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Termini impugnazione PM: da quando decorrono?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la tempestività dell’appello del Pubblico Ministero. La sentenza chiarisce che i termini impugnazione PM decorrono non dalla data di deposito della sentenza, ma dalla data in cui l’avviso di deposito viene comunicato all’ufficio della Procura. In questo caso, la comunicazione ha reso l’appello del PM tempestivo, invalidando la tesi difensiva.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Termini Impugnazione PM: La Cassazione Chiarisce il ‘Dies a Quo’

La corretta individuazione dei termini impugnazione PM rappresenta un pilastro della procedura penale, essenziale per garantire la certezza del diritto e il corretto svolgimento del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 19119 del 2024, è intervenuta per ribadire un principio fondamentale relativo alla decorrenza di tali termini, risolvendo una controversia nata da un’errata interpretazione della norma.

I Fatti del Caso: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

La vicenda processuale ha origine con una sentenza di primo grado del Tribunale di Terni, che condannava un imputato per un reato riqualificato, fissando un termine di 30 giorni per il deposito delle motivazioni. Contro questa decisione, sia l’imputato che il Procuratore generale presso la Corte di Appello di Perugia proponevano appello.

La Corte territoriale, in accoglimento del gravame della parte pubblica, riformava la sentenza di primo grado: rigettava l’appello dell’imputato, riqualificava nuovamente il fatto come truffa e inaspriva la pena. A questo punto, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico, cruciale motivo di carattere procedurale.

Il Ricorso in Cassazione: La Questione dei Termini Impugnazione PM

Il ricorrente sosteneva che l’appello proposto dal Procuratore generale fosse tardivo e, di conseguenza, inammissibile. Secondo la sua tesi, il termine di 45 giorni per impugnare la sentenza di primo grado sarebbe dovuto decorrere dalla scadenza del termine di 30 giorni che il giudice si era riservato per il deposito della motivazione. Seguendo questo calcolo, l’appello della Procura risultava depositato ben oltre la data limite.

Questa argomentazione mirava a invalidare l’intero giudizio d’appello, sostenendo che la Corte non avrebbe dovuto nemmeno esaminare nel merito un’impugnazione presentata fuori tempo massimo.

La Decisione della Suprema Corte e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’ e quindi inammissibile. La motivazione della Corte si basa su una chiara e netta interpretazione dell’articolo 585 del codice di procedura penale, che disciplina i termini per l’impugnazione.

I giudici hanno spiegato che esiste una distinzione fondamentale tra i termini che valgono per l’imputato e quelli che si applicano al Pubblico Ministero. Mentre per l’imputato il termine decorre, in casi come questo, dalla scadenza del tempo utile per il deposito della motivazione, per il Procuratore generale la regola è diversa.

L’articolo 585, comma 2, lettera d), del codice di procedura penale stabilisce infatti che per il Pubblico Ministero il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine, è quello in cui avviene la comunicazione dell’avviso di deposito della sentenza con il relativo estratto.

Per fugare ogni dubbio, la Corte ha acquisito un’attestazione dalla Cancelleria del Tribunale di Terni, dalla quale è emerso che la comunicazione al Procuratore generale era avvenuta in una data specifica. Calcolando i 45 giorni a partire da quella data di comunicazione, l’appello del PM risultava perfettamente tempestivo.

Conclusioni: L’Importanza della Notifica per i Termini Processuali

La sentenza in esame riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: la decorrenza dei termini processuali per il Pubblico Ministero è legata al momento della conoscenza effettiva e formale dell’atto da impugnare, garantita dalla comunicazione ufficiale da parte della cancelleria. Questa regola assicura che l’organo dell’accusa abbia il tempo necessario per valutare l’impugnazione a partire dal momento in cui è messo formalmente a conoscenza del contenuto della decisione. La decisione sottolinea l’importanza, per tutti gli operatori del diritto, di una meticolosa verifica delle date di comunicazione e notifica degli atti processuali, poiché da esse dipendono la validità e l’efficacia delle azioni legali intraprese.

Da quale momento decorre il termine per l’appello del Pubblico Ministero?
Secondo la sentenza, il termine per l’impugnazione da parte del Pubblico Ministero decorre non dalla data di deposito della sentenza o dalla scadenza del termine per il deposito, ma dal giorno in cui viene eseguita la comunicazione dell’avviso di deposito della sentenza stessa al suo ufficio.

Perché l’appello del Procuratore Generale è stato considerato tempestivo in questo caso?
L’appello è stato ritenuto tempestivo perché la cancelleria del tribunale ha comunicato l’avviso di deposito della sentenza di primo grado all’ufficio del Procuratore Generale l’11 gennaio 2021. L’impugnazione, presentata il 25 febbraio 2021, rientrava quindi pienamente nel termine di 45 giorni previsto dalla legge, che iniziava a decorrere dalla data della comunicazione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, salvo che non vi siano elementi per escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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