugnare è stato aumentato da 45 a 60 giorni in questo caso?
Il termine base di 45 giorni è stato aumentato di ulteriori 15 giorni, come previsto dall’art. 585, comma 1-bis del codice di procedura penale, perché il procedimento si è svolto in assenza dell’imputato.

Cosa succede se un ricorso viene presentato dopo la scadenza dei termini per impugnare?
Se un ricorso viene presentato oltre i termini stabiliti dalla legge, viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che il giudice non esamina il merito del ricorso, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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